Noi vogliamo fare anzi di molti istituti politici e sociali delle nuove terre, e fra questi in ispecie delle autonomie comunali provinciali, utile studio per le riforme nel Regno; noi vogliamo risparmiare ogni turbamento nelle abitudini e negli interessi e le popolazioni tanto provate saranno nel loro paese, com’è naturale, preferite in ogni campo della vita nei consigli e negli uffici. Non vogliamo ripetere oggi - le conseguenze ne sarebbero più gravi per le condizioni nazionali e politiche - gli errori del 1866. Evitiamo energicamente le invasioni burocratiche pertinacemente assimilatrici e calmiamo il furore di assimilazione e decomposizione con cui anche ora come allora per opera di piccoli irresponsabili si tenta di invadere le nuove provincie».
Come nella grave crisi di circa un trentennio fa, si deve al coraggio con cui fu affrontato il rischio dell'emigrazione operaia, e alle abitudini di risparmio fino al sacrificio dei nostri contadini, il fattore principale. di superamento; così oggi saranno le masse lavoratrici, sotto l'assillo di questa più vasta crisi, a ristorare col loro sacrificio le sorti economiche del nostro paese. A un patto, però: che possa ambientarsi il lavoro produttivo in uno stadio di sicurezza e di tranquillità; che l'emigrazione non sia sfollamento di masse che si spostano, nuovi iloti di altri popoli o servi della gleba, nelle tormentose oscillazioni del mercato mondiale della mano d'opera; che si sviluppi la nuova forza organica e si trasformi il vecchio regime economico in condizioni per cui il lavoro trovi la sua piena ragione di attività e di vita.
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E se l'andarsene é così difficile, ciò avviene solo per le male abitudini della brigata; dalla quale chi scampa tanto più ragione ha quindi di chiamarsi fortunato, anche se acquistò il diritto al loro odio, per tutta la vita.
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