Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura

205911
Garelli, Felice 7 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Abbia il fondo, se non lastricato, almeno in terra argillosa, ben battuta, e resa impermeabile, affinchè il sugo del letame non si perda, per infiltrazione, nel terreno. Questo fondo sia leggermente inclinato da una parte; e nel punto più basso si costruisca una cisterna, o, se il terreno è impermeabile, si scavi una fossa, la quale raccolga il sugo nero, condottovi da un canaletto che gira intorno la concimaia. Si circondi di un arginello di terra che impedisca la dispersione del sugo, e la invasione delle acque esterne. DOMANDE: 1. Che cosa occorre fare per la buona conservazione del letame? 2. Qual è il miglior posto della concimaia? - Come si ripara dal sole, e dalla pioggia? - Quale ampiezza le si dà? - Come dev'esserne il fondo, per impedire la dispersione del sugo, e l'invasione delle acque esterne?

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Io suppongo che tu abbia un ettaro di terra coltivato a frumento, alla solita maniera. La spesa di coltivazione non si discosta guari dalle cifre seguenti: Affitto, o interesse del valore del terreno e imposte . . . . . . . . . . . . . . . . L.135 Semente . . . . . . . . . . . . . . . . » 50 Lavori del terreno, mietitura e battit. . » 60 Concime . . . . . . . . . . . . . . . . » 50 -- Spesa totale L. 295 Il prodotto sarà approssimativamente di 11 ettolitri di grano, e 110 miriagrammi di paglia, che valgono: 11 ettolitri di grano a L. 23 l'ettol. L. 253 110 mir. di paglia a L. 0,50 il mir. . » 55 -- Valore totale del prodotto L. 308 Quale è dunque il benefizio ricavato dalla coltivazione di un ettaro di frumento? Lire 13, ossia la differenza che si ottiene sottraendo dal valore del prodotto che fu di . . . . . . . . . L. 308 le spese fatte per ottenerlo, cioè . . . » 295 -- Benefizio L. 13 Ti sembra poco: e hai ragione. Ma io ti dico che molti coltivatori non guadagnano neppure queste povere 13 lire, e vi perdono, perchè non sanno coltivare. 2. Ora prova un po' a concimare meglio il terreno. Spendi in concime 100 lire in vece di 50. Le altre spese rimangono a un dipresso quelle di prima, o almeno crescono ben poco. Supponiamo che invece di 295 lire tu ne spenda 355. Il prodotto aumenta, e sale per lo meno a 16 ettolitri di grano ed a 150 miriagr. di paglia; onde ricaverai da 16 ettol. a L. 23 L. 368 150 mgr. di paglia a L. 0,50 . . . . » 75 -- Valore totale del prodotto L. 443 In questo caso hai già un benefizio di L. 88. Un altr'anno, aumenta ancora a 150 lire la spesa del concime. Portiamo pure le spese di coltivazione a L. 420. Il raccolto non sarà inferiore a 22 ettolitri di grano, e a 200 mgr. di paglia che, ai prezzi sopra indicati, ti daranno un prodotto di L. 606; e quindi avrai un benefizio netto di 186 lire. Da questi esempi tu vedi che quanto più si spende in concime, tanto più si guadagna. Se fai una spesa doppia, o tripla in concime, ne ricavi un guadagno dieci, quindici volte maggiore. Ho dunque ragione di ripetere che nel concime si ha tutto. Esso dà il grano, la paglia, il fieno, e ogni altro prodotto. Quindi chi ingrassa la terra, conosce il fatto suo, e fa fortuna. Chi smunge la terra, smunge la sua borsa. DOMANDE: 1. È vero che la terra rende in proporzione di quel che riceve? - Dimostra, con un esempio pratico, che non coltiva con beneficio chi concima scarsamente il terreno. 2. Prova con altro esempio che raccoglie molto chi concima bene.

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Ma in questo caso occorre che il guardiano abbia cura di spandere gli escrementi, per dare una concimazione uguale a tutto il terreno. DOMANDE: 1. Quale è il grado di bontà del concime ovino? - Come si suole utilizzare? 2. Si può anche concimare sopra luogo con altri animali? - Con quale avvertenza?

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Spesso accade che un terreno argilloso, o sabbioso, poco profondo, abbia un sottosuolo di natura contraria. In questo caso, con lieve spesa; lo si può correggere, a poco a poco, con lavori profondi, i quali intacchino il sottosuolo, e ne portino su, ogni volta, una falda sottile a mischiarsi con lo strato superficiale. 2. Pei terreni argillosi è un correttivo comodo, e di poca spesa, la torrefazione, o bruciamento, dell'argilla stessa. Si taglia la terra a fette, che si dispongono a mucchi vuoti internamente; questi si riempiono di legna, e vi si prolunga il fuoco, moderandolo, e aggiungendo zolle al mucchio, per turare i buchi, da cui esce la fiamma. L'argilla va bruciata umida, perchè si polverizzi facilmente; bruciandola secca, s'indurisce, e fa mattone. La polvere che si ottiene si spande sul terreno, e vi si incorpora senza fatica. Essa lo rende più permeabile, e sano. DOMANDE: 1. Come si può correggere il suolo per mezzo del sottosuolo? 2. Un terreno argilloso come si può correggere da sè? - Che cosa è, e come si eseguisce, la torrefazione?

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Ma badi che un aratro, qualunque forma abbia, deve essere semplice nella sua costruzione; saldo nelle parti che lo compongono; facile al tiro; e obbediente a chi lo guida.

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Suppongo che tu abbia smossa la terra profondamente, rivoltandola bene, rompendone le zolle, ragguagliandone la superficie. Tu avrai così preparato alle piante un'abitazione sana, comoda, e pulita. Suppongo ancora che al magazzino di viveri tu abbia aggiunto concime, per accrescere la fertilità del terreno. Dopo ciò hai seminato. Or bene: per assicurare la buona raccolta, non ti resta più nulla a fare? A questa domanda molti coltivatori rispondono: «più nulla», e lasciano i seminati alla guardia di Dio. Ma tu, che vuoi essere un buon coltivatore, devi rispondere ed operare diversamente. Tu penserai che chi ha fatto il più, deve fare anche il meno, per prevenire i danni che possono colpire la raccolta. Ricorda il proverbio: all'agricoltore trascurato i porci mangiano il seminato. Quindi nell'autunno, e a principio dell'inverno, nei campi seminati sarà tua cura di nettare gli acquai, ossia i solchi che hai aperti, per dare sfogo all'acqua delle pioggie, e delle nevi: altrimenti questa ristagna sul terreno, e fa morire le piante. Nell'inverno la terra gela, e si gonfia; e, a primavera, le pianticelle giovani rimangono quasi scalzate; onde molte si perderebbero, se tu non comprimessi il terreno, per riavvicinarlo alle radici. La terra smossa in breve si assoda; indurita dalla pioggia, fa una crosta spessa, e forte, che minaccia di strozzare le tenere piante, se tu non la rompi con una leggera erpicatura. Giova nell'estate rincalzare la terra attorno al piede di alcune piante, come il granturco, la patata, la barbabietola ecc. E giova, sia per conservar loro un po' di freschezza in tempo secco, sia per difenderle, in tempo piovoso, da soverchio umidore alle radici. 3. Infine c'è da stare in guardia da certi ladri che ti mangiano la raccolta in erba. Questi ladri pericolosi sono le piante cattive che, senza permesso, s'introducono nel tuo campo. Se non vi badi, ti fan più danno che i ladri di due gambe, i quali tentano di rubarti la raccolta, quando è matura. Tu le devi combattere, e sterminare. DOMANDE: 1. Dopo gettate le sementi, non ti resta più nulla a fare, per assicurarti una buona raccolta? 2. Che cosa farai, prima dell'inverno, nei campi seminati? - Come riparerai lo scalzamento delle piante prodotto dal gelo? - Lascierai la crosta dura che s'è fatta intorno ad esse? - Quali piante giova rincalzare nell'estate? 3. Non caccerai le malerbe che infestano i seminati?

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La giovinetta campagnuola

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Garelli, Felice 8 occorrenze
  • 1880
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Ricòrdati, giovinetta, che val più un desinare di legumi condito dall'amorevolezza, che non un bue grasso il quale abbia odio per condimento. Bada ancora che i pasti non si facciano aspettare I lavoratori che vengono dai campi portano molto appetito, e poca pazienza. Pensa altresì che la gente che lavora ha bisogno di mangiare bene, per sostenere le forze, e la salute. Quindi quel che la famiglia può spendere, senza scapito dei suoi interessi, è meglio spenderlo in mangiare un po' bene. La troppa economia, fatta a spese del corpo, non profitta, e non dura. Il mulino, se ha poca acqua, macina poco. La gente, mal nutrita, non può resistere alla fatica: e chi sa ancora che si converta in medicine quel che tu avrai negato allo stomaco! Persuàditi dunque che un qualche po' di carne in settimana, del pane ben cotto, e un po' di vino è tanto di guadagnato per la salute, e pel lavoro di tutta la famiglia.

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Così si conservano bene, e piacciono molto alle vacche; quantunque la fermentazione le abbia fatte un pochino acide. Anche il fieno bruno, ossia lasciato fermentare, come è uso in molti luoghi, diventa più saporito, nutritivo, di facile digestione, sia per le vacche lattaie, e pei buoi destinati all'impinguamento, sia pei cavalli.

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Così, senza uscire dall'aia, e quasi senza fatica, avrai più ingrasso per l'orto, che non ne abbia il letamaio pei campi, e con esso otterrai legumi più che ne abbisognino alla famiglia.

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Per quanto si abbia una tempra robusta, come si può vivere sani in luoghi sì fatti? A dormire in camere umide, scure, c'è, pei ragazzi specialmente, da perdere la salute per sempre. Quasi tutte le malattie dei contadini, le febbri, le infiammazioni, i dolori nelle articolazioni, sono cagionate dalle abitazioni malsane. Nella casa di Gian Pietro si ammalarono tutti, un dopo l'altro, dello stesso male; e due ragazzi ne morirono. Il medico dichiarò la malattia essere un tifo, e ne diede la causa all'acqua del pozzo, guasta dalle infiltrazioni del vicino letamaio: e infatti l'acqua di quel pozzo, lasciata per un giorno in un bicchiere, puzzava di marcio. Oh che! Ci vuol tanto a fare il letamaio lontano dal pozzo, e dietro casa?

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Il cuore fa festa, e vuole che tutto abbia un aspetto più gaio. Si vestono gli abiti più belli per andare a messa ed a vespro: per via, e sul piazzale della chiesa, è un ricambiarsi continuo di saluti amichevoli. Sembra che in questo giorno tutti si voglian più bene; si rammentano i cari lontani, e anche i trapassati; si scrive al figliolo, o al fratello che andò soldato; si legge qualche pagina di un libro istruttivo, o morale, e vi si ragiona sopra. Così le ore fuggono, come fossero minuti. Ma la giornata non finisce senza una qualche opera buona: si ricorda qualche vecchia ammalata priva di tutto, e le si porta anche solo un po' di pane; ma le si reca insieme una parola di conforto, che le giova più del pane. Così si santifica la festa nelle buone famiglie campagnuole. Così la santifichi tu pure, che sei una brava giovinetta.

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Governati in questa maniera i vitelli, li vedrai crescere a vista d'occhio, e valere molto più che non abbia costato il loro mantenimento.

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Quindi si eseguisce la stregghiatura del bestiame; dopo la quale distendi nuovamente la lettiera in tutta la posta, perchè il bestiame abbia comodo di riposare. Al mezzogiorno, e alla sera, si ripetono i pasti nella stessa maniera; abbeveri ogni volta il bestiame; lo pulisci, se occorre; porti fuori gli escrementi; distendi la lettiera, e ne aggiungi dell'altra. Governato con queste cure, il bestiame cresce, produce, e diviene una sorgente di guadagno.

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Ne fa la compra, se ha il danaro che ci vuole; altrimenti la ritarda, fino a che abbia il mezzo di pagarla. Essa sa che col danaro contante si provvede roba migliore, e a meno prezzo. Eppoi: è mille volte meglio aver poca roba, ma tutta nostra, che averne molta, pagata col danaro altrui. Essa ha paura dei debiti, e con ragione, perchè sa che, a fare un debito, si lega una corda al collo, e dà il capo della corda in mano al creditore. Quindi fa qualunque sacrifizio, prima di contrarre un debito, anche piccolo. Per solito i debiti cominciano col poco, e finiscono col molto: precisamente come la valanga, che comincia dall'alto con una pallottola di neve, e, rotolando a valle, si ingrossa come una montagna. Guai a fare il prima debito! A pagarlo, se ne fa un altro più grosso; il secondo ne tira un terzo. Per chiudere un buco, si apre una finestra; per chiudere una finestra, si apre una porta..... e così si va dritti alla malora. Per ciò la buona massaia non fa il passo più lungo della gamba, e limita le spese secondo le entrate. Se poi la necessità vuole che essa faccia un debito, pensa continuamente al modo di pagarlo; e ogni giorno, vendendo uova, galline, legumi, mette a parte qualche cosa, per levarsi quel peso dalle spalle il più presto possibile.

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