Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbaruffa

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Eva Regina

203224
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Oramai la suocera-tipo che fa dispetti alla nuora, che la sorveglia malignamente, e la contraddice per progetto, e si abbaruffa seco, resta un triste e comico avanzo della vita di provincia: le suocere contemporanee sono prudenti, cortesi, mondane, eleganti quanto la giovine nuora : vivono e lasciano vivere, se la natura loro non le porta ad essere espansive e tenere e materne. Ad ogni modo, la nuova venuta deve deliberatamente lasciare ogni diffidenza sulla soglia della casa che l'accoglie e gettarsi con semplice cuore filiale nelle braccia che stanno aperte a riceverla. Pensi che nessun gelo, nessuna mala prevenzione, nessuna gelosia può reggere contro la sincera espressione della bontà, dell'affetto, d' una giovinezza che viene a chiedere protezione, consiglio, difesa. Pensi che la suocera prima di divenir tale è stata mamma, e che quel figliuolo non può essere più tutto suo, che ne ha fatto il sacrificio a lei, e ch' essa deve dimostrarle d' intendere e di riconoscere il valore del dono ricevuto. Le dica dunque subito alcune di quelle parole che non si dimenticano più ; le si mostri tenera e felice; non le nasconda la misura del suo amore coniugale, ma tenti d'identificare, in certo modo, la personalità del marito a quella della madre che lo alimentò, che lo foggiò colla sua carne e col suo pensiero, con le sue lagrime e coi suoi sacrifizi per lei. Ora egli è un uomo, ma questa donna, vecchia o matura, lo tenue bimbo sul suo seno, lo curò quando era debole e malato, lo vide crescere, lo accompagnò fino ai limiti della virilità, ed ora che poteva infine ricevere la ricompensa delle sue trepidazioni, delle sue fatiche, si scosta per lasciare il passo a lei che si affaccia coronata delle rose dell' amore e della giovinezza, e dispare tacitamente nell'ombra, giù per la parabola discendente della vita che le fa la solitudine ancora più grave. Per questo la nuora deve avere pietà di lei, volerle bene, addolcirle l'ultimo supremo sacrifizio della sua maternità. Verrà un giorno in cui anche lei avrà dei figliuoli, e l'ala del tempo lascerà tracce sul suo viso, e diverrà suocera alla sua volta; agisca quindi verso la madre di suo marito come desidera si agisca nel futuro verso di lei. Nel condursi così obbedirà ad un precetto cristiano adempiendo altresì al più santo dei doveri. Se l'affetto viene spontaneo, meglio; segua l'impulso e faccia quanto può per alimentarlo e conservarlo : se non vi è spontaneità, procuri di salvare tutte le apparenze e provochi il sentimento con tutti i mezzi della riflessione e dell' abnegazione virtuosa. Il suo buon volere avrà certo per premio risultati ottimi, poichè finirà per ottenere con facilità quanto le pareva impossibile; e l'affetto verrà davvero, aumentando la serenità della sua coscienza e afforzando i dolci vincoli che la uniscono allo sposo il quale l'amerà cento volte di più per la devozione, la bontà professata per la madre sua. La sposina dovrà quindi studiarsi subito di non mancare in nulla verso la suocera : per lei la prima lettera dopo la partenza pel viaggio di nozze : per lei il più bel regalo al ritorno, la prima visita, e infine ogni più gradita dimostrazione di gentilezza espansiva. Si tratta, insomma, di una conquista da fare, e la giovine signora dovrà dedicarsi con tutto il suo tatto, tutta la sua abilità femminile, tutta la pazienza di cui è capace. « La donna diverrà una forza, scrive il De Gubernatis, il giorno in cui la fanciulla si persuaderà che se l'uomo è un lavoratore, la donna è una missionaria, e che nelle complicazioni della vita moderna bisogna molto sapere, sia pure per diventare una semplice suora di carità. »

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