Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE

676055
Ghislanzoni, Antonio 1 occorrenze
  • 1884
  • Prima edizione completa di A. BRIGOLA e C. EDITORI
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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La nostra fantasia può ben colorire di rose tutta un'epoca, e abbellirla di un prestigio incantevole; può rappresentarsi la perfezione ideale dello spiritualismo e della virtù, incarnata nei suoi molteplici personaggi; ma essa non può mentire a sé medesima al punto da rinnegare uno dei due elementi che costituiscono la natura dell'uomo. Esageriamo il bene a comodo nostro, e noi vedremo, sulle orme di quello, insorgere il male in proporzioni gigantesche. Estraete il fuoco dalla silice; e mentre gli assiderati ne ritrarranno la vita, il prete si trarrà in disparte a meditare l'orrendo supplizio dei roghi. Mentre voi benedite l'acciaio che vi fornisce il vomere a coltura dei campi, il boia imaginerà la mannaia. Quale è la scienza, quale l'industria, che possa vantarsi innocente di corruzione e di calamità? La stampa, che diffonde la luce, moltiplica i pregiudizi!, il telegrafo accelera il moto del pensiero, e serve alla menzogna dei despoti, alle frodi della Borsa. Dappertutto i due elementi dell'uomo si rivelano: il bene ed il male camminano di pari passo. Il secolo d'oro è inconcepibile. Perdonate la digressione, e proseguiamo il racconto. Antonio Casanova di poco oltrepassava i trent'anni, e già il suo nome era tristamente famoso nella Cronaca criminale dell'epoca. Questo insigne barattiere avea già posto in allarme tutti gli uffizi di sorveglianza dei Dipartimenti della Unione, le Questure e le Polizie dell'altre parti del mondo. Dotato di una forza fisica sorprendente, magnetizzatore di prima potenza, il Casanova aveva incominciate le sue prodezze nelle case da giuoco. La sua volontà efficiente si esercitava con mirabile effetto sulle carte e sulle palle da bigliardo. Aveva viaggiato parecchi anni con una stecca di sua invenzione, nel cui legno perforato scorreva un zampillo di mercurio iniettato in una vena capillare di nervi umani. Quel tubo era un inalterabile conduttore della volontà. Il Casanova, lanciando la sua biglia, non aveva che a prescriverle il corso nella sua mente, perché quella obbedisse al suo volere come un corpo intelligente. La palla descriveva sul verde tappeto delle curve, dei circoli inverosimili. La colla, il salto degli uomini la carambola, nessuna difficoltà di giuoco imbarazzava quell'avorio prudente e sicuro, il quale trionfava di ogni ostacolo, e pareva schernire la trepidazione dei circostanti. Il Casanova, usando della sua stecca, poteva dare venti punti al più abile giuocatore ... Al macao, al lanzichenecchi, all'ecarté, le istesse risorse magnetiche. Il Casanova, purché avesse le carte nelle mani, col semplice tocco delle dita, mutava i picche in fiori, i cuori in quadri, sostituiva un fante ad un asso, creava il suo giuoco. Egli vinceva colla volontà, portando ne' suoi competitori il turbamento e la disperazione. Guadagnava tesori. Ma questa professione del giuoco era troppo monotona per uno spirito insofferente e fantastico. Il Casanova ne fu presto annoiato. La sua natura era perversa. Più che l'utile proprio egli amava il danno d'altrui. Il giuoco non gli offriva che delle vittime volontarie, uscite per la più parte dai ranghi più screditati della società; egli aveva bisogno di portare il male nelle famiglie oneste, nelle classi più stimate e, a suo vedere, più felici. Sopratutto egli si compiaceva di truffare gli uomini altolocati, i funzionar! del Governo, i primati dell'intelligenza. Tutto ciò che era talento, illustrazione, rappresentanza di moralità e d'ordine pubblico, per lui, anima di Caino, era oggetto di odio e di persecuzione. Affigliato alla setta degli Equilibristi propugnatori della anarchia universale, in breve era salito ai primi gradi dell'ordine. Gli Equilibristi domandavano la perfetta uguaglianza sociale, ma fra essi era già stabilita la gerarchla. I settarii di buona fede cooperavano, inconscii od illusi, alle sue ladrerie. Nelle città più importanti della Unione e d'altre parti del mondo, il Casanova poteva impiegare al servizio de' propri disegni una camorra potente. Rubava, e divideva co' suoi correligionarii il quinto dei redditi. Il resto spendeva in gozzoviglie, ovvero in procacciarsi nuovi mezzi a compiere le sue imprese temerarie. Ed ora, dopo questi brevi cenni, vediamo il nostro uomo nell'azione che direttamente si riferisce alla nostra istoria.

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