Rimane pertanto che la Camera deliberi se essa intende che questa si abbia come una prima presentazione e quindi debba passare agli uffici a tenore del regolamento per essere poi a suo tempo letta e discussa: ovvero se intenda che questa legge segua il suo corso a partire dallo stato in cui era all'epoca della chiusura della Sessione parlamentare antecedente, cioè lo stato di presa in considerazione.
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Io però non intendo punto di fare la proposta formale che non si abbia più a tener conto di questa entrata. So che la nuova legge non è ancora approvata, e so perfettamente che ragioni di prudenza consigliano di mantenere sui nostri bilanci tutti quei proventi che si possono e si devono esigere in dipendenza delle leggi attualmente esistenti, ma credo egualmente che si farebbe, a mio avviso, atto di grande ingiustizia, se noi volessimo col 1° gennaio obbligare i contribuenti a pagare e pretendere di poi che la nuova legge sia chiamata in esecuzione, facendone risalire gli effetti al 1° gennaio; in tal caso è troppo evidente che la tassa una prima volta raccolta dovrebbe essere restituita.
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Innanzi tutto dirò sembrarmi che l'onorevole preopinante abbia preso un abbaglio, quando ha detto che le tasse che verranno abolite si percepiscono a rate mensili.
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L'onorevole Saracco ha trovato alquanto singolare che io, membro della Commissione, abbia risposto alle sue interrogazioni, per il motivo che egli dice d'averle dirette al ministro.
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Partendo da questi dati positivi io soggiungeva che prima che scada il primo trimestre del 1864 è assai probabile che il Parlamento abbia preso una decisione definitiva riguardo alla legge sulla ricchezza mobile che si tratta di sostituire alle diverse leggi che ora abbiamo nel regno d'Italia relative a questo ramo d'imposta.
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Credo che l'imperfezione della legge abbia contribuito immensamente a far diminuire questo ramo di pubblica ricchezza, ma credo pure che vi abbiano contribuito altre cagioni fra le quali non ultima il riordinamento che il ministro delle finanze intende portare negli uffici diversi di percezione. Egli infatti sta preparando un lavoro pel quale si vengano a riorganizzare sotto un nuovo punto di vista tutte le ricevitorie del regno.
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Ma forse la Commissione non ha posto mente che nei rami di registro vi è una progressione di trimestre in trimestre che si dimostra colle cifre 8,370,000; 9,051,000, 9,457,000; debbo altresì osservare che tanto sul capitolo 6° quanto sull'8°, cioè Registro, carta bollata e bollo, io ho avuto anche in considerazione una cosa, sulla quale mi pare che la Commissione non abbia prestato la sua attenzione, ed è la riforma che si è iniziata e che sta per essere compiuta sopra il Banco di Napoli.
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quelle ragioni che il signor ministro tenne presenti per fini diversi, ma io credo che non le abbia valutate tutte.
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Quanto poi ai calcoli che il signor ministro ha indicato rispetto al prodotto complessivo della linea confrontato colle spese e cogl'impegni che lo Stato ha assunto, io credo che il ministro li abbia, troppo affrettati, e di questi parleremo quando si tratterà del bilancio dei lavori pubblici; per ora siamo d'accordo riguardo ai 5,400,000, e questo basta.
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Ma ad ogni modo io non mi voglio pronunciare in merito, ed un'inchiesta amministrativa vedrà chi abbia torto e chi abbia ragione in una questione che nell'interesse della finanza noi qui siamo venuti a sollevare.
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Desidero pertanto che prima della presentazione del bilancio 1865 sia questa inchiesta eseguita, e che il ministro abbia la bontà di dar conoscenza alla Camera del risultato di essa nel momento stesso in cui presenterà quel bilancio.
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Per quanto abbia letto ed esaminato la bellissima relazione dell'onorevole Pasini, non mi son formato un concetto chiaro del modo con cui si possa conciliare lo stanziamento d'una rendita di beni che si dovranno vendere collo stanziamento del prezzo di questi stessi beni che figura nel bilancio del 1864.
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Del resto, nella sostanza, sebbene non abbia molta fiducia ne' suoi effetti, pure in mancanza di meglio io lo trovo commendevole.
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Io credo adunque che sia assai difficile il poter negare che il pubblico servizio abbia interesse in questo scambio di corrispondenza; e perciò, come abbia potuto, d'improvviso, senza decreto reale, malgrado la disposizione di legge così ampia e così chiara, essere intervenuta questa disposizione del Ministero, io non ho saputo e non so rendermene ragione.
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Io credo che forse una disposizione consimile si potrebbe adottare nel nostro paese, poichè non è molto probabile che il sindaco abbia occasione di dover scrivere all'infuori di questa circoscrizione sia per la leva, sia per la sicurezza pubblica.
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Laddove si voglia mutare qualche legge si faccia pure, ma si abbia il coraggio di proporne le modificazioni, e noi saremo qui a votarle.
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È naturale ch'egli abbia proceduto nell'ipotesi che tutti lo avessero letto e studiato, tanto da supporre che l'esperimento di qualche giorno non potesse far altro che confortare la discussione successiva che indubitatamente debbe aver luogo avanti che sia adottato come regolamento definitivo della Camera: su questo dobbiamo essere tutti d'accordo.
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Ecco in che consiste la differenza tra il sistema del signor Sella ed il mio: io voglio che sia il potere legislativo quello che deve sanzionare una modificazione dello Statuto; il signor Sella permette che ciò abbia luogo con mezzi indiretti senza il concorso dei due rami del Parlamento e del Re.
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Mi preme che la proposta dell'onorevole Sella non abbia esito, e che in vista dei principii costituzionali sia adottato l'ordine del giorno puro e semplice. Chi può negare che la Camera abbia la facoltà di farsi un regolamento?
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Interrogo la Camera, se voglia che l'interpellanza Minervini abbia luogo dopo discussa la legge sulla cittadinanza degli emigrati.
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Essendo stata presentata la relazione sulla legge del prestito, ed essendo probabile che essa venga presto in discussione, io pregherei il signor ministro delle finanze a voler procurare che pel giorno della discussione sia presentata un'indicazione, non dirò matematicamente esatta, ma sommaria ed approssimativa delle spese straordinarie, alle quali il nostro bilancio è già per legge vincolato fino al 1866; perchè uno de' cardini del sistema ch'egli ci ha esposto essendo l'ipotesi che le spese straordinarie del quadriennio non debbano eccedere una determinata cifra, è indispensabile che la Camera abbia qualche più minuta cognizione dello stato delle cose.
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D'altronde, o signori, non si creda poi che il servizio, quantunque abbia bisogno di alcuni miglioramenti, sia così gravoso all'erario come potrebbe parere a prima giunta.
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Io penso che questa sua osservazione non abbia alcun fondamento perchè egli non ha messo innanzi nessun dato positivo a questo riguardo. Io non ho mai inteso alcuna lagnanza per parte dei Napoletani sopra il numero dei porta-lettere.
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Sono lieto però di vedere che tanto per la prima parte che per la seconda il Ministero, riconoscendo l'esattezza delle mie informazioni, abbia dichiarato che gl'inconvenienti a cui ho accennato abbiano quanto prima a cessare.
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Quanto poi al § 4° mi pare che la Commissione non abbia avuto presente ciò che è prescritto nell'articolo 216, del regolamento del 1861. In questo si legge così:
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Egli poi parlò di servizi che veramente io non conosco avverarsi in pratica, quantunque io abbia notizia di quelli che si compiono nelle nostre provincie; parlò di servizi pei porta-lettere di 30 chilometri di giro; veramente parmi che 30 chilometri sia un calcolo un po'eccessivo.
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In quanto poi alle indennità agli impiegati che sono traslocati senza avanzamento, queste indennità sono concesse da un decreto che si estende in generale ai diversi servizi dello Stato, ed è ammesso che quando un povero impiegato, il quale, per esempio, non ha che 1200 lire di stipendio è sbalzato da Torino a Palermo egli abbia diritto a qualche risarcimento. Io non so se l'onorevole Capone ha mai sentito tutte le lagnanze di questi impiegati mal retribuiti e che sono obbligati a trasportarsi da una estremità all'altra dello Stato.
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I danneggiati politici di Messina si lagnano che il Governo, malgrado la speciale raccomandazione della Camera, non abbia loro finora accordata l'indennità a cui hanno diritto e rinnovano perciò la domanda registrata nella petizione 6853.
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Questo mi sembra almeno abbia egli detto.
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Sig[n]ori, io non intesi bene alcune parole dell'onorevole Michelini; ma, se mai furono pronunziate, è d'uopo che vi risponda; mi hanno detto alcuni colleghi che l'onorevole Michelini abbia fatto allusione a professori di larghi stipendi che sedevano qui nella Camera.
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In tal modo il Governo sotto la sua responsabilità (ed il Governo in ciò deve rimanere indipendente se vogliamo che abbia la responsabilità del governare) potrà, fra tutto questo personale, scegliere gli uomini più atti ai vari uffizi dello Stato, e quindi senza offendere gli interessi presenti e mantenendo la giustizia, si potrà anche far sparire il difetto che vi si fece notare di non essersi seguito il sistema dell'unificazione nella distribuzione de' posti della burocrazia. Mi spiace di non vedere al suo posto il presidente del Consiglio, ministro delle finanze, ma poichè il suo collega, il ministro dell'interno, degnamente lo rappresenta, a lui con piacere mi rivolgo per invitarlo a sostenere la proposta mia, che è una conseguenza del programma del presente Ministero.
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Per me non combatterò questo sistema; lascio che la Camera giudichi se si abbia, oppur no, ad accettare; ma per parte della Commissione debbo dichiarare che esso non combina punto col pensiero che ci ha animati nel proporvi questa legge. Noi abbiamo creduto di doverci preoccupare non delle sole circostanze finanziarie dello Stato, ma anche delle condizioni non liete di questi impiegati che si trovano in disponibilità od in aspettativa; noi ci siamo proposti di tenere al possibile la bilancia equilibrata fra questi due che ci sembrano egualmente gravi interessi.
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Qui vi ha per certo qualche cosa più di una irregolarità: intendo indicare che solo per un voto del Parlamento che faceva diminuire una linea di un bilancio passivo abbia dovuto issofatto cessare anche lo stipendio agl'impiegati in quella linea compresi.
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Egli è per questi motivi, ed anche perchè non mi pare che la Camera abbia finora accolto favorevolmente altre osservazioni le quali nello stesso senso le sono state presentate, che io confido che la Camera non vorrà accettare la proposta dell'onorevole Cortese.
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Io non altro aggiungo perchè mi sembra che la Camera abbia già sentito abbastanza ripetere queste ragioni, le quali essa non vorrà giudicare leggere come l'onorevole D'Ondes-Reggio le qualificava, mettendo innanzi le sue, che egli non con la sua solita modestia dichiarava inconfutabili. Io spero in conseguenza che la Camera voglia votare liberamente ormai questo controverso articolo senza temere di offendere la inamovibilità de' magistrati, e molto meno la inamovibilità dei professori.
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Noi abbiamo l'audacia del bene; lasciamo che altri abbia l'audacia del male. Quindi tutte le volte che ci sarà il bisogno di sanzionare un atto, che sia un progresso per le nostre popolazioni, noi non ne attenderemo l'impulso da parte dei conservatori.
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.… venga nella Camera a farmene appunto, quasichè io volessi fare un mistero, per cui egli non abbia potuto trovare non so dove codesti documenti.
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Supponete che un impiegato sia posto in disponibilità per soppressione di un posto; supponete che questo impiegato sia onesto, laborioso e capace, abbia insomma tutte le migliori qualità; supponete che in due anni non sia possibile che si faccia il posto per impiegarlo, ecco che senz'alcuna colpa questo povero impiegato si trova licenziato e messo alla porta. Figuratevi ora che dopo due anni e mezzo, ovvero pochi mesi dopo il suo licenziamento, si venisse a fare un posto vacante, ecco qui che il Ministero potrebbe prendere un'altra persona che avesse mai prestato servizio in antecedenza; e perchè col cessare dei due anni è cessato ogni diritto in colui che dapprima copriva quell'impiego con vantaggio del servizio, non avrebbe più speranza di esservi riammesso.
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Spirato quel tempo senza che l'impiegato abbia chiesto la sua riammessione al servizio attivo, e sia in grado di riassumerlo, il posto lasciato vacante diverrà disponibile.»
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Ora, osservo io all'onorevole ministro, se si tratta d'un prefetto di carriera, questi, prima di essere prefetto, sarà stato delegato, e non è certo il passaggio da delegato a prefetto che abbia fatto nascere in lui l'abilità, l'attitudine a fare il prefetto.
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Io credo che un prefetto, che egli chiama politico, per esempio un distinto amministratore di aziende private, un distinto avvocato, un uomo che sia versato negli studi amministrativi, e che abbia anche reso dei grandi servizi al paese in materia politica, e che sia chiamato ad esercitare un ufficio qualunque nell' amministrazione pubblica, io credo che questo prefetto, quando cada ammalato, meriti quegli stessi riguardi che merita un impiegato di carriera; imperocchè è evidente che se altri ha fatto la carriera nell'amministrazione, può darsi benissimo e spesso accade che egli l'abbia fatta esercitando l'avvocatura o altra professione liberale, che poi abbandonasse per mettere l'opera sua al servizio dello Stato.
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Accademia della crusca
