Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbracciano

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Le buone usanze

195467
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Esse si alzano ogni volta che entra una visitatrice; abbracciano le loro coetanee, se intime; porgono modestamente la mano, accompagnando l'atto con un inchino, alle signore maggiori d'età; cedono a queste il posto migliore; non fanno capannelli e clamorose risate colle loro amiche; si occupano un po' di tutti, anche se il farlo costerà il sacrifizio del loro piacere, e specialmente poi si occupano di quelli che l'umiltà della condizione o la timidezza del carattere lasciano un po' in disparte nella conversazione generale. Quando c'è la mamma, non tocca alle figliuole tenere animate le chiacchiere, anzi si mostrino bene attente a non interrompere il discorso con contraddizioni ed osservazioni; ma se esso languisce, possono benissimo, con una frase detta a tempo, con una parola sempre buona, animare un circolo di signore anche attempate. In fondo, per una fanciulla, quello del ricevimento e un po' un giorno di sacrifizio; ma essa faccia che sia anche un giorno di scuola, una lezione di quella vita mondana che più o meno dobbiamo vivere tutti. La signorina accompagna le visitatrici alla porta del salotto dove le ha incontrate, e, in mancanza del domestico o della cameriera, apre loro pure la porta di casa senza derogare affatto alla sua dignità; le incarica di saluti per la mamma, per le figlie, per le sorelle, mai per i parenti maschi. Se l'ospite è un uomo, la signora non si alza mai; è però autorizzata a porgere la mano a quello che, venuto in casa sua, ella ha diritto di considerare accetto ai suoi genitori; non lo riaccompagna fuori, può incaricarlo di saluti, non di baci per la sua famiglia. Se, contemporaneamente a questo visitatore ci sono delle signore, ella deve un po' trascurarlo, anche se egli rappresenta per lei il principe grazioso, che le darà un giorno tutte le gioie della vita. Il breve sacrifizio le sarà compensato dall'acquisto della fama, che non potrà mancarle, di dama perfetta, di donna che sa dominare i propri sentimenti, qualità inapprezzabili nel nostro sesso fatto tutto di impressioni e di slanci. Non dirà mai male di nessuno, prima perchè, in questo caso, la regola dell'educazione è fatta più autorevole dal consiglio della coscienza, e poi perchè può, anche senza volerlo, urtare i sentimenti dei presenti. Per massima, questo principio deve informare i suoi discorsi tanto a casa che fuori, colle amiche e coi conoscenti. Succede qualche volta che, con poco riguardo per i sentimenti altrui, si tengano in un salotto discorsi un po' troppo liberi; si parla di scandali della società. Ora una fanciulla non vi deve partecipare; però è inutile che abbia l'aria di scandalezzarsi, di sentirsi offesa; oramai all'ingenuità nessuno crede più, anzi io la autorizzo perfino, se si tratta di una sua amica, a mettere una buona parola, mitigare la severità dei giudizi emessi; il suo desiderio di fare del bene, di difendere la accusata, farà migliore impressione che tutte le sciocche maniere di una virtù che vuol parere oltraggiata. E quest'idea l'accompagni sempre in tutta la vita famigliare e in quella della società. Tanto in questi ricevimenti settimanali che nelle serate che in sua famiglia offre agli amici, la signorina deve vestire con grande semplicità, deve cercare di eclissarsi, anzichè di primeggiare sulle compagne; non intenda con questo di far la cenerentola, che anzi sarebbe di pessimo gusto mostrare trascuratezza. Le sono permessi gli abiti chiari adatti alla sua freschezza, al suo tipo, ma le guernizioni ed i gioielli li conservi per quando è ella stessa invitata. Non tutte le sue ospiti hanno uguali mezzi di fortuna ed ella dà prova di bontà dimenticando la propria soddisfazione, sacrificandosi per non dar loro ombra. Se la riunione ha per iscopo un ballo, ella deve saper rinunziare al piacere di un valtzer, di una quadriglia, quando la mancanza di cavalieri obbliga un'altra fanciulla a star seduta; vicina alla mamma riceve gli invitati via via che entrano, presenta i giovanotti alle sue amiche, accompagna le signore, che non ballano, ai loro posti, e non le dimentica durante la serata; chiede loro soventi se hanno desiderio di qualche cosa, di un rinfresco, osserva che siano in posizione da non aver a soffrire per le correnti d'aria o per le pestate dei ballerini. Se la sua mamma non balla più, è generalmente lei che apre il ballo con l'ospite di più riguardo; ma può rinunziare al suo diritto, quando, per esempio, si tratti di un ballo ufficiale e si trovi tra le ballerine una signora, moglie di un alto funzionario superiore, dipendente o collega del padre. La padrona di casa è costretta ad intrattenere chi la onora della sua presenza, quindi è la fanciulla che presiede il servizio del tea, alla dispensa, magari alla cena; ella deve dunque badare a non trascurare nessuno; la riuscita della festa affidata al suo tatto. Lo so che, a conti fatti, sono queste per lei ore piuttosto di fatica che di piacere; ma prenderà la sua rivincita in altre serate in cui, grazie alla sua provata bontà, troverà pari accoglienze festose e cordiali. Per i ricevimenti intimi, le occorre pure fare provvista di una gran dose di pazienza; se l'intimità è tale da permettere un lavorino, si prepari un ricamo leggiadro, qualche cosa che non richieda troppa attenzione; mai niente di vecchio da rattoppare, niente che dispiaccia all'occhio; sono bellissimi ed utili lavori, ma la giornata è tanto lunga che un'affettazione ed una scortesia ad un tempo, serbarli proprio all'ora destinata alla conversazione. Non è affatto bello vedere una donna appassionata del giuoco, pure mi pare necessario che una gentile padroncina di casa impari alcuni di quei giuochi che sono di moda secondo le epoche e che le permettono di rendersi utile alle persone che non possono più lavorare alla luce delle lampade e che non si appassionano della musica. Se possiede un bel talento di musicista e una bella voce, canti e suoni senza farsi pregare, ma non affligga il suo uditorio con un'arte imperfetta, o con una filza interminabile di pezzi troppo difficili per le generali cognizioni. Se per una circostanza qualsiasi venne invitata a casa sua un'artista o una delle sue maestre, tocca alla giovane allieva occuparsene in maniera che l'ospite si senta apprezzata per quello che vale, e non abbia a supporre che l'invito fu fatto a vantaggio della famiglia che la riceve.

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Eva Regina

203307
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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Gli sposi si abbracciano con un senso nuovo di tenerezza e di rispetto. Un elemento sacro è penetrato nel loro amore e lo purifica, e lo eleva, e lo rassoda e se più tardi, nella vita, quando le cir- costanze, la fatalità, la caducità dei sentimenti umani, potranno aver allontanato quei due cuori, se volessero rivivere l' ora del passato, ricordare le loro giovani pupille piene di lacrime d' emozione, certo qualche cosa di nobile e di salutare tornerebbe in essi a fiorire. La giovane sposa ritorna sorridente, ritorna fiduciosa e tranquilla. Era la vita, ed essa l' aveva creduta la morte ! Un nuovo coraggio le viene e le fa sopportare, adesso, con pazienza e fortezza ogni molestia, ogni male fisico. Intanto nuove forme d' attività s' impongono al suo desiderio e la tolgono dall' inerzia dove languiva. Bisogna ch' ella prepari al caro ospite futuro un' accoglienza uguale all'importanza ch' egli ha per lei. E subito si occupa del minuscolo corredo di cui dirige la confezione, o che molte volte allestisce tutto da sè, dalle carnicine di finissima tela senza apparecchio, alle federe dei guanciali che ne accoglieranno il tenero corpicino : dai corpetti di flanella soffice ai bavagliolini trinati; dalle calze da bambola all'abito lungo, aperto dietro, e alla cuffietta infioccata per le prime comparse nel mondo. E poi gli altri indumenti di prima necessità che la mammina moderna sceglie secondo le ultime regole dell' igiene e prepara in grande abbondanza ; il ricco abito battesimale, a trine, a ricami, ma tutto bianco : la culla, infine, la beata navicella dalla candida vela vaporosa alla cui ombra essa si assiderà. Dolci ore di tranquilla opera nell' attesa sacra ! Stanno forse tra le più belle della vita. I disturbi dei primi mesi sono passati : il piccolo essere incognito dà già segni della sua esistenza nel grembo materno con sussulti lievi` a cui ella risponde con altrettanti sorrisi. Egli pare dire : « Son io, mi senti ? io, informe ancora, che tu nutrisci e completi col tuo sangue e col tuo respiro : io, che morrei se tu morissi, e che ho bisogno di te ! » Ed ella risponde : « Sei tu ? tu, misteriosa anima, accesa in me da misteriose origini: sei tu che non conosco ancora, figlio o figlia ? Sei tu, che assorbi ora tutta la mia vita, tu che non vedo ma che già così profondamente amo ? » La giovane mamma cuce il corredino, intanto, e le giornate scorrono in una monotonia piena di dolcezza : ogni scossa le vien risparmiata, ell' è l' oggetto di tutte le cure ognuno ha sul labbro per lei un augurio, una benedizione, una parola gentile, e tutti i suoi pensieri, tutti i suoi disegni, tutte le sue opere sembrano avvolti in un profumo mistico, circonfusi da un' aureola d'oro.

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