Da alcuni anni, tuttavia, c'è fra i cattolici stessi una tendenza vigorosa a contestare alla curia romana questa direzione della loro attività politica; e su questo fondamentale problema va nettamente delineandosi una profonda divisione fra di essi. Dall'una parte sono tutti quelli che, pur dissentendo in parte dalla politica vaticana, accettano tuttavia, o per principio (e sono i clericali nerissimi rappresentati dall'Unità, dalla Difesa, dalla Civiltà Cattolica, ecc. ecc.) o per necessità di fatto e come minor male, come la Lega Lombarda, l'Osservatore Cattolico, (oggi fusi nell'Unione, in base a un accordo elettorale riguardante tutta la Lombardia) il Momento, ecc., di agire di concerto con il Vaticano e con l'autorità ecclesiastica; e si mostrano favorevoli a ogni tentativo di riordinare e riallacciare le file dì una organizzazione clericale politica più o meno ufficiale e confessionale. Dall'altra parte, con la Lega democratica na¬zionale, sono quelli i quali vogliono che i cattolici italiani provvedano da sé stessi, come han fatto i tedeschi in Germania e poi in Austria, alla formazione di un loro partito politico, indipendente come tale dal Vaticano nell'apparenza e nel fatto, autonomo, non confessionale, aperto tutti coloro i quali accettino la posizione e il programma politico e sociale della Lega stessa. Il conflitto tra la Curia romana e la L. d. é aperto ed acuto, come tutti sanno; ed é conflitto, non solo fra due tendenze e due tattiche, ma fra due principi.
Pagina 158