Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbiate

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Come devo comportarmi. Le buone usanze

185003
Lydia (Diana di Santafiora) 7 occorrenze
  • 1923
  • Tip. Adriano Salani
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Non mostrate mai di dubitare dell'onestà di chi vi serve, salvo che non abbiate prove chiare e lampanti. Siate esatti nel pagamento dei salari; non permettete a nessuno della vostra famiglia, neppure ai bimbi più piccoli, di trattar male la bambinaia o la cameriera; avvezzateli a rispettarle e a parlar loro con correttezza e con buone parole. Insomma, ricordatevi sempre che il mestiere del domestico è il più odioso di tutti, e cercate di renderlo meno grave che potete alle persone che sono alle vostre dipendenze; cercate soprattutto di non far pesar troppo su di loro la vostra autorità, e addolcite le necessarie asprezze della loro posizione con la dolcezza dei modi e delle parole.

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Abbiate cura che i vostri figliuoli si trattino fra loro cortesemente: nulla spiace più che vedere due fratelli azzuffarsi, nulla è più bello della concordia, della gentilezza tra fratelli. Soprattutto non permettete mai che un vostro figliuolo manchi di riguardo verso sua sorella; inculcategli fin da piccolo quel rispetto cavalleresco verso la donna, di qualunque condizione essa sia, di qualunque età, di qualunque grado di parentela. La cortesia, la gentilezza su tutti i rapporti di famiglia sono il miglior segno di educazione perfetta. Una persona cortese in famiglia è cortese anche fuori; chi non sa attenersi in casa alle regole del galateo, non le osserva a lungo andare neppur fuori di casa. In famiglia si forma l'uomo e il cittadino; e la moralità delle famiglie è arra di moralità dello Stato.

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Finchè i vostri figliuoli sono piccoli, abbiate cura soltanto che studino, che crescano buoni e onesti. La carriera se la sceglieranno poi, quando i venti anni saranno ormai vicini. Con questo non intendo dire che i ragazzi non comincino molto presto a discutere fra loro e coi genitori su quello che faranno da grandi; ma finchè l'età e l'intelligenza non sono mature, son tutti disegni senza importanza. Domandate a un bambino di dieci anni che cosa farà da grande, ed egli avrà subito la sua risposta pronta; domandateglielo quattro o cinque anni dopo, e la risposta sarà ugualmente pronta, ma diversa; con tutta probabilità sceglierà poi, a diciott'anni, una carriera che non sarà nè la prima nè la seconda. Nell'età fra l'infanzia e l'adolescenza, i ragazzi hanno una grande ammirazione per tutto ciò che fa effetto, che s'impone per dignità o per abilità. Di ritorno da una rivista, dichiareranno che da grandi saranno soldati; uscendo dal teatro, s'innamoreranno della professione di comico o di direttore d'orchestra. Due miei bambini, a nove e dieci anni giuravano che sarebbero divenuti un giorno l'uno cocchiere, l'altro carabiniere! A quindici anni, la naturale tendenza agli esercizi ginnastici e violenti, la lettura di libri di viaggi e d'avventure fanno inclinare i giovinetti verso carriere eroiche e pericolose: chi vuol farsi marinaro per andare al polo, chi esploratore per studiare le sorgenti del Nilo, chi poliziotto dilettante per arrestare i ladri e gli assassini.... Lasciateli dire e, finchè non è giunto il momento di discutere sul serio, non vi preoccupate delle loro idee fantastiche. Quei genitori che credono utile di discutere coi loro bambini su simili argomenti e di ricondurli alla ragione, sprecano il tempo e il fiato e mostrano di non conoscere la psicologia infantile. I ragazzi hanno bisogno di vagare con la mente fuori della realtà della vita, di crearsi un mondo a modo loro, senza limiti e senza inciampi. Togliete loro questa bella prerogativa e li renderete inquieti e tristi. Del resto, ogni vostro sforzo riuscirebbe vano: nessun ragionamento al mondo potrà convincere un bambino di dieci anni che la vita del cocchiere, con la frusta a con le briglie in mano dalla mattina alla sera, non sia la più bella di tutte; nè un ragazzo di quindici si piegherà ad ammettere che la carriera dell'impiegato, sempre chiuso in una stanza, sia da preferirsi a quella dell'esploratore, che s'aggira liberamente nelle foreste del centro dell'Affrica. Soltanto l'esperienza, e la realtà della vita, lo indurrà un giorno a più miti propositi. Quando il giovinetto sta per finire gli studi medi, quando da ragazzo è per diventare un giovinotto, allora, s'egli non ha ancor preso una decisione, è il caso d'intavolare con lui colloqui seri e gravi, di esaminarne le tendenze, di guidarlo e d'indirizzarlo. Nel consigliarlo sulla futura carriera, si deve tener conto, e indurlo a tener conto, delle condizioni della famiglia e, se esistono, delle difficoltà che si oppongono a studi lunghi e costosi. Se si tratta di un giovane diligente e studioso, d'ingegno pronto e vivace, ogni sacrifizio, anche grave, sarà giustificato per assicurargli un brillante avvenire; ma se l'ingegno non è troppo sveglio, se l'amore allo studio è meno che normale, si farà il bene della famiglia, e di lui stesso, persuadendolo a scegliere una carriera dignitosa ma modesta, adatta alla condizione e ai mezzi paterni. Nè si creda, con ciò, di sacrificarlo: meglio un buon impiegato che un cattivo medico o avvocato, così dal lato morale, come da quello materiale. Oggi, la spietata concorrenza in ogni ramo professionale elimina senza pietà tutti gli spostati. Di cento laureati in medicina o in legge, solo gli ottimi riescono a conquistare una posizione capace di dar loro fama e ricchezza; gli altri stentano la vita, scontentando se e il prossimo. Nella carriera degli impieghi invece c'è posto per molti, e chi non ha ingegno può facilmente supplire con la diligenza e la buona condotta. Soprattutto, non si creda che una carriera modesta sia poco dignitosa: ogni professione è onorevole, se esercitata con onore; e un onesto meccanico o un abile tipografo sono più degni di rispetto d'un medico ignorante o d'un avvocato senza coscienza. La moderna società soffre assai della tendenza dei genitori a dare ai loro figliuoli una posizione superiore alla propria; e se tale tendenza è scusabile, anzi, degna d'approvazione in certi casi eccezionali, quasi sempre serve soltanto a sparger nel mondo degli spostati.

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Abbiate dunque una cura solerte e continua dei vostri denti: non tutti possono avere dei denti regolari, ma tutti possono averli puliti: è una questione di pazienza, e soprattutto di abitudine regolare di pulizia. I denti devono esser lavati con lo spazzolino e con un buon dentifricio non una volta al giorno soltanto, ma più volte. È un'ottima abitudine quella di lavarseli dopo ogni pasto, e la sera prima d'andare a letto; e il lavaggio dev'esser fatto a lungo e a fondo, in modo da toglier via tutte le materie estranee rimaste fra dente e dente. L'uso di fumare annerisce i denti, ed è anche per questo che una signora che tiene ad apparir bella e piacente deve rigorosamente astenersene; ma dell'annerimento dei denti vi possono essere molte altre cause, fra le quali la più frequente è una digestione faticosa o imperfetta. In generale, chi digerisce bene ha i denti sani e bianchi. La regolarità dei denti, oltre la loro candidezza, è una delle bellezze più ricercate in una donna; nulla è più piacevole d'una bella fila di perle, quando le labbra si schiudono al sorriso. Ora, le madri amorose, che amano di veder belle e ammirate le loro figliuole, è bene che sappiano che, nella maggior parte dei casi, nulla è più facile che raddrizzare dei denti storti; basta rivolgersi a un buon dentista, che in un tempo relativamente breve saprà rimetter le cose a posto. La spesa non grave che un tal trattamento richiede è largamente compensata dai molti e grandi vantaggi che ne conseguono.

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Non abbiate paura dell'aria: la più parte dei malanni si prendono a star tappati in casa. Oltre alla pulizia giornaliera di tutta la casa, qualche brava signora ha l'abitudine di pulire a fondo una stanza per giorno, a turno, cominciando dal levare i mobili, sollevare i tappeti, lustrare il pavimento, ecc. È un'ottima abitudine, che non possiamo mai raccomandare abbastanza; e su di essa ci fermeremo ancora a lungo. La casa è il regno della donna; ed essa deve esserne gelosa come di cosa che appartiene tutta a lei. Una casa ben tenuta non solo fa onore alla padrona di casa, ma è fonte d'armonia fra i coniugi e di felicità familiare. Il marito che torna stanco dal lavoro, entra contento nel suo nido tutto lindo, dove ogni più piccolo oggetto rivela le cure amorose d'una persona gentile; da una casa sporca e mal tenuta egli si stacca invece volentieri, e cerca altrove, nelle sale del circolo o nei caffè, una distrazione alle fatiche della giornata. Pensateci, lettrici cortesi.

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Abbiate dunque cura, anche se siete giovani e vi sentite forti, della vostra salute, alla quale oggi non pensate, ma che sarà un giorno la vostra preoccupazione. Lavorate; lavorate con impegno, con serietà, con intelligenza; il lavoro è, si sa, la più nobile occupazione dell'uomo, nè io intendo in alcun modo incitarvi all'ozio. Ma sappiate non esagerare, sappiate fermarvi a tempo; sappiate soprattutto intramezzare nel vostro lavoro periodi di riposo assoluto e completo, che vi ristorino a vi ricreino, come all'assetato viandante le oasi in un deserto. Soprattutto, non aspettate per riposarvi di non poterne più; chè allora il riposo dovrà essere infinitamente più lungo e potrà anche non essere più sufficiente. Il consiglio del mio amico igienista è probabilmente il più saggio di tutti: un'ora al giorno, un giorno alla settimana, un mese all'anno. È una pessima abitudine quella di render la domenica un giorno come tutti gli altri. Si pensi che in tutti i paesi, in tutti i tempi, in tutte le religioni, un giorno della settimana è dedicato al riposo. Gli ebrei avevano il sabato, e tutti conoscono a quali gravi punizioni andava incontro chi lavorava in quel giorno: Dio stesso, secondo la Bibbia, si riposò dopo sei giorni di lavoro. Sia dunque la domenica, anche per noi moderni, un giorno di riposo e di svago, nel quale la mente e il corpo si rafforzino per il lavoro che ci attende. E cerchiamo di passarla serenamente e senza preoccupazioni. Alcuni amano fare, la domenica, lunghe passeggiate, e quest'abitudine, veramente eccellente, va prendendo piede ogni giorno più. Si vedono giovinetti, signorine, uomini maturi, partire la mattina col loro sacco in ispalla, e ritornar la sera, sorridenti, ilari, disinvolti. Hanno fatto miglia e miglia in campagna; si son seduti a mezzogiorno in mezzo a un bel prato o nel folto d'un bosco, accanto a una sorgente d'acqua pura, e hanno mangiato allegramente le provviste portate con sè; hanno giocato, hanno cantato, hanno respirato dell'aria buona, si son divertiti: che volete di più? Quanto meglio hanno costoro provveduto alla loro salute, che non quelli che hanno passato ore e ore nella sala buia d'un cinematografo, nella platea d'un teatro o in mezzo al fumo acre d'un caffè! Ci sono gli appassionati allo sport. Essi attendono con ansia la domenica per giocare la loro partita al calcio, al tennis, alla palla, per esercitarsi nel canottaggio, per andare a caccia. Siano benedetti anche loro! Ogni sport all'aria aperta è degno d'essere incoraggiato, senza eccezione. La gioventù che si dà allo sport, alle passeggiate, alla vita libera e allegra sotto il sole, non conosce il vizio, disprezza le sozzure della vita cittadina, rifugge dalle società equivoche, dai loschi raggiri, dai giuochi d'azzardo. Aria, luce, sole, moto: ecco gli elementi necessari alla vita del corpo e dell'anima; ecco i rimedi sovrani contro il sordo logorio della faticosa vita di tutti i giorni.

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Siate dunque, in questo, severissimi e sorvegliate anche voi stessi, perchè non accada che, in un eccesso di fiducia, non abbiate ad accogliere in casa vostra chi non è degno della vostra confidenza.

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Saper vivere. Norme di buona creanza

248815
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1923
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • Verismo
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Se avete un gaio ritrovo di amici. andateci subito e passate, così, il fatidico momento della mezzanotte, e abbiate una emozione di allegria, non una emozione di ricordi: se avete un elegantissimo ritrovo mondano, dove sapete di trovare della gente molto simpatica, un vostro amabile flirt, un amico spiritoso, andateci subitissimo a flirtare e bevete dello champagne e abbracciate lietamente l'amico: evitate la solitudine: evitate i ricordi: non guardate gli antichi ritratti: non guardate nei cassetti che da tempo non avete aperti: la tentazione è grande, ma vincetela, se no, voi rimangerete troppo il passato e finirete per piangere. Ciò è di pessimo augurio! E nel giorno di Capo d'Anno, abbiate la ferma volontà di esser sereno: di non trovare troppo meschino il dono che vi si fa e di non badare al dono che manca: di accogliere bene ogni più umile voto: di contentarvi di quanto la vita vi dà: di non aver nervi: di compatire ai nervi altrui: di aver della bonomia nel cuore e dell'equilibrio nella mente: di perdonare ogni capriccio e di non aver capricci: di lasciarvi andare quietamente alla corrente dell'esistenza, senza trovarla nè troppo buona nè troppo cattiva. Fate le visite che più vi piacciono: abbiate una filosofia ottimista o, almeno, uno scetticismo giocondeo. E rammentatevi che chi sa vivere un giorno, sa vivere un anno, e che un anno può governare tutta la vostra vita.

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