Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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XV legislatura – Tornata del 9 febbraio 1884

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Di Rudinì 14 occorrenze
  • 1884
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Ora nel caso in questione è indiscutibile che abbiamo davanti alla Camera due distinte proposte, ben diverse l'una dall'altra.

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Noi abbiamo in questo momento un richiamo al regolamento fatto dall'onorevole Romeo. Sopra questo richiamo ha chiesto facoltà di parlare l'onorevole Mazza. Quindi se l'onorevole Crispi intende parlare su questa medesima questione, io gli darò facoltà di parlare dopo che avrà parlato l'onorevole Mazza.

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Fino al 1853 (poiché noi siamo una derivazione del Governo piemontese, e non abbiamo fatto che seguirne le orme), fino al 1853 non vi era che un primo ufficiale.

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Abbiamo, una reciproca tolleranza.

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Noi non abbiamo qui in Italia, che io sappia, una uniforme parlamentare.

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Una via di mezzo non c'è o non è compito nostro, eccetto il caso in cui il presidente non voglia esercitare quella polizia che noi gli abbiamo affidata.

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La Camera è nel diritto e nel dovere di esaminare se il fatto di cui uno dei suoi membri è imputato trovi base nella legislazione penale; così abbiamo fatto quando si discusse della domanda di autorizzazione a procedere contro il deputato Di Baucina, al quale si imputava di aver commesso una contravvenzione all'editto Pacca, e che noi, esaminati i fatti, trovammo insussistente; così pochi giorni indietro, abbiamo respinta la domanda di autorizzazione a procedere contro l'onorevole Martini, perchè pel reato di stampa, pel quale si era intentata una azione giudiziaria non si poteva più procedere essendo incorsa la prescrizione.

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Vede dunque, l'onorevole Minghetti, che la sua teoria non è esatta, e che noi abbiamo sempre votato contro la teoria medesima. Veniamo alla pubblica opinione. Siamo d'accordo che la pubblica opinione deve essere nostra guida e nostro faro; ma non dobbiamo poi essere mussulmani, e guardare questa pretesa pubblica opinione come un fatto incontrastabile e indiscutibile; imperocché noi allora, anziché deliberare secondo la nostra coscienza, potremmo cadere in molti di quegli errori che facilmente si fanno penetrare nel popolo e di cui qualche volta il popolo non conosce l'origine.

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Secondo me, noi abbiamo dinanzi due

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Come vi è la moda di Parigi per le nostre signore, così noi abbiamo la moda parlamentare di Parigi e di Berlino pei nostri uomini politici.

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Abbiamo però una seconda domanda per un fatto compiutosi fuori del palazzo legislativo, domanda presentata con tutte le forme volute e confermate dai nostri precedenti.

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Quindi noi non abbiamo alcuna ragione per dare la chiesta autorizzazione a procedere. E siccome io ritengo che bene abbia operato il presidente della Camera, così io ho proposto che la Camera faccia plauso a lui, e passi all'ordine del giorno.

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Onorevoli colleghi, abbiamo otto proposte. Prima di classificarle, io domando agli onorevoli colleghi che le hanno presentate, se intendano di mantenerle; avvegnachè ve ne sieno parecchie che si rassomigliano.

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Abbiamo in seguito la proposta della Commissione alla quale gli onorevoli De Saint-Bon e Demaria, propongono un emendamento che la Commissione accetta. Primo a mettersi in votazione deve essere l'ordine del giorno dell'onorevole Crispi che a me pare il più largo.

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XV legislatura – Tornata del 8 aprile 1884

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Tajani, Biancheri 8 occorrenze
  • 1884
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Ed io invece affermo, che tutto il Libro Verde prova quello ch'io ho detto, cioè che dai nostri alleati abbiamo avuto delle parole cortesi, dei procedimenti graziosi, ma nessun appoggio reale abbiamo ottenuto circa ai nostri interessi.

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Ma risulta però che noi, in una questione come quella di Tunisi, nessun appoggio abbiamo ricevuto dai nostri alleati, dalle potenze centrali.

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E conseguentemente, avendo noi ciò desiderato, sta in fatto che abbiamo ottenuto prove di deferenza e di amicizia dai Governi coi quali noi eravamo in quelle benevole relazioni che felicemente continuano. Dunque la osservazione dell'onorevole Branca nulla toglie al valore delle affermazioni che ebbi l'onore di fare; anzi sotto un certo aspetto le conferma.

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Ma, signori, io non credo che vi sia antagonismo fra i generali interessi d'Europa e gli interessi dell'Italia, allorché si tratta del beneficio della pace; della pace abbiamo bisogno noi come ne ha bisogno l'Europa; e l'Italia, nazione politicamente ancor giovane, che sta sviluppando le sue forze economiche, ed ordinando i suoi mezzi di difesa nazionale, ne ha forse bisogno più di molte altre potenze d'Europa. Laonde, tutto quello che ha potuto accrescere le garantie di questa pace e assicurarne ancora per lungo tempo i beneficii, non è un vantaggio solamente per l'Europa, ma è un vantaggio in prima linea, oserei dire, dell'Italia; almeno noi tale lo consideriamo; e quell'accrescimento di garantie, che è prodotto dai migliorati rapporti fra Governi rivali, può riguardarsi esso stesso un benefico effetto derivato dalla potente alleanza stretta fra l'Italia e i due imperi centrali.

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L'onorevole Peruzzi non ignora, che noi abbiamo energicamente protestato contro questo sistema; e debbo aggiungere che abbiamo avuto aiutatori in queste nostre rimostranze gli stessi artisti americani stabiliti in Italia, i quali hanno con nobile generosità dichiarato che ospitati e largamente da noi giovati nei loro studi artistici, arrossirebbero di una protezione la quale costituirebbe un'ingratitudine verso gli ottenuti beneficii. È mio debito rendere altresì giustizia all'illustre rappresentante degli Stati Uniti in Italia, il quale si è a noi associato, ed ha ripetute volte adoperata la sua influenza presso il proprio Governo affine di ottenere che le nostre amichevoli rimostranze ed i nostri richiami conseguissero equo soddisfacimento.

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Quindi, per voto del Parlamento, confermato dalla legge relativa del bilancio, fu stabilito che s'introducesse una divisione di questo capitolo in due, ed infatti oggi noi abbiamo sotto gli occhi nel capitolo 7 del bilancio gli assegni di rappresentanza al personale delle legazioni, e nel capitolo 11 le indennità d'alloggio.

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Abbiamo molto lavoro da compiere e dobbiamo far tesoro del tempo.

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La questione sulla quale abbiamo chiesto di interrogarlo è altamente delicata e anche importante. Io spero che l'onorevole ministro della marineria, il quale è uomo non solo di mente, ma anche di cuore, vorrà in questo periodo di tempo esaminarla per vedere se da parte del Governo non ci sia da prendere qualche provvedimento, il quale soddisfaccia alle esigenze della giustizia e dell'equità e valga a rendere inutile lo svolgimento dell'interrogazione.

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XV legislatura – Tornata del 14 giugno 1884

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Zaccheroni 10 occorrenze
  • 1884
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Anche per la istruzione superiore abbiamo l'obbligo del concorso per la nomina dei professori; ma vi è poi una disposizione speciale che sottrae il merito e l'attitudine incontestata alla necessità di un concorso.

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Ed io citerò la Svizzera, il paese classico della libertà per tutti, e dell'autonomia per i comuni, ma ad essi è applicata assai severamente la legge sull'istruzione obbligatoria; ed è forse per questo rigore che noi vediamo una grande sproporzione nei risultati, poiché nella Svizzera noi abbiamo 3 analfabeti per ogni 100, e 48 per 100 purtroppo ancora oggi in Italia.

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Emendamenti che risolvano la questione che io fo, non sono negli allegati a stampa, che noi abbiamo innanzi; e a me basta sapere dall'onorevole ministro, che un emendamento di questo genere, formulato od accettato da lui, troverà sede nelle disposizioni transitorie. D'altra parte, la domanda è fatta; consenta a me e alla Camera che una risposta sia data.

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Noi abbiamo in Italia 8300 comuni; ma sono tutti della stessa specie, hanno tutti la stessa impronta? Hanno qualche cosa di simile al decantato comune medioevale? Io penso che un comune, perchè meriti veramente questo nome, perchè possa vivere in tutta la sua autonomia, debba avere i mezzi per sodisfare agli obblighi di un aggregato di numerose famiglie, cioè debba avere un organismo solido e robusto; e quindi una certa popolazione, uomini intelligenti, e proventi per sodisfare alle esigenze del vivere sociale e civile.

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Noi abbiamo invece non solo i maggiori comuni, ma molti altri, che alle cose dell'istruzione elementare provveggono ed hanno provveduto, come forse non si sarebbe fatto e non si farebbe

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Se l'onorevole Torrigiani questo ricorda, vedrà che noi nella prima Commissione abbiamo appunto scritto un articolo che determinava progressivi aumenti secondo il servizio dei maestri. E, come allora la Commissione era unanime in quell'avviso, io che non fo più parte di quella Commissione ma che concordo sempre nelle sue opinioni, non posso aver cambiato nemmeno quella per cui si riconosce legittimo un miglioramento di soldo a chi va prestando un più lungo servizio.

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Abbiamo davanti a noi codeste proposte della Commissione; esaminiamo queste sole, in sé medesime, e senza riguardare se altre ce ne siano state migliori nella legislazione nostra.

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Entrando dunque in quella via che io diceva, non solo avreste introdotto nella legge un principio giusto, ma anche un principio che non compromette una questione, la quale non abbiamo qui discussa, la quale non è nemmeno ora davanti alla Camera, ma che è di gravissima importanza, e sarebbe indegno di noi (quantunque non succederebbe per la prima volta) che noi la risolvessimo prima di averla neanche discussa, e che ci trovassimo di averla risoluta, prima di esserci accorti che tale risoluzione noi la prendavamo.

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Noi rifiutiamo, rigettiamo, e forse abbiamo ragione di farlo, non ne discuto, i mezzi coi quali quel legislatore aveva difesa la scuola elementare contro dottrine che potevano essere nocive allo Stato, contro dottrine e insegnamenti, ché potevan lasciar credere ad una parte della popolazione, che la scuola elementare avesse una tendenza contraria alla coscienza religiosa di essa. Coteste, difese noi abbiamo creduto bene di gettar via l'una dopo l'altra: avremo fatto bene, se volete, ma ciò che faremmo male certamente sarebbe di non accorgerci di averlo fatto.

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