Badate, io non giudico, non entro nel merito, e ripeto che non sarei nè competente nè erudito abbastanza per farlo. Ma lascio questo giudizio all'autorità giudiziaria, e dico ch'essa ha obbligo di scrutare se concorrono in quel fatto gli estremi per dichiararlo reato, e perciò ha bisogno di fare quelle indagini prime, senza le quali ogni specie di giudizio sarebbe frustrato.
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Il motivo che mi ha mosso a presentare quest'emendamento fu da un lato il timore, certamente non giustificato, che in quest'Aula non fosse stata pronunziata abbastanza chiaramente una parola indifesa dell'operato del presidente, il quale mi sembrava a torto accusato alquanto in alcuni passaggi della relazione; e in secondo luogo il dovere che avevo verso gli onorevoli colleghi dell'Ufficio che mi elessero a far parte di questa Commissione, e ai quali io aveva manifestate le mie idee relativamente alla condotta dal presidente Farini.
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Sono lieto di dire che la questione ha fatto dei passi abbastanza importanti verso una soluzione favorevole, conforme agl'interessi degli artisti, così italiani, come delle altre parti di Europa, e conforme agl'interessi di tutti gli amatori delle Belle Arti.
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Si potrebbe, con questa maniera d'argomentare, sostenere che l'alleanza dell'Austria e della Germania è debole, che non è abbastanza efficace, che non può inspirare sufficiente fiducia. Ben si vede adunque, esser questi argomenti, i quali proverebbero troppo, se potessero provare qualche cosa.
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Il fatto dell'inaugurazione dell'Esposizione nazionale di Torino mi pare abbastanza importante per giustificare in noi il desiderio di prendere parte a quella solennità.
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In questo senso eliminata se è possibile (e perciò mi affido all'accorgimento del relatore onorevole Merzario) eliminata la questione delia terna, che non mi pare abbastanza corretta, si potrebbe votare benissimo l'articolo 3, come è proposto dal Ministero, tenendo conto di un mio emendamento, poiché infatti la terna suppone un solo candidato. E quando sono più candidati, si fanno forse tante terne per ognuno dei maestri da proporsi? E se non si presentano più di tre all'esame?
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Si dubita per avventura della capacità dei comuni nella scelta dei maestri elementari; si crede che non vi sia specialmente nei piccoli paesi un certo numero di persone abbastanza capaci di esaminare, di conoscere l'abilità di questi maestri?
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Infatti se è vero che in molti comuni, come hanno osservato nella discussione generale alcuni colleghi, e come ha confermato, mi pare abbastanza recisamente l'onorevole ministro, se in molti comuni, dico, v'è una diffidenza, una ripugnanza assoluta per l'istruzione popolare, se essi si rifiutano ancora alle spese imposte loro attualmente dalla legge, come volete che si assoggettino a delle spese facoltative come questa, a delle spese a cui possono sottrarsi, rinunziando ad un diritto per avventura prezioso per chi cura veramente la istruzione, ma non già per chi non la cura?
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Quindi, se non fanno mancare gli stipendi, lasciano scarseggiare le supellettili scolastiche, non provvedono edificii scolastici abbastanza ampli, convenienti, igienici, fanno infine mancare tutti quegli incoraggiamenti all'istruzione, senza dei quali essa non può avere tutto l'impulso che devi avere, e che ha in tutti i paesi civili, in cui è diventata una splendida, una fruttuosa realtà.
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Le conseguenze d'un tale indirizzo tutti le conoscono abbastanza.
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Comprendo che non è facile applicarla, anzi per la considerazione, come dissi l'altro giorno, di questi conflitti permanenti fra Stato e comuni, per gli ostacoli che si incontrano, che sembrano quasi insuperabili e fanno temere a molti che noi avremo ad aggirarci in un circolo vizioso di provvedimenti non abbastanza efficaci, desiderano alcuni che la istruzione elementare sia affidata allo Stato; del quale, così l'onorevole Finocchiaro come l'onorevole Trinchera, che ha esposto idee conformi, non temono, non ritenendolo un Saturno divoratore dei propri figli.
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Ma intanto siamo davanti alla realtà, ed ammetto pure quel che asserisce l'onorevole Diligenti: la impotenza finanziaria di molti comuni; il sussidio insufficiente dello Stato; tanto più, quando lo si confronti con quello di altri più piccoli paesi che hanno il coraggio di più generosi sacrifici; ed anzi temo che la distribuzione dei sussidi non sia fatta abbastanza bene. Ciò conferma anche l'onorevole Ceppino nella sua relazione, nella quale, accennando ai 1200 comuni, che non pagano a tempo i loro maestri, esprime anche il dubbio che, forse, non possano pagare, e che i sussidi non sieno bene distribuiti. Credo che non bastano. Spero poi che l'onorevole Ceppino vorrà presentare a tempo debito una tabella annuale della distribuzione dei sussidii, domanda
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Allora bisogna dirlo, perchè nell'articolo non è abbastanza chiaramente detto.
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