Quanto poi all'ultima parte mi permetta l'onorevole Lazzaro che io non entri adesso in discussione minuta intorno alla riforma organica che egli ha accennato; io posso solo assicurarlo che non procederò a tale riforma, se non dopo ben accurato esame di fatto e di diritto e ben ragguagliate informazioni prese sui luoghi, con tutti quei dati che possono assicurare che la riforma sarà non molesta ai contribuenti e realmente utile alle finanze.
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Così nell'esempio accennato di più comuni che abbiano in comune cedole sul debito pubblico, il caldeggio ad esse relativo non deve godere di franchigia, perchè i comuni in questo caso non sono in condizione diversa dei privati; e se si giovano del servizio postale, è giusto che lo paghino, nello stesso modo che pagano le altre, contribuzioni.
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Se dunque si toglierà la franchigia postale ai funzionari ecclesiastici, questo per avventura potrebbe pregiudicare quelle amministrazioni a cui ho accennato.
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Mi sono rivolto col guardo al deputato Lanza interrogandolo se io avea ben interpretato la sua opinione, ed egli col capo mi ha accennato che sì.
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Ho accennato a questa, avrei potuto aggiungerne molte altre.
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L'onorevole Maresca osserva che nessuno dei Napoletani si è mai lagnato del servizio postale da me accennato. Io pure in generale non muovo lamenti, e solo posi davanti agli occhi della Camera e del Ministero dei fatti, cioè che la cifra dei porta-lettere ascende in Torino a 64, e che in Napoli non è questo numero che superiore di 30, il che, a parer mio, non è proporzionato alla grandezza di quella città in confronto di Torino. Se poi l'onorevole Maresca crede essere stato ben servito dall'amministrazione postale in Napoli, mi congratulo con lui, e non invidio la sua facile contentatura.
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Sono lieto però di vedere che tanto per la prima parte che per la seconda il Ministero, riconoscendo l'esattezza delle mie informazioni, abbia dichiarato che gl'inconvenienti a cui ho accennato abbiano quanto prima a cessare.
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., si aggiunga: «esso è notificato all'impiegato, ed accennato nella Gazzetta Ufficiale coll'indicazione del motivo che lo ha determinato.»
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Il caso accennato dall'onorevole D'Ondes-Reggio, che cioè, laddove un Ministero si disponga a proporvi una legge per ridurre, ad esempio, i tribunali circondariali delle provincie meridionali, che indubitatamente sono troppi, potrebbe in quei due, tre, o quattro tribunali, che si propone di sopprimere, radunare tutti quei magistrati che non gli andassero a sangue; ed in questo caso ci sarebbe l'arbitrio, perchè qui la disponibilità suonerebbe destituzione, suonerebbe amovibilità. In effetto coll'articolo 4° si dice: cha passati due anni e non richiamato in servizio, il magistrato cessa di esserlo, epperò diventa col fatto amovibile. Dunque in questo caso, anzichè lasciare alla determinazione del Ministero, o anche a quella del caso, ch'è ancor più cieco, la sorte dei magistrati, perchè non sarebbe giusto che, per esempio, Tizio che è magistrato da dieci anni se ne vada via, e Sempronio che è entrato ieri resti magistrato, anzichè, dico, lasciare all'arbitrio del Ministero o a quello del caso la sorte dei magistrati, io ho proposto quest'emendamento, il quale stabilisce che, trattandosi di magistrati, non potranno essere collocati in disponibilità quei tali di quel tal tribunale che viene soppresso, ma invece quelli che furono nominati gli ultimi nello stesso grado.
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Stia sicuro l'onorevole Sella, che malgrado il suo mistero sui lavori miei e de' miei colleghi, ho qui abbastanza per non aver perduto le traccie degli studi della Commissione a cui ho accennato; quindi ne parleremo a suo tempo.
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Da un decreto che è stato promulgato, se non erro, il 28 agosto, non nego che siano state introdotte alcune modificazioni, ma in complesso il lavoro è quale venne fatto dalla Commissione, a cui ho dianzi accennato.
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Accademia della crusca
