Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 21 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Né tale scuola si insinua fra le altre due quasi furtivamente senza una adeguata giustificazione, bensì reclama il proprio diritto di cittadinanza accanto ad esse. Invero, riconoscendo essa (anco per semplice osservazione di fatto), e professando esplicitamente, che le leggi economiche utilitarie presuppongono la osservanza delle norme di morale e del diritto in connessione colle corrispondenti premesse speculative, e che anzi, in virtù soltanto di quelle nella società umana si armonizza l'utile individuale con quello sociale,essa medesima viene ad attestare che tale subordinazione, tutt'altro che accidentale, è una condizione necessaria allo sviluppo normale dei rapporti economici. In tal maniera questa scuola etico-giuridica nell'economia (che fu anche denominata della solidarietà)risulta alla sua volta fondamentale,altrettanto e più delle altre due, riuscendo a completare la trilogia dei sistemi economici. Essa ne è infatti la naturale integrazione.

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Accanto all'indirizzo metodico naturalistico-razionale, quasi «determinismo intellettuale sconfinato» si colloca lungo il secolo XIX, quello evoluzionistico.Questo, sebbene proceda dall'idealismo più trascendente di F. G. Hegel (1770-1831); rimane pur sempre positivo; perocché nel sistema filosofico di lui (Fenomenologia dello spirito, 1807; e Scienza della logica, 1812) il pensiero si identifica col fatto. Per esso l'idea che si svolge indefinitamente dentro di noi, crea, plasma, travolge tutta la realtà fuori di noi (evoluzione);

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La dura esperienza ammaestrava che il rimedio consisteva nel restaurare il metodo integrale nella sua obbiettività, nelle premesse metafisiche, nei processi logici, nella dimostrazione di certezza del vero; sicché si rivendicasse il necessario accanto al contingente nei fatti e l'assoluto accanto al relativo nella scienza.

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E così, accanto alla teologia ed alle scienze sacre (spesso sotto veste poetica e artistica), trovansi la filosofia, l'etica, il giure privato e pubblico; mentre nemmeno si sospetta che gli interessi materiali possano divenire oggetto di indagine e discussione scientifica.

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La proprietà è ammessa e guarentita; ma della terra promessa (assegnata alla nazione) rimane padrone Jehova, e l'uomo l'ha in precario od usufrutto nell'interesse proprio e comune; e perciò è ripartita in tante circoscrizioni quante sono le tribù (meno quella di Levi) esse in cantoni,e questi in tanti patrimoni familiari.Ma accanto a questa proprietà domestico-nazionale per eccellenza sopra il territorio sacro (quasi l'ager publicus dei romani), la quale non poteva cedersi a terzi che temporaneamente, sono ammessi e incoraggiati altri acquisti individuali, frutto di attività personale. Il lavoro, la preveggenza, il risparmio, sono benedetti e consacrati: il lavoratore di nazione ebrea è libero e rimunerato; se si alloga come mercenario («sakir») presso un padrone, moralmente è rispettato e il vincolo deve essere temporaneo (non più di sei anni). Il vero schiavo perpetuo («êbed»), bensì trattato umanamente, non può essere che straniero.

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Per questa via metodica esso venne a rivendicare nel dominio economico, accanto alle leggi positive, i principi edonistici di ragione universale, fondati nella natura dello spirito umano; — reagendo così al relativismo sistematico della scuola sociologica, e riannodandosi alle tradizioni di Adamo Smith e dell'economia classico-liberale.

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E così il diritto statutario,accanto al diritto comune (intreccio del giure romano e del canonico sulle basi di consuetudini latine e germaniche) svolgendosi in tutte le applicazioni di diritto civile, commerciale e pubblico, poté divenire uno dei fattori della nuova svariatissima ed esuberante attività economica dei Comuni medioevali, specialmente italiani (Pertile, Bruder, Ashley), presentando il duplice aspetto integrante di diritto permanente e di diritto progressivo.

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Dove il ricco è uno solo in mezzo a un volgo di miserabili, come nei paesi orientali, grandeggia il dispotismo; dove unica ricchezza è il possesso fondiario prevale il feudalismo; lo svolgersi accanto ad esso della ricca borghesia genera la monarchia mista, ove sono rappresentati i due stati, della proprietà immobiliare e della mobiliare; il prorompere e fiorire dei nostri Comuni medioevali della democrazia mezzana (borghesia grassa) è il risultato del trionfo della ricchezza mobile che riesce ad elidere l'importanza della ricchezza immobiliare. Un regime di ordinata libertà, che a tutte le classi conceda equa parte nel pubblico governo, suppone una relativa diffusione di benessere economico; e così oggi l'allargamento progressivo del suffragio non apporta dappertutto lo spirito democratico nella pubblica cosa, se a quello non corrisponda una graduale elevazione dello stato materiale delle moltitudini, come realmente oggi accade nell'Inghilterra.

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Oggi stesso le dottrine socialiste non sono sempre il riflesso necessario di popoli sofferenti; spesso accanto al socialismo di stomaco vi ha quello di cervello, più tenace ed ardito fra popolazioni benestanti; e la storia dimostra che le commozioni socialistiche sono invece preparate prossimamente dall'ambiente economico viziato, ma remotamente dalle dottrine di solitari filosofi utopisti o sovvertitori.

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La popolazione, cioè la presenza accanto all'uomo di altri suoi simili, con cui si trova legato in ordine al fatto della vita (fisiologica), ferma e svolge intorno a lui i primi anelli, per cui egli viene a partecipare di una nuova esistenza collettiva integrando, elevando, ampliando così il suo valore personale non solo nei riguardi fisiologici ma psicologici ancora. Quanto debole e caduco l'uomo senza la prosecuzione e il soccorso della prole! Quanto poco è ciò che l'uomo impara da sé e quanto maggiori le cognizioni che si acquistano mercé degli altri! Quali occasioni e stimoli di nobili affetti e di forti virtù nella convivenza! Per mezzo della popolazione, che è una continuazione dell'opera creatrice di Dio, l'uomo riesce ad attribuire alla propria esistenza una certa perennità e universalità; a conseguire sussidi che accrescono all'indefinito la sua potenza operativa; a scorgere fini che trascendono l'egoismo del presente e si allargano all'altruismo in un remoto avvenire; donde la prima mossa verso quel bene, sempre più alto, ampio, che inizia il progresso morale-civile (Schäffle, Kidd). Or bene di queste virtù di progresso la radice si cela nell'organismo vitale demografico; sicché ogni deviazione da esso, come ogni prosecuzione del suo normale assetto, si ripercuote, attraverso vie indirette, sul cammino della civiltà, e quindi sull'economia.

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Altrove plasma nuovi cicli di civiltà: chi sa dire quali tipi civili usciranno dalle colonie australiane, ove nel parlamento seggono accanto bianchi, negri e meticci? O quale civiltà si prepara a Giava e nella Sonda, ove alle primitive genti e agli europei si sovrappongono le correnti cinesi?

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La prima (amministrazione economico-sociale) è la parte pratica, accanto a quella teoretica, della economia sociale: come due aspetti dell'attività economica dei popoli; e giova pertanto studiarle parallelamente, sicché ad ogni legge teoretica (p. e. del credito) segua il meccanismo di attuazione (p. e. la banca, ecc.).

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La quale risulta pur sempre avanzatissima, sebbene (ciò è caratteristico) ristretta quasi esclusivamente: — alla tecnica edilizia in que' popoli fondatori di città magnificenti con case a più piani e monumenti insuperati; — alla tecnica bellica,favorita dalla grande industria del ferro (di origine turanica, Cina, Egitto, mar Nero) e di quella del bronzo (semitico-fenicio); — e alla tecnica,invero trionfatrice che potrebbe dirsi civile a servizio pubblico, comprendente l'arte degli acquedotti, canali irrigui, fontane, strade, porti, compresa l'arte navale (presso i fenici, navi che facevano 20-30 miglia al giorno con 50 rematori); e accanto a queste, la meravigliosa tecnica suntuaria di tessuti, di ornamenti, di arti estetiche. Tutto ciò in relazione al tipo di quegli ordinamenti politici accentrati, militari, sacerdotali, burocratici, eretti su classi doviziose e privilegiate.

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Noi assistiamo per lunghi secoli nella storia di ogni paese, in specie indo-europeo (in oriente ciò è meno palese e più discusso), accanto a saggi elementari di proprietà individuale, al fatto di una prevalenza continuata di forme di proprietà collettiva,nella marca germanica, negli «Allmenden» svizzeri, nel «folkland» inglese, nel «mir» russo, nel «kamarskipt» svedese, oltre all'ager publicus latino ed altre forme analoghe, perfino nelle isole della Sonda e nel Giappone, come ordinamento remotissimo della proprietà (Laveleye). Il tipo fra gli arii occidentali è offerto più nettamente dai germani; tipo già descritto a certo grado di sviluppo da Cesare e da Tacito, illustrato con prove rigorose e comparate presso molti popoli (Schupfer, Tamassia, Brunner). — Appena nei popoli migranti cominciarono le prime stazioni, la terra trovasi di fatto distinta in tre zone all'intorno d'ogni villaggio («Gau» ted., pagus lat., «by» sved.) per entro al più grande giro della marca, appartenente alla tribù: — un gruppo di piccole parcelle di terreno («Hufe»), attiguo ad ogni villaggio, dove ogni singola famiglia ha la sua casa con annesso orto ricinto («Hof») di proprietà privata; — più in là una zona più ampia di terreno («Gevanne» ted.) in proprietà collettiva della associazione di tutte le famiglie del villaggio, i cui rappresentanti ne assegnano il possesso temporaneo a sorte («kamarskipt» sved.) per coltivazione (per uno, tre, nove anni) alle singole famiglie; sorteggio che ripetono periodicamente con successive assegnazioni (arva per annos mutant); — più largamente ancora (et superest ager) una zona esuberante non attribuita a nessuno (né al singolo, né al gruppo di villaggio per turno), ma appartenente alla tribù complessivamente; proprietà collettiva codesta non dissodata (Weide), ma a prato naturale, a bosco, a stagno;nella quale tutti sono liberi di fruire in comune del diritto di pascolo, di legnatico, di pesca, tenendone la custodia le assemblee della marca, più tardi il re, per l'uso di tutti;forma incipiente di proprietà fiscale. Di qui la coesistenza rudimentale di proprietà individuale e collettiva.

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Bonifacio, m. 755), iniziando nelle deserte campagne i primi circoli di coltura agricola, e in breve collocandovi accanto officine d'arti ausiliari e murarie (fabbri, falegnami, muratori) insieme a quelle architettoniche ed artistiche (musaici, miniature) e talora certe industrie tessili (gli umiliati) e farmaceutiche (i carmelitani e certosini), — insinuarono nuove pratiche tecniche nell'agricoltura, nell'industrie, nelle arti estetiche, massimamente nelle costruzioni edilizie di conventi e cattedrali. — Dietro questi esempi Carlo Magno, restauratore dell'impero romano (800), nella sua residenza di Aquisgrana, nei resti delle colonie latine, negli immensi demani, raccoglie coltivatori, artigiani, e dà norme al lavoro nei capitolari; e lo imitano successori e più tardi principi feudali nelle ville e nel borgo sottoposti al castello. — Risorti specialmente dopo il 1000 i Comuni italici, sotto l'impulso potente di Gregorio VII, e poi quelli di tutta Europa, ivi le popolazioni manufattrici, strette nelle Corporazioni dell'Arti, raccolgono e maturano nei giornalieri sperimenti e negli statuti i segreti di una tecnica industriale viva e progrediente la quale si assimila via via le tradizioni tecniche dell'Asia, nei contatti cogli arabi-saraceni sul Mediterraneo, accrescendole indefinitamente colla frequenza degli scali levantini, coi viaggi di missionari e mercanti fin all'estremo oriente, colle colonie e fattorie in tutta Europa medioevale. Era veramente risorta una tecnica indefinitamente novatrice sulle reliquie ammortite dell'antico paganesimo; la quale, prendendo le mosse dal secolo VI, raggiunge il suo apogeo in Italia nel XIII-XIVe nei paesi d'oltr'Alpi (Francia, Fiandra, Inghilterra, Germania) nel XV.

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Valga quale prototipo: — la filatura meccanica del cotone, che dal 1730 coi graduali perfezionamenti dovuti ad Highs, Hargreaves, Arkwright, Crompton, Roberts, arrivò al filatoio automatico nel 1825, mettendo in moto oggi circa 90 milioni di fusi; — nonché la tessitura meccanica che inventata da Cartwright nel 1786, oggi sorregge nella sola Gran Bretagna 700 mila telai, per il cotone soltanto, sicché i tessuti di cotone divennero (accanto al lino, alla canapa, a prodotti misti) l'indumento universale (Schmoller).

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Così i poveri,abbandonati all'universale vitupero e alla persecuzione anche nella civiltà ellenica per consenso e testimonianza di Platone, Demostene, Orazio, Giovenale; i quali invece divennero oggetto di venerazione, dacché nel povero fu insegnato a scorgere Cristo stesso e nella povertà accanto alla ricchezza, con sapiente ed ardito concetto, in virtù del ricambio di servici si additarono le due basi dell'ordine provvidenziale civile e dei suoi progressi. Donde per i poveri e per tutti i pazienti e sventurati, — e conviti caritatevoli (agapi) — e aiuti collettivi, dalle prime elemosine organizzate fra i fedeli nella Chiesa d'Asia, alle diaconie di là trasferite in Roma (nel sec. III); — e ricoveri, e spedali, e ospizi (nosocomi, ptocotrofeia) in occidente (fin dal sec. IV); — e difese legali severissime, e gratuito patrocinio, e provvedimenti suntuari: — anzi tutta una fioritura rigogliosa di spontanee istituzioni e opere pie (beneficenza privata), e un nuovo ramo di amministrazione civile (beneficenza pubblica) insieme ad una speciale e ricca letteratura economico-giuridica, riguardante la prevenzione, il sollievo, il rimedio della povertà; letteratura che si protrasse crescendo fino ai dì nostri (Ratzinger, Benigni).

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. ‒ Finalmente, accanto agli altri due fattori spirituali dell'ordine sociale, a quali risultati conduce nel campo della ricchezza il fattore psicologico della coscienza collettiva?Rispondiamo tosto: attraverso alcuni fenomeni psichici intermedi, essa riesce al grande fatto comprensivo e finale della solidarietà economica.La genesi di tale concetto, sentimento e del corrispondente prodotto storico apparisce lunga e contrastata ma sicura.

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Ecco, finalmente, che dietro queste osservazioni ed esperienze storiche si elabora un nuovo fatto psicologico: vale a dire che accanto alla coscienza della individualità coi suoi interessi speciali ed alla coscienza della socialità coi suoi interessi generali — sorge, si educa, e si rafferma la coscienza della solidarietà,cioè «la consapevolezza che il più diffuso e completo bene particolare degli individui si ottiene mediante il bene generale della società e subordinando pertanto il bene proprio al bene altrui, in omaggio ad una legge morale superiore, in cui ambedue rinvengono la ragione ultima e la loro sanzione».

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Mercé questi fattori di cultura, di religione e di storia civile, accanto alla coscienza della personaindivdua si educa e cresce la coscienza della personalità sociale.Spetta alla sociologia illustrare l'efficacia di queste cause spirituali,che al di sopra di quelle cosmiche e biologiche ispirano e signoreggiano l'ordine e la vita della civiltà. A noi conviene soltanto accennare come esse si traducano in talune risultanze concrete che interessano le leggi dell'economia.

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Così la famiglia novella accanto all'autorità collocò un principio espansivo di libertà e di autonomia;si dispogliò lentamente di funzioni estranee alla diretta consanguineità ed ai fini privati e, pur mantenendo vincoli morali colla lontana parentela, preparò per mezzo di questa il distacco progressivo di organi sociali, civili, da essa procedenti ma di finalità differenti. Il medio evo assistette invero alla grande elaborazione di organi autonomi gentilizi, di classi, di stirpi intorno alla famiglia; la quale ne rimase rinfrancata ma non più assorbita (Périn).

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