Non così nelle città, ove per il valor di monopolio dell'area e per la costruzione di case a più piani (già nelle antiche città d'oriente), lo spazio abitabile per i singoli si fa angusto e dispendioso; ed ivi più famiglie unite sono impossibili o vivono accumulate in modo incivile. Soltanto ai principi e ai doviziosi nelle città è dato di ostentare le grandi magioni colle ingenti famiglie; ed Omero ci descrive il palazzo di Priamo in Ilio, che ospita 500 persone, figli, nuore, generi, parentado, domestici e servi; e Roma imperiale ci addita le ville suntuose dei patrizi e neo-arricchiti (homines novi) colle famiglie gentilizie e con centinaia di schiavi ed ancelle. Ma allora come ora, per i mediocri e per il popolo, le abitazioni cittadine tornano di ostacolo al vivere di grosse famiglie.
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