Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbassando

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Otto giorni in una soffitta

204632
Giraud, H. 3 occorrenze
  • 1988
  • Salani
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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. - Che cosa direste - riprende la signora d'Aufran abbassando il tono - se vi portassi una sorellina? - Una sorellina! - I tre fanciulli hanno fatto questa esclamazione ad una voce e con lo stesso tono deluso. - Sì, so che non vi piacciono le bambine, ma questa è così carina! - Uhm!... - fa Maurizio. Francesco è atterrito. Alano pure. - Sì, - continua la giovane signora - ho adottato una bambina. - Anche tu! - grida Francesco. La mamma sembra maravigliata. - Come anch' io? Ne hai forse adottata una anche tu? - No, - borbotta Francesco. - Ho detto così per dire.... - Una povera bambina infelice, senza genitori. Ho pensato che vi assocereste alla mia opera buona essendo buoni e gentili con lei. - I tre fanciulli si guardano con un'espressione imbronciata e afflitta. Come sono statì stupidi a non scrivere subito alla mamma la storia di Nicoletta!... Perchè, certamente, non possono adottarne due, ed è quella della mamma che resterà.... E la povera Nicoletta dove andrà? A meno che non provino a non accettare questa qui. E Francesco comincia: - Una bambina.... - Noi non vogliamo bambine, - dichiara Maurizio con energia. - Non quella.... - Perchè non quella? Ne vuoi un'altra? - No, - dice Maurizio - bambine, no. - Ma questa è tanto infelice! Vorreste rimandarla via? - È qui?... - domanda Alano. - Si annoierà con noi, - dice Francesco con un po' d' ipocrisia. - Una bambina con tre ragazzi, capirai, mamma.... - Se fossero due, - comincia Maurizio, il quale pensa che dopo tutto, quanto ad adottare bambini, tutto sta nel cominciare. Perchè non prenderebbero anche Nicoletta, insieme con « quella della mamma »?... - Ah, no! - protesta la mamma. - Io ne voglio soltanto una. Se voi non ne volete nessuna, oppure due, non potremo intenderci. Allora nessuna? Devo rimandar via questa poverina? - I tre fanciulli sono molto imbarazzati. E la mamma chiamava quella una bella sorpresa?! - Ebbene, - dice la signora d'Aufran - andate ad aprire quella porta, e dite voi stessi a quella povera bambina di andarsene. - Poverina! - esclama Francesco. Dopo tutto, se i ragazzì accettano quella fanciulla adottata dalla loro mamma, perchè la mamma alla sua volta non accetterebbe la loro? E tossicchiando per rischiarare la voce, egli prende la parola: - Ebbene, mamma, prendila, ma a una condizione.... - No, no, no! - protesta la mamma mettendosi le mani agli orecchi. - Niente condizioni! E con grande stupore dei ragazzi chiama: - Matù! - Prima che i fanciulli abbiano capito, la porta si apre e.... la loro figlia Nicoletta, fresca e ben vestita, entra. Non vi sono parole che possano descrivere questa scena. Grida, risate, baci, Maurizio che balla vertiginosamente, spiegazioni confuse e sconnesse.... Ma alla fine s' intendono, e i tre babbi, lieti di ritornare fratelli, sono ancora più felici che la mamma abbia accolto così bene Nicoletta. - Sì, - dice la mamma un po' severa - non voglio sciuparvi questa bella giornata sgridandovi, e rattristare Nicoletta, ma sono però molto afflitta di tutte queste menzogne. - L' intenzione era buona, però, - obietta Alano. - Non erano bugie cattive, - aggiunge Maurizio. - Una bugia è sempre cattiva, - riprende la mamma. - Perchè non mi avete scritto? - Francesco riprende la parola: - Avevamo paura di farti interrompere la cura, mamma; ed eri così sofferente, quando partisti! - Infine, - dice la mamma - per oggi non ne parliamo più: è giorno di gioia. - Ma ecco che arriva Maria, la quale non riesce a capire la storia se non dopo molto e molte spiegazioni. La sua

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Riaccendono il fornello, e ricominciano abbassando la fiamma. Questa volta non vuol più bollire, e quando infìne si decide, non va affatto meglio. Il semolino è tutto un grumo. Credi che sarà buono? - domanda Maurizio. Alano non è ben sicuro, Francesco alza le spalle per far capire che non lo sa. Non c' è che Nicoletta che è già sicura del resultato. - Sarà molto buono, - decide essa. Povera Nicoletta! Quando, alla fine, la minestra è cotta, bisogna che la mangi; ma allora sembra che cambi parere. Comincia col bruciarsi un poco. - È buona? - domanda una voce ansiosa. E Nicoletta risponde, con voce lamentosa: - Sì.... ma credo che non abbiate messo il sale. - Il campo dei cucinieri è costernato. Hanno dimenticato perfino di portarlo, il sale. Maurizio propone di andare a prenderlo. Ma prima propone a Nicoletta di portare dello zucchero al posto del sale. - Sarà più buona, - egli dice. Ma ad ogni modo non potrebbe esser più cattiva. Nicoletta è stoica: mangia la sua minestra. La mattina ha preso una limonata purgativa e un decotto d'erbe, e quella minestra completa la giornata. Quando ha finito, Alano getta un grido: hanno

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Francesco indica soltanto una porta, e abbassando la voce: - È quella della biblioteca, - dice. E vanno a visitare la camera dei bambini e la stanza da studio. Francesco è tutto contento di far vedere a « sua figlia» i libri, i balocchi, il posto dove lavorano. Poi vanno nella camera della mamma. Francesco mostra dove la mamma scrive, dove lavora. Indica la poltrona vicino alla quale vi è una sedia bassa. Là, i ragazzi vanno a raccontare le loro pene, a chiedere dei favori o a farsi sgridare. - E vi sgrida? - domanda Nicoletta. - Qualche volta; - risponde Francesco ridendo - ma la povera mammina è così dispiacente, e vediamo che soffre tanto quando noi siamo cattivi, che cerchiamo di esser buoni. Ora conosci la casa, - continua Francesco. - Vieni, andiamo a giocare. Che peccato non poterti far vedere il giardino! Sarebbe stato divertente correre un po'. Ma Leonia ci vedrebbe. - Tranquilli, sicuri della loro solitudine, i due fanciulli si preparano a risalire nella soffitta. - Potremmo divertirci nella stanza da studio, ma è seccante stare con la paura che qualcuno entri, - dichiara Francesco, e Nicoletta è del suo parere. Il pericolo viene qualche volta quando non ci si aspetta. Ecco che nel momento in cui i fanciulli passano senza timore davanti alla biblioteca, la porta s'apre pian pianino e lo zio Fil appare. Vi è un attimo di silenzio. I fanciulli sono serrati contro il muro, come se sperassero di scomparire nella tappezzeria. Francesco, sentendo tremare la mano di Nicoletta, la stringe forte per farle capire che è pronto a difenderla. Lo zio Fil ha gli occhiali sulla fronte. Ha l'aria distratta che gli è abituale, ma questa volta mista a una certa inquietudine. - Francesco, - comincia egli. Poi vede Nicoletta. - Chi è? - domanda macchinalmente. - È.... è Nicoletta, zio, - risponde coraggiosamente Francesco. E ciò pare che basti allo zio Fil, il quale dice: - Ah, bene, bene! - Poi torna all'argomento che lo preoccupa. - Francesco, Maria deve aver toccato una carta molto importante che non posso ritrovare.... Dov' è essa? - È andata al bosco delle Fate, zio.... - Al bosco delle Fate? - mormora lo zio Fil. - Male, male! - Evidentemente non pensa ad una passeggiata coi bambini, ma s' immagina che Maria sia andata sola sola a passeggiare nel bosco delle Fate. - Benissimo; ma ciò è seccante. Venite ad aiutarmi a cercare negli angoli, - dice ai fanciulli. E Nicoletta e Francesco entrano nella biblioteca. L'emozione di poco fa ha dato posto a un riso convulso, benchè Francesco non sia ancora molto rassicurato. Se lo zio Fil domanda spiegazionì a Maria, che cosa succederà? - Non sulla tavola, non sulla tavola, - urla lo zio Fil, vedendo Francesco avvicinarsi alla scrivania. - Cerca in terra, negli angoli, dappertutto, ma non lì. È un grande foglio giallo coperto di appunti. - E i fanciulli cercano. Ci sono dei fogli su tutti i mobili e anche sotto; ma non quello che cerca lo zio Fil. A un tratto la vocina timida di Nicoletta si fa sentire. Essa indica un angolo di carta gialla che si scorge sotto la carta asciugante dello zio Fil. - È forse quello? - dice essa, senza osare di toccare. Lo zio Fil manda un'esclamazione di gioia. - È questo, sì, - dice tirando fuori il foglio. - Alla buon'ora! - E senz'altri ringraziamenti, senza più pensare ai due fanciulli, si sprofonda nella lettura del foglio giallo : più nulla esiste per lui. Francesco e Nicoletta risalgono nella soffitta, molto scossi da quest' avventura. - Forse lo zio dimenticherà di parlarne, - dice Francesco, non molto convinto. - È tanto distratto! A volte non si ricorda più le cose importanti e parla di un particolare insignificante che tutti hanno dimenticato. - L' incontro dello zio Fil assorbe i pensieri dei fanciulli, che non cessano di parlarne. A un tratto, Francesco, stupefatto, sente la voce dei suoi fratelli al pianterreno. Scende a precipizio, prima che Nicoletta, sorpresa, abbia avuto il tempo di raccapezzarsi, ed esce dalla stanza da studio zoppicando un po', per andare incontro ad essi. Maria è molto inquieta sulla sua sorte e perciò sono ritornati più presto. Francesco dice che sta meglio e che Leonia l' ha quasi guarito con l'acqua fredda.... è sicuro che domani non avrà più nulla. Maria è un po' dispiacente perchè il dottore non è venuto. - È sempre meglio, - afferma. Essa s' intenderà fra poco con Leonia che, certamente, le riderà sul naso. I due fratelli cominciano a raccontare a Francesco come hanno passato la giornata. È stata una giornata magnifica. Hanno giocato a nascondino, hanno inventato aggressioni ai viaggiatori, hanno trovato un albero dove potranno giocare al Robinson. Hanno fatto colazione sul margine

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