Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Adunanza generale dell'Unione politica Popolare

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Noi abbiamo protestato contro l’incoerenza, l’ipocrisia politica dei liberali e la «commedia del suffragio universale» non si cancellerà così presto dalla memoria. Ma i liberali furono più potenti di noi e non ci resta che adattarci ai fatti compiuti, confidando in tempi in cui i progressi della democrazia e della sincerità politica daranno alla nostra protesta maggior efficacia pratica. La riforma elettorale porterà anche da noi queste conseguenze: aumentando il numero degli elettori e venendo stabilita l’eguaglianza del loro diritto, diminuisce l’influsso personale di pochi, l’autorità perde della sua forza, mentre ne guadagna la convinzione. Crescendo la cerchia della partecipazione e della responsabilità politica aumenta la forza d’attrazione di idee generali, mentre indebolisce il punto di vista locale. Così il programma viene a valere più che la personalità di un candidato e all’influsso individuale viene a sostituirsi la forza collettiva dell’organizzazione. Chi vuole dunque affrontare con fiducia la lotta deve avere un programma chiaro ed un’organizzazione forte. Riassumiamo brevemente come stiamo noi riguardo a quello e a questa. Il partito fu nel concetto di molti ed è altrove forse ancora sinonimo di fazione, discordia, pregiudizio. La vita politica moderna lo ha però reso necessario, le costituzioni più avanzate ne tengono già conto come di un ente giuridico-sociale nell’organismo dello Stato: il ministro della giustizia del Belgio appoggiando la nota legge del suffragio proporzionale che espressamente presuppone i partiti, respinse tutti i rimproveri dell’individualismo liberale sentenziando: «les partis sont nécessaires dans la vie politique et parlamentaire». L’oratore poi passa a parlare dell’organizzazione nostra: «L’organizzazione di partito è l’Unione popolare politica trentina. Venute su le associazioni di coltura, le società operaie, i circoli e le associazioni economiche, le quali sono fuori della politica, ma che ne possono informare i principii, si doveva pensare ad una organizzazione generale politica. Lasciate cadere tutte le altre denominazioni, abbiamo scelto quella di popolare, nome che fissa il carattere della società. Popolare perché vuol essere organizzazione di popolo e di politica democratica, popolare, perché pur volendo propugnare gli interessi di tutte le classi, non si lega più specialmente ad alcuna, ma chiama alla rappresentanza ed alla vita politica tutto il popolo Trentino nella sua fede cristiana, nell’italianità della sua famiglia, nella varietà delle sue energie economiche. Il partito popolare doveva essere una lega generale per l’educazione politica, doveva diffondersi in tutti i nostri comuni in modo che in ogni luogo elettorale si raccogliesse un nucleo di soci addestrati, i quali, anche in tempo di elezioni, divenissero l’organo vivo in contatto con la direzione centrale. Era nostro ideale di diffondere ed organizzare l’Unione in modo che i suoi soci potessero dappertutto essere contemporaneamente i fiduciari di parte nostra, sì che le decisioni e il lavoro per l’elezione si facessero entro le nostre mura senza bisogno di estranei soccorsi. Quest’ideale è ancora ben lontano! Grande è il campo e pochi sono i lavoratori, ma un passo importante l’abbiamo fatto: in ogni collegio vi è ormai un buon numero di soci. Durante la prossima campagna elettorale si presentano ottime occasioni per diffondere l’Unione e guadagnare soci al partito. Converrebbe che in ogni comune almeno i componenti il comitato elettorale s’inscrivessero nella nostra organizzazione politica». Il dr. Degasperi, passando poi alle proposte concrete, dopo brevi motivazioni mette alla discussione prima l’ordine del giorno programmatico e poi le proposte di tattica che, con le modificazioni derivate dalla discussione, riportiamo qui letteralmente. «Noi, membri del Partito Popolare Trentino, raccolti in Trento nell’adunanza generale dell’Unione politica popolare al 6 febbraio 1907, riaffermando in generale i postulati dell’Unione politica popolare trentina: Condanniamo il' tentativo, manifestatosi recentemente, d’inaugurare anche in Austria, sull’esempio della Francia una politica antireligiosa combattendo il cristianesimo nella famiglia, nella scuola, nelle pubbliche istituzioni; Facciamo voti che il futuro Parlamento, lasciando lotte perniciose ed infeconde, promuova la riforma sociale cristiana con una legislazione moderna, a favore dei lavoratori, del ceto medio ed ad elevamento delle classi agricole; Chiediamo che la legislazione venga modificata secondo i bisogni dei nostri tempi, riformando in senso popolare la legge sulle riunioni e quella sulla stampa, riducendo la ferma militare a due anni, allargando il diritto di voto alle classi popolari anche per le Diete e per i Comuni; Noi vogliamo l’integrità nazionale del Trentino, vogliamo conservato non solo il patrimonio linguistico ma rafforzato anche lo spirito nazionale del popolo, creando in lui una coscienza nazionale positiva, ed aumentandone i beni nazionali; Noi chiediamo per il' nostro paese autonomia amministrativa, il risanamento delle finanze comunali con contributi dello Stato e della Provincia, lo sviluppo della viabilità trascurata e della rete ferroviaria, il promuovimento dell’agricoltura e dell’industria, la regolarizzazione dell’emigrazione e la tutela dell’emigrante. All’attuazione di questi postulati e del nostro programma integrale, ci auguriamo vengano eletti uomini indipendenti, attivi, buoni cristiani, bravi italiani, sinceri democratici. Proposte di tattica 1) La Direzione dell’Unione politica popolare trentina agisce in base allo statuto come comitato elettorale generale per tutto il Trentino. 2) Almeno in ogni luogo elettorale è da costituirsi un comitato locale, il quale deve annunziare entro il 15 marzo 1907 la sua costituzione alla direzione dell’Unione politica popolare. 3) Per stabilire le candidature del partito popolare trentino la Direzione dell’Unione politica popolare deve accordarsi coi fiduciari del collegio; la proclamazione definitiva è riservata alla Direzione dell’Unione politica popolare trentina 4) Preferibilmente il candidato sarà persona pertinente al collegio dove viene proposto. Criterio decisivo però dev’essere che egli sia uomo che per i suoi principii e per le sue attitudini dia seria garanzia di propugnare fedelmente ed energicamente il programma del partito e di promuovere gli interessi del suo collegio. 5) Il candidato dovrà presentarsi personalmente nel suo collegio per esporre il suo programma e in caso della sua elezione, gli è raccomandato fin d’ora di mantenere frequente contatto con gli elettori. 6) In eventuali ballottaggi decide circa la posizione del partito la Direzione dell’Unione politica popolare. 7) L’assemblea decide che il Partito Popolare proclami candidati in tutti i sette collegi delle vallate. Per i collegi di Trento e della città e borgate meridionali si rimette la decisione alla Direzione dell’Unione politica popolare trentina, la quale è incaricata di sentire sul da farsi il parere dei fiduciari. 8) Le spese elettorali per conferenze, eventuali stampati, viaggi sono a carico della Direzione dell’Unione politica popolare trentina, eventuali piccole spese che fa i comitato locale per scopi puramente locali sono a carico del comitato locale».

Per la difesa nazionale a S. Sebastiano e Carbonare

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Ed infine, perché non abbiamo lavoro in casa nostra? Chi è causa in gran parte della nostra miseria? Sempre i prepotenti, i quali per loro ottengono ferrovie, agli italiani invece della provincia lasciano l’onore di costruirgliele. Considerate un caso recente. Il capo del governo al Parlamento ha promesso ai nostri deputati di voler finalmente ricordarsi anche di noi, e di riparare all’abbandono in cui ci hanno lasciato tanti anni. Ebbene sapere chi è insorto subito contro il governo? Il partito dei prepotenti. Il loro giornale «Tiroler Tagblatt» dei 25 luglio, scrive che i tedeschi radicali staranno sull’attenti ed impediranno che si sazi la nostra fame coi denari tedeschi. Capite, ci vogliono sempre affamati perché ci trasciniamo sulle ginocchia a chiedere soccorsi dal loro Tiroler Volksbund. Qui o donne, vi mandano i vestitini, le camicette come regali a Natale, ma poi costringono i vostri uomini ad emigrare (applausi). Ora vogliono separarci, portare via tra noi la lotta per batterci. Siamo uniti, cerchiamo di formare una sola fratellanza trentina (applausi vivissimi). Chiediamo al governo quanto ci perviene per il nostro risorgimento economico, ma stiamo uniti e gridiamo: viva il Trentino nella sua fede cristiana e nella sua italianità (applausi generali).

Perché protestiamo contro i germanizzatori?

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Ed infine perché non abbiamo lavoro a casa nostra? Chi è causa in gran parte della nostra miseria? Sempre i prepotenti, i quali per loro ottengono ferrovie, agli italiani invece della provincia lasciano l’onore di costruirgliele. Considerate un caso recente. Il capo del governo al Parlamento ha promesso ai nostri deputati di voler finalmente ricordarsi anche di noi e di riparare all’abbandono in cui ci hanno lasciati tanti anni. Ebbene, sapete chi è insorto subito contro il governo? Il partito dei prepotenti. Il loro giornale, il Tiroler Tagblatt dei 25 luglio scrive che i tedeschi radicali staranno in guardia ed impediranno che si sazi la nostra fame con denari tedeschi? Capito? Ci vogliono sempre affamati perché ci trasciniamo sulle ginocchia a chiedere soccorsi dal loro Tiroler Volksbund! Qui, o donne, vi mandano i vestitini, le camicette come regali di Natale, ma poi costringono i vostri uomini ad emigrare. Ora vogliono separarci, portare tra noi lotta per batterci. Stiamo uniti, cerchiamo di formare una sola fratellanza trentina. Chiediamo al governo quanto ci perviene per il nostro risorgimento economico. Ma stiamo uniti e gridiamo: viva il Trentino, nella sua fede cristiana e nella sua italianità».

La campagna elettorale

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Di un’altra cosa abbiamo sentito la deficienza, dei fiduciari permanenti dell’Unione. A questa impedisce la legge, la costituzione di gruppi locali, si deve quindi ricorrere alla nomina di fiduciari locali permanenti i quali tengano in evidenza i soci, riscuotano le tasse e informino i soci e d’altro canto la direzione, intorno alle attualità del movimento politico. La nomina e l’organizzazione dei fiduciari è però il compito più difficile della nostra organizzazione. La prossima direzione dovrà occuparsene sul serio. Intanto per opera specialmente degli amici Mattei e Caneppele è stato preparato un libretto del fiduciario, il quale contiene una specie di catechismo politico con esatta notizia delle leggi elettorali, delle formule più in uso per le adunanze e di un prontuario per le tasse. Il libro è già stampato, come sono stampati i block per riscuotere quest’ultime. La prossima direzione dovrà provvedere alla fissazione dei fiduciari permanenti. È consigliabile che a far ciò si approfitti delle necessarie adunanze dei delegati per le elezioni dietali. Nella propaganda elettorale è mancata anche un poco l’unità di metodo. In genere si è aspettato all’ultimo momento e in qualche luogo si è voluta la conferenza popolare, quando già vi avevano tenuta la loro i socialisti. Va tenuto per regola la quale può patire pochissime eccezioni che prevenire è sempre meglio di reagire e che anche i contraddittori sono di un’utilità molto discutibile. I contradittori non dovrebbero essere che pochi e fatti non con intenti locali, ma per scuotere il proprio partito o per provocare dal cozzo generale delle idee dei risultati che si sanno doversi ottenere. Tolti questi casi, è meglio per l’educazione politica del nostro Trentino imitare i paesi civilmente più progrediti, sì che ogni partito faccia la propaganda per conto suo. In tal riguardo nell’ultima campagna non s’e seguita dagli amici una regola generale. Quando in un paese si preannunziava una conferenza socialista si telegrafava subito alla direzione centrale chiedendo un conferenziere in contraddittorio. Ciò accadeva per lo più in quei luoghi, dove s’era prima rifiutata una conferenza nostra, sotto il pretesto che intorbidirebbe acque, limpide di natura loro. Così si disturbava poi il piano di propaganda che doveva seguire la direzione, costringendola a correre alla difesa, mentre, se tutti avessero seguiti i suoi avvertimenti dati nel giornale, si sarebbero costretti gli avversari a stare alle nostre calcagna. È dunque indispensabile per l’avvenire una maggiore unità di metodo, preferendo come ho già detto, quella che chiamerei la profilassi della propaganda. Un’osservazione ed un ammonimento ancora a proposito dell’ultima campagna. S’è constatata fino all’evidenza l’importanza della stampa. Un semplice calcolo vi dice che il numero di voti affermatisi sui nostri candidati nei vari comuni sta in proporzione diretta col numero delle copie del Trentino o della Squilla. E ancora più; il lavoro immediato più facile, più fecondo si fece là dove gli uditori erano preparati dalla stampa. Morale: volete nel momento critico risparmiarvi nel paese vostro conflitti personali, agitazioni aperte? Diffondete la stampa la quale silenziosamente e tenacemente vi preparerà il terreno, ove il raccogliere sarà facile. Un ammonimento ancora ne viene dal corso delle ultime elezioni: è indispensabile rafforzare le società apolitiche di cultura ed economiche e rinvigorire in loro i principii generali del movimento. Che cosa avrebbe ottenuto l’Unione politica senza il lavoro preparatorio delle società cattoliche locali? Sappiamo trarne i dovuti ammaestramenti. E qui il dr. Degasperi passa a riferire sulle prossime elezioni. Il vecchio sistema elettorale esclude una grande agitazione, limita gli effetti della propaganda e riduce in gran parte le competizioni dei partiti. Il fatto stesso che anche la Dieta neo-eletta non potrà avere vita duratura, perché vi si voterà la riforma elettorale, diminuisce l’intensità della lotta. Il Partito popolare deve tuttavia star bene agguerrito di fronte a qualunque eventualità. Conviene pensare alla designazione dei candidati per quei collegi, ove il partito intende competere. Per stabilire i candidati la direzione ha proposto un metodo che tutti dovranno ammettere più democratico non si potrebbe dare. Siano gli elettori di parte cattolica che per mezzo dei delegati da loro eletti facciano delle proposte circa le candidature. È naturale che l’ultima parola deve essere lasciata alla direzione poiché in caso inverso non si potrebbe parlare di organizzazione omogenea ed unitaria. In armonia a questi criteri la direzione ha anche spedita agli amici una circolare che a noi almeno pareva molto chiara: si convocassero gli elettori dietali di parte cattolica, eleggessero questi dei delegati il cui numero era precisato e il cui nome doveva venir subito comunicato alla direzione, perché si potesse radunarli in appositi convegni di collegio e passare alla proposta delle candidature. Era chiaro? E tuttavia quanto confuse e quanto poche le risposte? Qui il dr. Degasperi ne cita alcune. Propone all’assemblea di stabilire come ultimo termine entro il quale deve venir annunziata la nomina dei delegati, il 5 novembre. Passato questo termine, la direzione ha diritto di nominare da sé i delegati, di cui non si è fatto il nome dagli elettori. Infine riassume le sue proposte di tattica nei seguenti capisaldi: 1) Gli elettori dietali, consenzienti al partito popolare, designano in adunanza privata in ogni comune i loro delegati. 2) Gli elettori nominano altrettanti delegati quanti sono gli elettori eletti per le elezioni dietali, ed ove fosse introdotto il voto diretto, un delegato ogni 500 abitanti. Il nome dei delegati deve essere comunicato alla direzione prima dei 5 novembre, altrimenti è ammesso che gli elettori di quei comuni affidano alla direzione l’incarico di nominare i delegati. 3) La direzione convoca i delegati di ogni collegio dietale, ad un convegno. A questo deve assistere un delegato della direzione, il quale sull’esito finale stenderà un breve protocollo. Basandosi su esso la direzione prenderà una decisione definitiva e passerà alla proclamazione del candidato. 4) Qualora le risultanze del convegno lo richiedessero ed il delegato della direzione lo ritenesse opportuno, i delegati convenuti verranno invitati a nominare un sottocomitato ristretto di due fino a cinque membri, i quali dovranno stabilire l’accordo con la direzione, non raggiunto nel convegno. Il relatore personalmente raccomanda ancora: Nella scelta dei candidati si seguano questi criteri: 1) È conveniente ed utile che i deputati parlamentari siano di massima anche deputati dietali. 2) I candidati devono essere persone di non dubbi sentimenti sia circa il programma strettamente politico quanto intorno all’azione sociale del movimento cristiano-sociale. Sulle proposte del relatore si svolge una breve discussione dopo la quale esse vengono elevate a conchiuso nella forma surriferita. La legge impedisce che i membri della direzione superino il numero di dieci. Sarebbe d’altro canto utile che nella direzione entrassero rappresentanti diretti almeno dei vari collegi parlamentari. Abbiamo quindi stabilito di proporvi questa specie di regolamento interno: Se non è possibile avere nella direzione una rappresentanza di tutti i nove collegi, l’adunanza generale nomina dei fiduciari di collegio i quali possono assistere con voto consultivo alle sedute della direzione. Anche i deputati parlamentari, che non sono membri di direzione hanno eguale diritto. Ai membri di direzione che abitano fuori di Trento e non siano deputati parlamentari vengono rifuse le spese di viaggio. Tale diritto spetta anche agli eventuali fiduciari di collegio quando assistano alle sedute della direzione invitati da questa. Avvertenza. — Come gli amici possono dedurre dalle proposte il termine ultimo, entro il quale si devono comunicare alla direzione i nomi dei delegati, è protratto ai 5 m.c. Dopo questa data se gli elettoti nostri non avranno fatto uso del loro diritto è segno che vi rinunziano in favore della direzione. Infine ricordiamo che per una proposta fatta dal dr. Degasperi, visto l’esito delle elezioni della direzione si rimette ai convegni del collegio che prossimamente si dovranno tenere per le elezioni dietali l’eventuale compito di eleggere un rappresentante che a nome del rispettivo collegio s’aggiunge alla direzione.

L'evoluzione della cultura e la stampa quotidiana

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Alcide de Gasperi 2 occorrenze

Perché abbiamo dormito finora? Io ritorno logicamente là, donde sono partito. Perché non abbiamo compreso l’evoluzione dei tempi nostri, perché della vita che ci trascorre dinanzi non abbiamo avuto la concezione dinamica e reale. Perché noi cristiani, noi credenti abbiamo formato la grande massa inconscia fra i lettori, gli abbonati di siffatti giornali? Perché non avevamo compreso il compito fatale della stampa, quale organo della cultura contemporanea.

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