Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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XI Legislatura – Tornata del 5 giugno 1872

577465
Biancheri 17 occorrenze
  • 1872
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Ora, ponendo la diga nella posizione Santa Teresa-Santa Maria, abbiamo appena quattro chilometri al lembo meridionale dell'arsenale; di guisa che, quando una flotta nemica, coprendo dei suoi fuochi le batterie che fossero avanti, distruggendole in parte ed obbligandole al silenzio, venisse ad imbossarsi ad una breve distanza da Santa Teresa e Santa Maria, questa flotta non sarebbe più che a circa cinque chilometri dall'arsenale.

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Vedo qui nella relazione che abbiamo già un cannone a retrocarica di 24 centimetri, il quale lancia un proiettile di 145 chilogrammi di peso. Questo corrisponderebbe a 320 grammi per centimetro quadrato di sezione. Vedo pure che vi è allo studio un altro calibro di 32 centimetri con un proiettile di 330 chilogrammi di peso, e ciò corrisponderebbe a 410 grammi per ogni centimetro quadrato di sezione.

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Prima di tutto noi abbiamo presente di già che questa grandiosissima diga che occorrerebbe esternamente, ossia all'imboccatura del golfo tra Maralunga e la Scola, richiederebbe un lasso di tempo non minore di quindici anni, ed anzi io porto opinione che ci vorrebbero diciotto o venti anni; ed ho sentito con piacere anche ieri accennare dall'onorevole Fambri questa stessa opinione, citando il fatto di un'altra diga per la quale occorsero quarant'anni.

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Quando dunque noi abbiamo questa vulnerabilità da un lato, io credo che sia per lo meno superfluo il dedicarsi ad opera assai più dispendiosa e di più tarda ultimazione soltanto per avere nella fronte un altro lato anche molto più forte, quando sia già più forte. Io non credo che vi sia una ragione sufficiente per adottare un'opera cotanto dispendiosa sia di tempo che di danaro.

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Ci sono delle alture imponenti fra quelle colline, io ne convengo, ma pur troppo non sono alture costanti, ci sono degli insellamenti e molto notevoli, talchè ci abbiamo precisamente nella direzione trasversale, che coincide sull'arsenale della Spezia, l'insellamento di Campiglia il quale è solamente elevato sul livello del mare 350 metri. Ciò è ben calcolato, e fu veduto dalla Commissione di difesa generale dello Stato, mercè i calcoli forniti dal Comitato di artiglieria per la detta altezza di 350 metri.

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Se noi abbiamo i passaggi alpini aperti, è indubitato che l'Italia tutta si trova esposta, e non solo la Spezia, per cui codesti passaggi, ove almeno son forniti di strada carreggiabile, è urgentissimo d'asserragliarli, altrimenti noi ci troveremo sempre nella condizione che non siamo sicuri se in una contingenza di guerra, potremo mobilizzare e concentrare l'esercito, perchè ci troveremo sempre soggetti al pericolo di una sorpresa e di una imminente invasione che c'impedisca fin dal bel principio la formazione dei corpi.

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Io direi, a mo' di questione pregiudiziale, se abbiamo un danno da una parte, perchè dobbiamo averne due? Io credo intanto che, quando si hanno a temere due danni, è meglio intanto levarne uno.

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avete studiato, avete letto con ponderazione quanto nella relazione è detto, perchè noi non abbiamo che quanto risulta dalla medesima per formarsi un giudizio a tale riguardo? La relazione vi dice che assolutamente la spesa e il tempo per costrurre le dighe non sono che in proporzione diretta colia lunghezza di esse; null'altro può desumersi dalla medesima. Chi dice che s'affonderà di più, chi dice che s'affonderà di meno in una posizione o nell'altra; noi non abbiamo rilievi sufficienti per portare su ciò un formale giudizio, ma si può assolutamente venire con qualche ragionevolezza a sostenere che noi avremo la spesa eguale in un sito o nell'altro, per riguardo all'affondamento e alla sezione, e che la spesa non varierà che in ragione della lunghezza.

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Tutti abbiamo una riverenza per quello che ha detto e che ha fatto quell'uomo. Ebbene egli ha detto: la diga Maralunga-Scola è l'unica che, per condizioni idrauliche, si debba fare alla Spezia. E questo è nella relazione in altre parole, credo, ma presso a poco così.

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È questa una verità che è stata sempre indiscutibile, e lo è tanto più oggi che abbiamo visto quanto costi ad un popolo l'essere impreparati alla difesa; oggi che le guerre tanto più presto si rompono, quanto più pronti sono i mezzi di inscrivere, raccogliere ed ordinare i soldati. Cosicchè le guerre soglionsi quasi decidere al primo urto delle armi, ed è ben difficile che una nazione battuta possa riaversi dalla sconfitta, tanto più che non c'è modo di trovar aiuto nelle alleanze, perchè, se chi vince non le cerca, chi perde non le trova.

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vi abbiamo lavorato e vi lavoriamo da tredici anni, vi abbiamo spesi 60 milioni, e vi abbiamo raccolte le principali nostre risorse marittime.

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Noi abbiamo esempi di passaggi di stretti, e prima e dopo le invenzioni del vapore e delle corazze.

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Ed è vero infatti che alcuni forti come Sumter, Morgan, Filipps e Jakson furono fatti tacere, ma erano tutti in muratura; invece abbiamo l'esempio nell'isola numero 10 di una certa batteria che non era altro che di sabbia, la quale ha resistito a 23 giorni di bombardamento di sei cannoniere e sedici bombarde, e non cesse che al corpo d'armata del generale Pope. Ed abbiamo pur quello di Wicksburg che l'ammiraglio Porter avrebbe dovuto rinunciare ad oppugnare, senza il concorso del generale Grant che l'assediò da terra. Ed abbiamo anche l'esempio di una famosa batteria che si trovava a Charleston, la batteria Wagner, la quale ha resistito a 2864 colpi, mentre tre soli dei suoi cannoni furono messi fuori servizio.

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Noi abbiamo fatto così: noi abbiamo inteso gli uomini speciali con una religiosa attenzione e dopo ci siamo decisi, come devono fare gli uomini politici sulle ragioni salienti, le quali possono essere afferrate da qualunque intelligenza.»

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No, o signori, qui voi siete gli esecutori di quello che noi ordiniamo; noi, concedendovi il danaro del paese, abbiamo il diritto di precisarvi il modo della spesa. Voi vi mettereste in una via molto sdrucciola, in fondo alla quale trovereste la logica conseguenza di negare al Parlamento la facoltà degli emendamenti, o, ciò che torna il medesimo, di convertire il Governo parlamentare in rappresentativo. Ora io domando se i paesi a noi vicini, i quali ebbero per vent'anni a sperimentare i Governi rappresentativi, predicati dagli autoritari quale panacea d'ogni male, abbiano avuto molto a lodarsi dell'esperimento fatto e delle sue conseguenze.

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Il solo stabilimento marittimo dunque che noi abbiamo per costruire, raddobbare, sopperire alle esigenze delle grandi navi è la Spezia, che ci costa 54 milioni, e forse per venti anni non ne avremo altri.

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XI legislatura – Tornata del 24 aprile 1872

611960
Biancheri 6 occorrenze
  • 1872
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Certo non è cosa desiderabile che nell'esercito vi siano dei soldati i quali abbiano difetti simili; ma quando pure taluno ve ne sia, abbiamo dei servizi militari, nei quali possono pur sempre essere utilmente impiegati, come sarebbe il servizio del treno e quello presso i distretti. Nell'uno il servizio è fatto a cavallo; presso gli altri non occorrono grandi marcie, ed un tal difetto non può quindi avere conseguenze perniciose. E con questa regola si è precisamente proceduto in occasione dell'ultima leva per rispetto a coloro che furono trovati affetti dalla accennata imperfezione; essi furono assegnati a quei servizi nei quali possono in tutti i casi rendersi utili.

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Nella sua relazione egli dice che abbiamo un Codice penale per tutti i casi, un altro specialmente modificato per le provincie meridionali, un terzo per le provincie toscane; l'unificazione quindi non si raggiunge.

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Dice l'onorevole Branca che noi abbiamo esasperata la legge generale, e l'abbiamo esasperata in una legge di libertà. Posso rispondere che la ragione dell'esasperazione sta appunto nel carattere della legge che vogliamo costituire; imperocchè è ben giusto che il legislatore, il quale concede la libertà, reprima severamente l'abuso che se ne faccia. Aggiungete a questo che si tratta di reati, i quali presentano un carattere di straordinaria gravità, perchè in essi concorrono l'inganno contro la fede pubblica, la frode contro il pubblico ufficiale, e più poi il fine del lucro illecito, che è lo scopo cui mirano coloro che di questi delitti si rendono colpevoli. Vedete dunque che non vi è ragione di essere troppo condiscendenti verso gli autori di siffatti reati.

Pagina 1689

Ad ogni modo noi abbiamo riconosciuto che una qualche differenza vi era fra l'alterazione delle monete e l'alterazione dei lavori d'oro o d'argento sopra i quali i pubblici ufficiali hanno impresso il marchio e, appunto in omaggio a quei principii dei quali faceva cenno l'onorevole Branca, abbiamo creduto che fosse si caso non di aggravare la pena, ma di mitigarla, diminuendola di un grado.

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Vegga dunque la Camera, vegga l'onorevole Branca come noi abbiamo veramente cercato che le sanzioni di questo disegno di legge fossero in armonia con quanto è stabilito dal Codice penale.

Pagina 1691

Conchiudendo dirò che, se da una parte la politica, cioè il desiderio che l'Italia dia una prova di simpatia all'Austria, mi consiglia ad approvare questo progetto di legge; se dall'altra me ne sconsiglia l'economia politica, la necessità di fare economia, mi pare potersi l'una coll'altra cosa conciliare ove si faccia ben bene comprendere all'Austria che, se noi non andiamo a Vienna all'occasione dell'esposizione, non si è per malo animo o per alcuna ruggine che abbiamo verso di essa, ma unicamente perchè vogliamo seguire una politica di raccoglimento e di economia, perchè vogliamo giungere al pareggio dell'attivo col passivo e pagare i debiti.

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XI Legislatura – Tornata dell’11 dicembre 1872

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Biancheri 12 occorrenze
  • 1872
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Lo so perfettamente; ma intanto in oggi abbiamo 478 milioni di imponibile, e se badiamo alle tabelle di cui alla relazione dell'onorevole Maurogònato, avremo un reddito imponibile, compreso il ruolo supplementare, di 520 milioni ai più sui ruoli del 1872.

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Ciò vuol dire che la frode è precisamente fatta nella scala di questi 400 milioni che noi abbiamo perduti nei ruoli dell'oggi.

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Del resto, fortunatamente noi non abbiamo certi ostacoli che altrove si sono presentati al migliore assetto dell'imposta sulla rendita.

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Vi ricordate quante volte abbiamo dovuto deplorare in questa Camera che i regolamenti ministeriali hanno inflitto financo delle pene; cosa che non potevasi fare se non per legge? Vi ricordate che vi sono stati regolamenti i quali hanno financo stabilito delle imposte, cosa per la quale ci vorrebbe una legge? Vi ricorderete i regolamenti militari. Quali e quante pene disciplinari non vennero stabilite in via regolamentaria, mentre ci sarebbe voluta una legge? Quante e quante imposte non si sono stabilite per via di regolamento!

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Noi spesse volte nella Camera abbiamo deplorato una manìa che ha invaso il Governo dal 1860 in poi, quella del regolamentarismo. Sotto alcuni dei Governi cessati si diceva che le leggi erano abrogate dai decreti, i decreti dai rescritti, e i rescritti dalle circolari. Tutto ciò era logico sotto quei Governi che si fondavano sul principio dell'assolutismo, ma chi avesse detto che sotto un Governo rappresentativo, retto a libera forma, retto a sistema costituzionale, quest'istesso vizio, direi così, che si deplorava, e che del resto era logico nei Governi assoluti, dovesse egualmente deplorarsi, non sarebbe stato certamente creduto. Ebbene, signori, le cose intorno a ciò vanno nel modo con cui andavano prima.

Pagina 3680

Non siamo stati noi che abbiamo creato, ingigantendolo, il monopolio della Banca, che pesa come incubo fatale su tutto il paese, e che produrrà delle conseguenze che non possono prevedersi. Voi, onorevole Sella, voi che siete l'autore del macinato, voi che siete il sostenitore del più forte dei monopolii, quello della Banca, avete il coraggio di venire davanti a noi amici della libertà?

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È la stessa questione che abbiamo già fatta coll'onorevole Mussi e che ripeteremo perpetuamente.

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Non basta dire: non abbiamo votato questa e quell'imposta.

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L'onorevole Lazzaro dice: non siamo noi che abbiamo votato il macinato.

Pagina 3685

Ma io intendo di dirvi solamente che, se così grandi furono le difficoltà in Inghilterra, tanto maggiori devono essere in Italia, poichè, non solamente abbiamo maltrattata questa tassa e l'abbiamo eccessivamente elevata, fin dall'origine, cambiandone continuamente i regolamenti e le norme, e facendo pagare persino tre semestri all'anno per due anni, ma abbiamo lasciato che, contemporaneamente ad essa, si aggravassero i contribuenti colle tasse di esercizio e di famiglia, col fuocatico ed altre tasse che sono, in ultima analisi, altrettanti duplicati della tassa medesima.

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Noi, come il solito, non abbiamo avuto pazienza; invece d'aspettare qualche tempo e di correggere poco a poco queste Commissioni, modificandole e tentando d'indurla col mezzo dei sindaci e dei prefetti a fare il debito loro, siamo andati all'estremo opposto, abbiamo detto; tassi l'agente, e le Commissioni decideranno sui reclami.

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L'onorevole ministro opportunamente richiamò la Camera a considerare che abbiamo un'altra tassa che per me è assai più disastrosa, la tassa del macinato, la quale co pisce il povero, e che, quando cerchiamo di trarre coi mezzi i più vessatori! ed opprimenti questa tassa, e lo facciamo con mezzi estrani, non si può usare tanto rigore nel lamentare che gli agenti delle tasse sieno rigorosi nell'applicare la tassa di ricchezza mobile, la quale ha per iscopo principale di colpire le classi più agiate, od almeno che sono, in proporzione, in condizioni migliori.

Pagina 3696

XI legislatura – Tornata del 12 marzo 1872

624794
Biancheri 15 occorrenze
  • 1872
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Se voi considerate che nel disavanzo dei 110 milioni del 1870 figuravano le spese delle grandi costruzioni; se voi considerate che nel 1871 abbiamo votato sette od otto milioni di imposte; se voi tenete conto dell'incremento naturale delle entrate, voi dovete confessare che il pareggio nel 1870 non si è ottenuto, non solo perchè le spese militari siano aumentate, non solo perchè abbiamo ereditato il debito pontificio, ma per altre cause.

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Egli diceva a questa Camera: noi abbiamo 110 milioni di disavanzo; datemi 25 milioni d'economie, 75 milioni d'imposte, 10 milioni si risparmiano emettendo carta anzichè rendita, ed io vi do il pareggio bell'e fatto pel 1871.

Pagina 1137

Voi sapete che con la legge degli 11 agosto 1870 noi abbiamo consegnato, in pegno, alla Banca 333 milioni nominali di obbligazioni ecclesiastiche a garanzia e ad ammortamento dei biglietti.

Pagina 1138

In questa strada dobbiamo procedere con grande cautela; abbiamo già l'aggio che oscilla dal sette all'otto per cento; abbiamo, ogni anno, una grossa quantità di pagamenti da fare all'estero; quinci qualche milione stanziato in bilancio per comperare l'oro necessario: per poco che l'aggio cresca, è lecito dubitare se sia preferibile un'emissione di carta ad un'emissione di rendita. Credo perciò che le condizioni poste dalla Commissione siano salutari, ed a queste condizioni non ho alcuna difficoltà di ammettere l'aumento di 300 milioni di carta.

Pagina 1138

Ora abbiamo un miliardo di carta della Banca, la quale fa ufficio di moneta e circa 300 milioni di biglietti parte autorizzati, parte non autorizzati: resta ancora un poco di margine ad un aumento di circolazione.

Pagina 1138

Per me sono fermamente convinto che noi non abbiamo diritto di fare questo, senza offendere la fede pubblica.

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Noi abbiamo fiducia che la rendita salga di giorno in giorno; facciamo ogni sforzo perchè questo si compia; ma chi ci guarentisce che nel corso di 8 anni e mezzo, periodo nel quale si compie questa operazione, la rendita non ridiscenda al 43? Pur troppo noi l'abbiamo veduta a questo corso! La comparsa di un Hohenzollern qualsiasi sull'orizzonte europeo può precipitare la rendita tanto giù che io non oserei misurare coll'occhio la profondità di questo abisso!

Pagina 1140

Noi di questa parte abbiamo una grande responsabilità. Avendo sfidata la gloriosa impopolarità delle tasse, noi abbiamo l'obbligo, o signori, di forzare noi medesimi e di forzare il potere esecutivo ad entrare in questa via.

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Questo è il solo modo di arrivare al pareggio, e con un assetto forte del bilancio procurare al paese una grande prosperità; sarà questo il compenso delle molte tasse che gli abbiamo imposte.

Pagina 1144

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Quando noi studiamo le condizioni economiche e politiche del nostro paese, noi abbiamo ragione di arrossire vedendo il saggio della nostra rendita al punto cui è attualmente. Esso dovrebbe essere molto maggiore.

Pagina 1150

Ebbene, il massimo, di superlativo è disceso a positivo; abbiamo solo una comparazione, un accrescimento; domani avremo un ulteriore accrescimento: e nell'articolo della convenzione si aumenta il massimo attuale, e si determina un massimo futuro.

Pagina 1152

E quando nei 1870 si vaticinava che i rapporti fra lo Stato e la Banca avrebbero perpetuato il corso forzato, si diceva: usufruttuiamolo nel modo che è a noi necessario; si rispondeva: badate che con i biglietti marchiati (che si ostinavano a dire carta puramente governativa), noi ci metteremo nel sistema degli assegnati; si rispondeva: volete che noi distruggiamo l'unica garanzia, l'unico freno che abbiamo, la Banca?

Pagina 1152

L'aumento che abbiamo avuto, è vero, ma non molto; in parte anzi è dovuto a cause artificiali, ed è un aumento fittizio per l'universale, utile per pochi. L'aumento della circolazione della carta non potrà ora non costringere la carta degli altri Banchi a ritirarsi. Tutti son d'accordo su ciò; il progresso per quegl'istituti è reso impossibile.

Pagina 1154

Siamo noi a fronte dello straniero, abbiamo dinanzi il sistema internazionale o semplicemente socialista, per aver d'uopo di consigliare la Camera di costituirsi in maggioranza ad ogni costo, e così confondere colla questione finanziaria ed economica la questione morale, la questione politica? Temiamo noi che possa intorbidarsi la pace, e possa perdersi tutto quel bene che sin qui si è ottenuto? Si parli nettamente! Noi non abbiamo niente da temere, nessuno può contestare la regolarità dello stato presente. Dunque non c'è alcun bisogno di confondere i concetti politici coi concetti economici.

Pagina 1157

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