Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbigliati

Numero di risultati: 4 in 1 pagine

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La storia dell'arte

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Pinelli, Antonio 2 occorrenze

In quest’epoca gli altari e i muri delle chiese si popolarono di sculture e dipinti che raffiguravano santi abbigliati come paggi o cavalieri e sante damigelle di profana avvenenza, che indossavano con sussiego sontuosi abiti alla moda e mimavano nelle pose l’eleganza stilizzata e le sinuose movenze dei bellimbusti e delle belles dames sans merci delle corti europee (fig. 78). I protagonisti di questa vita di corte si atteggiavano, a loro volta, come gli eroi e le eroine dei poemi cavallereschi, le cui gesta d’amore e d’onore rivivono sulle pareti affrescate dei castelli, nei codici miniati, negli arazzi, nelle armi da torneo.

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Davanti ad esso, al di là del fossato che lo circonda, dame e signori elegantemente abbigliati giocano senza alcuna remora a tirarsi palle di neve mentre in lontananza vediamo due cacciatori che avanzano a fatica affondando nella neve fino ai polpacci, e tengono al guinzaglio coppie di cani, che annusano e ispezionano il terreno in cerca di selvaggina.

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ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE

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Ghislanzoni, Antonio 1 occorrenze
  • 1884
  • Prima edizione completa di A. BRIGOLA e C. EDITORI
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Erano i piccoli banditori del commercio e della industria, venditori di giornali, di zigaretti e fotografie, porta voci di notizie, anticamente denominati barabini, ed ora distinti col titolo espressivo di demonietti di città Abbigliati di una semplice blouse di seta color scarlatto, la fronte protetta da un elegante berettino di velluto azzurro, i capelli lunghi e scendenti sulle spalle, la gamba ignuda fino al ginocchio, il piede serrato in uno stivaletto rosso colle calze riverse, di una candidezza incensurabile; snelli, petulanti, loquaci, attraversavano la folla senza toccarla, filtravano nei crocchi, strillavano, sparivano come esseri fantastici. Il grido di quei piccoli demoni pose fine alla quistione dei due scienziati. Un pallone da commercio giunto da Parigi in quel punto aveva recato a Milano quattromila case di guttaperca e parecchi barili di pillole Raspail preparate col midollo di leone. All'annunzio inaspettato, tutte le sale furono in moto. I forestieri, che già da parecchie ore languivano a stomaco digiuno, e che non avevano trovato alloggio nella città, assediano la sporta dei piccoli venditori, i quali strillano a tutta gola: - avanti, fratelli! - Una camera per cinque lussi! - Un pranzo in una pillola! - Midollo concentrato di leone! Un vaso di trenta pillole Raspail per sessanta lussi! - Non più fame per un mese! - Non più osti! Palazzi di guttaperca con mobili e senza mobili!!! - Che il diavolo vi porti! - brontola Rousseau, levandosi impetuosamente dal sedile. E salutando con aria dispettosa il collega scienziato: - amico - gli dice - io non posso reggere a questi orribili spettacoli della umana follia. Le tue pillole di midollo affrettano di due secoli il suicidio totale dell'umanità. - Il tempo farà ragione delle nostre differenze - rispose l'altro scienziato, il quale era appunto l'illustre Raspail III, inventore dell'alimento omeopatico. - Ma i tuoi sofismi non possono distruggere nel mio cuore la compiacenza che io provo in questo momento! In meno di un quarto d'ora, i ragazzi aveano infatti esaurita la loro provvisione di pillole; e buona parte dei forestieri, confortato lo stomaco dai sughi efficaci, erano usciti dal Caffè, ciascuno col suo rotolo di guttaperca sotto braccio, che doveva trasformarsi in camera o in palazzo ammobigliato.

I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 1 occorrenze

Lo seguivano altri armigeri e paggi vestiti da imperatrici e da regine, tutti abbigliati sfarzosamente, acclamanti il formidabile guerriero con profondo entusiasmo. I convitati si erano appena degnati di gettare uno sguardo sugli attori, i quali avevano cominciato a declamare ed a battagliare fra di loro a gran colpi di spade e di lance. Quantunque pieni come otri, avevano ripreso lena per far onore alle larve dei bachi da seta, uno dei più deliziosi piatti dolci dell'infernale cucina cinese. - Comprendi qualche cosa? - chiese Fedoro a Rokoff, il quale pareva interamente assorto a seguire le diverse fasi della commedia o del dramma che fosse. - Sì, che si bastonano maledettamente - rispose il cosacco. - Mi pare che a quest'ora siano stati uccisi cinque o sei imperatori malvagi e non so quanti spiriti maligni. Un terribile uomo quell'armigero. E le portate, continuano? - Siamo quasi alla fine. Fra poco berremo il tè. - Che cosa stanno mangiando ora? Dei serpenti fritti? - No, mi pare che siano dei ventrigli di passero con occhi di montone all'aglio. - Quando avranno finito me lo dirai - disse il cosacco. - Non oso più guardare la tavola. - Hai torto, perché hanno portato ora un nuovo piatto, che tutti gli europei hanno dichiarato eccellente. - Non mi fido. - Si tratta d'una zuppa famosa. - Dove c'entreranno per lo meno delle code di gatto? - No, Rokoff: ecco la ricetta che io ho studiato sul "Cuciniere cinese": "Prendi quanti nidi di rondini salangane potrai, perché di questa leccornia non ne offrirai mai abbastanza ai tuoi amici. "Dopo aver tolte via le penne e le altre materie inutili, farai cuocere i nidi nell'acqua fino a che formino una massa gelatinosa. "Versa il tutto su uova sode di piccione, aggiungi alcune fette di salsicciotto, le quali devono galleggiare sulla zuppa come piccole barchette sul mare. "Gl'invitati saranno entusiasti del piatto squisito e faranno grandi elogi al padrone di casa e al suo cuoco". - È passata la zuppa? - chiese il cosacco, senza voltarsi. - L'hanno divorata. - Buona digestione! - Hai perduto una rara occasione per gustarla. - Vi rinuncio volentieri, Fedoro. Hanno accoppato un altro spirito malvagio. Interessante questo dramma! Il palcoscenico è pieno di morti. Che ammazzino poi anche noi? Da questi cinesi ci si può aspettare qualunque sorpresa. Fortunatamente ho la mia rivoltella. - Ecco il tè. - Finalmente! Mi rimetterò a posto gl'intestini già perfino troppo sconvolti. Alcuni valletti erano entrati recando dei vassoi d'argento pieni di chicchere minuscole color del cielo dopo il crepuscolo, delle teiere colme d'acqua calda e dei vasi di porcellana colmi di tè shang-kiang, ossia profumato, essendovi mescolate alle foglioline delle preziose piante, dei fiori d'arancio, dei mo-lè che sono specie di gelsomini, foglie di rosa e di gardenia torrefatte. I cinesi non usano mescolarvi latte e per lo più lo bevono senza zucchero. Di rado ci mettono un pizzico di quello rosso. Quell'ultima portata segnava la chiusura del banchetto, la quale coincideva anche colla fine della tragedia. I convitati, dopo reiterati sforzi, si erano levati coi volti infiammati, gli occhi schizzanti dalle orbite, i ventri gonfi fino al punto di crepare per l'eccessivo mangiare. Qualcuno dovette essere portato dai servi, di peso fino alla sua lettiga. Quando Sing vide uscire l'ultimo convitato, si volse verso i due russi, dicendo loro: - Deve essere stato un vero tormento per voi, ma voi mi vorrete perdonare se io ho abusato della vostra pazienza. Gli europei non si trovano bene ai nostri pranzi, lo so. - Ho assistito ad altri, - disse Fedoro - quindi potevo prendere parte anche al vostro. Sing-Sing rimase un momento silenzioso, girando gli sguardi intorno alla sala deserta e silenziosa, poi riprese: - E chissà che domani questo luogo non risuoni invece di pianti e di grida. Strano contrasto, dopo tanta allegria! ... - Sing-Sing, - disse Fedoro - perché dite ciò? Spiegatevi una buona volta; quale pericolo vi minaccia? - Siete armati? - chiese il cinese. - Voi sapete, che un europeo non osa percorrere di sera le vie di Pechino senza avere almeno una rivoltella. - Venite nella mia stanza; là almeno saremo sicuri di non venire ascoltati da altri. Badate però: potreste esporvi anche voi al medesimo pericolo. Fedoro guardò Rokoff. - Noi aver paura? - disse questi. - Ah! No, non sappiamo ancora che cosa sia. Andiamo, Fedoro; questa inaspettata avventura m'interessa assai.

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