Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbisogna

Numero di risultati: 10 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Le buone usanze

195742
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Nessuno più dell'ufficiale di marina abbisogna del biglietto da visita; oggi qua, domani là, destinato a lasciar oggi le persone incontrate ieri, egli deve servirsi quasi quotidianamente di questo mezzo di presentazione, di ringraziamento o di congedo. Data la brevità della sua dimora nelle diverse stazioni, egli frequenta piuttosto il pubblico degli alberghi; e, ad esempio, gli americani, anzi, le americane, annettono molto valore a questo cartoncino per noi di così esigua importanza. Volendo far pervenire un biglietto ad una persona alloggiata in un albergo, o ad un membro di un circolo qualsiasi, si scrive sull'orlo superiore del biglietto il nome del destinatario; per esempio: For Mr. G. Bloomfield; pour M. le Président du Club, ecc. Purtroppo, lungi dal nostro bel paese non possiamo mai scrivere in italiano; noi che siamo stati, e che, certo, saremo sempre i primi marinai del mondo, non abbiamo saputo imporre, allo straniero, la nostra lingua: ed un indirizzo italiano corre rischio di non essere capito o male interpretato, fuori della patria nostra. Ma veramente, a questo proposito vi sarebbe molto da discutere, e, una semplice verità è pur questa: che astenendoci noi, in paese straniero, dallo scrivere e dal parlare il nostro dolce idioma, non ne facilitiamo certo la diffusione. E qui mi sia permesso modestamente di mandare una schietta parola di lode a quella Società Dante Alighieri che promuove la diffusione, o, almeno, cerca di mantener viva, la nostra lingua ovunque, in terra straniera, sono a migliaia e migliaia i nostri connazionali.

Pagina 160

Eva Regina

204467
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 9 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Ma io credo che una mamma non possa rinunziare alla vigilanza continua sulla propria creatura nel periodo in cui più ne abbisogna e quando l'ignoranza e i pregiudizi altrui possono esserle fatali. Meglio dunque avere la balia presso di sè per sorvegliarne la pulizia personale, il regime dietetico e per guidarla in tutto ciò che riguarda il suo ufficio; e la donna di cuore farà questo con garbo, con tatto femminile, procurando di acquistarne la confidenza più che dimostrandole la propria autorità. Dobbiamo pensare che la balia è pure una mamma e che per nutrire il nostro figliuolo ha dovuto privare il suo del nutrimento naturale a cui aveva diritto : che se è di condizione inferiore e più rozza, il suo sentimento è uguale al nostro, che anch' essa può avere giornate di malinconia, nostalgie, inquietudini; e ch'è nostro dovere ed opera di gentile pietà cristiana e civile il procurare con ogni mezzo di consolarla, di rendere meno penosa la sua condizione d' esiliata e di spostata. Colei che nutre la nostra creatura non può essere lasciata al livello degli altri domestici: dovremo conferirle un trattamento speciale, tenerla con noi il più possibile, parlarle amicamente, fissarle un salario conveniente, fare in modo che abbia abiti e biancheria a sufficienza ed essere generosi in regali. Se il costume del suo paese è pittoresco, meglio lasciarglielo conservare anche negli abiti più ricchi che le faremo noi, altrimenti s' abbiglierà secondo l'uso, coi grembiali bianchi sulle vesti a colori vivaci e il largo nastro che circonda il capo e scende sul dorso. Dovremo però fare in modo che la balia sia sempre linda e decorosamente vestita anche in casa e le permetteremo il meno possibile di mescolarsi con gli altri domestici, di uscir sola, di aiutare nelle faccende di casa. Non si dimentichi mai che la sua missione è unicamente quella di allevare il nostro tesoro e farlo sviluppare florido e vigoroso. La costituzione dell' infanzia e spesso la salute di tutta la vita dipendono dal modo con cui fu compiuto l' allevamento del primo anno d' età. Non bisogna quindi trascurar nulla per ottenerlo perfetto: e questa deve essere per una buona mamma il principale e continuo pensiero.

Pagina 153

Provate, dunque, a misurare la forza che abbisogna per impedirgli di tradirsi con una parola, con un atto, con uno sguardo! Calcolate l'eroismo che ne sacrifica la libera e fiera espressione alle leggi, ai convenzionalismi, agli usi d'una società alla quale è mille volte superiore !... E quando un amore simile diventa dolore! Quando attraversa una di quelle crisi in cui il cuore s'infrange ; nelle quali grida vi salgono alle labbra e singhiozzi vi chiudono la gola: e intanto si deve tutto reprimere! Pensate a quello che costa in ore simili la maschera dell' indifferenza, pensate alle torture che nasconde ! Ditemi se l' ipocrisia del silenzio, la menzogna della voce tranquilla, la simulazione di vivere la vita che gli altri vivono non sono anche sacrifizio, il più doloroso che si possa esigere da un uomo, e, per conseguenza, il più nobile... » Il protagonista di questo romanzo ove domina l'ideale del dovere, come in tutti gli scritti del Rod, riceve l'annunzio della morte della donna profondamente e segretamente amata, da una persona leggera e mondana, a un pranzo d'invito. Ed egli deve contenersi, limitare il suo rimpianto, deviare, poco dopo, il discorso dal lugubre argomento perchè i commensali non ne fossero troppo funestati ; intrattenersi con loro amabilmente... Oh, che cosa diviene, a confronto di questa inenarrabile tortura il dolore più grande, ma diviso, ma liberamente espresso, ma confortato dal compianto altrui ? Non acquista il primo una grandiosità assai più tragica, assai più eroica nella sua muta tempesta non veduta, dissimulata fieramente così ? Oppure non è la morte, ma è una separazione ugualmente amara, ugualmente suprema. È la partenza della creatura amata, è il suo abbandono, è la sua dedizione a un'altra creatura. E bisogna saper tacere, sapersi separare senza disperazioni, fingere degli auguri, se è un matrimonio che si celebra, e continuare a frequentare tutti i luoghi dove si trovava lui che ora non c'è più, essere liete e sorridenti e gentili con tutti, mentre il cuore geme e l'anima naufraga: comportarsi come se nulla di grave, d'irrimediabile ci avesse colpite; come se per noi non si fosse spento il sole...

Pagina 256

Anche la macchina da cucire si tiene in guardaroba per non ingombrare le altre stanze con lavori in confezione, modelli, stoffe e quanto altro abbisogna: esposizione poco simpatica quando si vede fuori del luogo destinato a simile uso.

Pagina 291

Le macchine da cucire hanno affrancato l'operaia di biancheria dalla sproporzione fra l'enorme impiego di tempo e il risultato della sua opera, non però dalla pazienza, dalla minuzia, dalla cura che la sua opera abbisogna. Ma ora coll' aiuto della macchina e il progresso delle industrie, le cucitrici creano quei vaporosi capolavori composti dalle sapienti combinazioni della batista, del merletto, dei ricami d' ogni genere, dei nastri, che fanno somigliare l'intimo abbigliamento di una donna elegante all' onda di candida spuma da cui uscì Venere dea. Pare che una giovanile testa muliebre china su un paziente lavoro, sia sommamente suggestiva, giacchè quasi tutti i poeti le hanno dedicato qualche rima. Fra i più moderni ed eminenti, rammento il Pascoli che ne La cucitrice ci dà l'immagine della pia sorella che lavora d'ago, nel tramonto

Pagina 387

Una vedova non si fa il corredo, si limita a fornirsi di quegli abiti di cui abbisogna. Le nozze si celebrano con la massima semplicità. In chiesa e in municipio la sposa può indossare un vestito da visita, elegante, o l'abito da viaggio. Invita i parenti, compresi quelli del primo marito, che per solito si astengono dall' intervenire per delicatezza. Non porta fiori sulla persona o fra le mani, ma le amiche possono benissimo offrirle mazzi di fiori a casa, non mai mazzi completamente candidi. Negli annunzi mette soltanto il suo nome di fanciulla accanto al nome dello sposo : anche nei biglietti da visita fa scrivere solamente il suo nome di famiglia e quello del suo secondo marito. Se ha dei figliuoli, li allontana per quei giorni affidandoli a qualche stretto parente per richiamarli al ritorno ciel suo viaggio di nozze. Una vedova che si rimarita non ha demoiselles d'honneur come una signorina, ed entra ed esce dalla chiesa e dal municipio a braccio del suo sposo. Procura però che assistano rappresentanti delle due famiglie. Se il fidanzato le ha regalato dei gioielli se ne adorna, ma sarebbe di cattivissimo gusto che in quel giorno portasse gioielli donatile dal defunto marito, od anche abiti od accessori indossati durante la vita di lui.

Pagina 476

Meglio dunque far poco, fare quello che le abbisogna per un po' di tempo, non più. Sia il corredo, proporzionato ai suoi mezzi e intonato al genere della sua vita futura; ma se anche della massima semplicità contenga qualche bel capo di biancheria fine; qualche camicia più adorna, qualche sottana, qualche copribusto più guarniti. Anche nel scegliere gli indumenti più intimi abbia il pensiero di conservare intorno alla sua persona un'aureola di poesia, di grazia, d'eleganza. Metta nella biancheria personale le sue iniziali di fanciulla, perchè un matrimonio può rompersi all' ultimo momento e sarebbe ridicolo allora portare degli indumenti con iniziali che non sono le proprie, od essere costrette a disfarle ; e poi la sposa non è una schiava e non deve portare in ciò che le appartiene in proprio il marchio d'un padrone. Metta invece le iniziali del marito in quanto potrà allestire d' accordo con lui, che si riferisca alla vita comune : biancheria da tavola, biancheria da letto e da camera. Pochi abiti e pochi cappellini : quelli di stagione e basta. È gentile da parte sua, curare specialmente l' eleganza dei suoi vestiti da camera e da casa anche se sem- plici. É così che il marito dovrà vederla quotidianamente, ed essa deve studiarsi di apparire graziosa a lui. Gli abiti da uscire sono per gli estranei; ma tutto quanto dovrà indossare tra le pareti domestiche deve avere un carattere speciale di pura seduzione, di dedizione ai gusti e alle abitudini di colui a cui ha fatto il dono della sua anima e della sua vita.

Pagina 52

Chi pensa molto e lavora molto col cervello, abbisogna di un sonno prolungato. Un medico dice che il tempo rubato al sonno è infinitamente dannoso allo spirito, al corpo, alla costituzione. La tranquillità d'animo è la prima necessità per dormir bene: purtroppo, però, non è in poter nostro di possederla sempre. Ad ogni modo bisogna aiutarci per quanto è possibile : procurare allorchè ci adagiamo nel letto, di escludere dal pensiero, dalla memoria, ogni preoccupazione molesta o dolorosa. Difendiamo, con uno sforzo della volontà, l' isola dell' oblio che sta per accoglierci ; lasciamo alle soglie della vita tutto il suo carico d' amarezze e di miserie per attingere nuove forze onde combattere e vincere. Una fervorosa preghiera, un atto di abbandono alla Potenza che regge il nostro destino, aiuteranno a procurarci la calma pel nostro riposo se abbiamo l'anima afflitta o inquieta. Qualche buona ed energica risoluzione se l'anima è in lotta con sè medesima, se la coscienza ci fa qualche rimprovero, è pure, spesso, ciò che decide di un sonno ristoratore. Si eviti inoltre per quanto è possibile, alla sera, quanto può eccitare la nostra fantasia : spettacoli emozionanti, musica, letture di troppo interesse e di soggetto passionale. Gioverà molto, invece, prima di dormire, qualche lettura noiosetta; qualche preghiera formale ripetuta; contare sino a un numero alto; ripetersi adagio versi noti. Rimedi fisici contro l' insonnia, dei quali è provata l' efficacia, sono pure i seguenti : lavarsi la faccia prima di coricarsi; togliere il guanciale; cercare una posizione incomoda e dopo qualche tempo mutarla nella positura migliore, prendere un po' di latte caldo, ed evitare di coricarsi prima che la digestione dell'ultimo pasto fatto sia compiuta: badare di non aver freddo alle estremità, provocare anzi la discesa del sangue tenendo molto caldi i piedi. Anche la positura del corpo e la qualità del letto influiscono sul sonno. Le persone non use a spostarsi spesso, non possono dormire quando cambiano letto : altre use a un letto duro saranno molestate da un giaciglio troppo morbido. Se si arriva però, con una giusta attività e una vita regolata, ad ottenere il bene di un buon sonno, anche i mutamenti non lo impediranno più. Gli igienisti dicono che non si dovrebbe dormire supini, ma sul fianco destro, perchè quando il corpo è in questa posizione lo stomaco resta più libero e il fegato preme meno sui visceri. Dormendo così si eviteranno anche i brutti sogni.

Pagina 523

Una tavoletta dal piano pure di marmo, per i saponi, le essenze, i cosmetici, larghi bacini per le abluzioni : un meccanismo per le doccie, grandi spugne, soffici accappatoi candidi, e infine un ' armeria di quei piccoli utensili d' avorio e d' acciaio di cui la cura minuziosa del corpo abbisogna. Ecco l'ideale. Ma, specie nei quartieri delle grandi città, non è facile possedere questo ambiente prezioso ; però una tinozza si può sempre procurarsela, e col soccorso di qualche metro di tela impermeabile e d' un paravento ci si può creare un gabinetto da bagno in qualunque angolo, ed abbastanza pratico. L' importante è di dare acqua al nostro corpo, in abbondanza e con frequenza. Il bagno freddo è buono per rendere l'organismo resistente all' azione dell' atmosfera, ma non serve per la pulizia, mentre il bagno tiepido, saponoso, è eccellente sotto tutti i riguardi per la conservazione della pelle, per l' igiene e per la nettezza. All'acqua si può associare della crusca, dell'amido, del borace, o della gelatina. Il bagno di gelatina, per cui occorrono 500 gr. di glicerina neutra per bagno, si consiglia alle pelli rugose, alle carnagioni che invecchiano, a quelle che sono la sede di pluriti o che hanno tendenza alla congestione. I bagni acidi, alcalini, solforosi, dissipano le efflorescenze cutanee, le desquamazioni superficiali, ma l'uso di questi bagni deve essere strettamente subordinato alle prescrizioni mediche. I bagni di piante aromatiche, di acqua di Colonia, di tintura di benzoino, di essenza di timo, di borato di soda, sono eccellenti per combattere igienicamente le secrezioni esagerate e nauseanti della pelle. Il bagno di tiglio, poi, ha fama di essere un calmante ideale. Viene consigliato in particolare alle persone nervose ed è uno dei più piacevoli. Si impiega circa un chilogramma di tiglio che si lascia in fusione per un'ora in dieci litri di acqua bollente. Le frizioni e il massaggio debbono sempre seguire il bagno tiepido per facilitare la reazione generale. Inoltre eccitano il buon funzionamento della pelle e la normale nutrizione del tessuto cellulare. I bagni caldi, i bagni russi, bagni di vapore, l'idroterapia, l'abuso dei bagni di mare, sono piuttosto sfavorevoli alla bellezza femminile. Anticamente le dame dell'impero romano e della Grecia usavano bagni d' olio, di vino e di latte. Madame Tallien faceva, bagni di fragole e di lamponi ; qualche altra bellezza celebre s' immergeva nello Champagne : ma questi pretesi segreti di forza e di seduzione sono affatto privi d' ogni importanza scientifica che ne giustifichi il valore.

Pagina 551

Bandiamo le vane fantasticherie, i lunghi rimpianti che a nulla giovano se non a sfibrarci, per sostituirli con l' azione, energica, pronta, assidua, a benefizio di chi ne abbisogna. Ed ogni volta che un pensiero, un ricordo, un rammarico, un senso ribelle, sorgerà dall'intimo nostro lo combatteremo, lo debelleremo come un pericoloso nemico, come un ostacolo alla libera esplicazione delle nostre facoltà migliori — lo recideremo come un vincolo che ci trattenga dal volo. Darsi, darsi con l'anima tutta, ad una missione di bene, grande o piccina, morale o materiale ; fatta di luce di pensiero o d' azioni benefiche, ecco il divino rimedio, ecco il farmaco onnipossente contro le più acerbe sciagure, contro i danni più irreparabili. Sentite con che armoniosi versi un poeta del passato, G. B. Guarini, esalta questo altruismo generoso :

Pagina 696

Cerca

Modifica ricerca