Certo il complesso della vita economica e politica di una nazione moderna è così denso di relazioni e di sviluppi, ha tali compiti nel progredire delle ragioni sociali, che crea nuovi vincoli, mentre presta nuovi utili servizi; onde nuovi organismi e più sviluppati si impongono, leggi più complicate e ordinamenti molteplici si approvano, pari al ritmo della vita moltiplicantesi come onde che si accavallano e si dissolvono nella tempesta dell'attività collettiva. Però, mentre ogni nuovo sviluppo di vita crea vincoli di relazione, tende per questo stesso alla liberazione da miserie e da deficienze morali o intellettuali, politiche o economiche, secondo la natura specifica di ciascun movimento; sicché è nel giusto ritmo della vita sociale mantenere l'equilibrio tra lo sviluppo della personalità individuale equello della ragione collettiva, perché ogni vincolo porti una elevazione, e ogni elevazione conquisti una libertà. Non vorrei essere oscuro: l'elemento familiare dà il più luminoso esempio al mio dire: l'uomo che si unisce ad una donna nel sacro vincolo della società matrimoniale perde una parte della sua libertà individuale e accetta le leggi e i patti coniugali ai fini specifici: ma insieme passa in una condizione di liberazione dalle ragioni di inferiorità quale era per lui la vita del celibe (nel senso naturale della parola, a parte ogni concezione di abnegazione cristiana), ottenendo l'aiuto della donna ai fini naturali, nel mutuo amore, nella filiazione, per la continuità della specie. E tale liberazione ed insieme elevazione determina in lui, con i nuovi doveri e diritti, l'acquisto di libertà sociali, cioè la possibilità di conquistare i fini della nuova società con atti di propria volontà e sotto la propria ragione personale.
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