Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonarsi

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ARABELLA

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De Marchi, Emilio 1 occorrenze

Lorenzo stese le gambe sul divano e accese un sigaro per abbandonarsi meglio al corso dei suoi pensieri. Il mal tempo rumoreggiava e fiammeggiava sopra i tetti neri delle case vicine e sopra i tettucci logori d'un cortiletto chiuso come il fondo d'una torre, in cui tre o quattro canalacci di ferro versavano il diluvio universale con un frastuono d'inferno. L'acqua, passando tra le fessure d'una finestra lunga e mal chiusa, cominciò a versare un rigagnolo che si distese a poco a poco in una tortuosa biscia nel mezzo della stanza. La lampadina, a cui il padrone lesinava il petrolio, ben presto cominciò a crocchiare, a mandare dei guizzi, diffondendo ombre e puzzo, ombre in cui gli involti appesi ai ganci parevano i corpi degli strozzati di casa. Il Botola sotto quella casa del diavolo aveva coraggio di dormire come un bambino. Il vecchio batteva il selciato dalla mattina alla sera, sempre sulla traccia d'un piccolo buon affare, e al primo stendere le gambe nel canile l'accoglieva il sonno del giusto. Il suo russare pareva il verso d'un cane malato: e due volte Lorenzo gli dette sulla voce. Il vecchio si voltò sul fianco e ripigliò la musica in nota di contrabasso. A poco a poco Lorenzo poté mettere un ordine ne' suoi pensieri. Il pensare non era il suo forte, ma questa volta capì che stava per giocare una carta seria. Si arrabbiava dentro di sé all'idea che Arabella avesse scoperto l'intrigo, prima per il dispiacere che essa ne doveva sentire e poi per la serie di pasticci che ne dovevano derivare. Le donne non ammettono certe distinzioni, ma se egli avesse potuto persuaderla avrebbe parlato presso a poco così: Senti, Ara, bell'Ara , tu sei sempre mia moglie, io ti voglio bene; io anzi son superbo di te, e mi dispiace che tu possa essere gelosa di una cantante d'operette. Il cuore non c'entra. Tu sei stata così malata in questi mesi..." Ma capì che era tempo perso a seguitare su questa via, perché né egli avrebbe fatto un tal discorso a sua moglie né Arabella avrebbe avuta la pazienza di ascoltarlo. Come mai costei aveva trovato il coraggio di far quel che aveva fatto? Dunque non c'era in lei soltanto la devota cristiana e la madre della rassegnazione, ma anche un diavolo geloso che menava le mani maledettamente. Va a capire le donne! ti si cambiano nelle mani come le carte di prestigio. La donna di fiori ti diventa la donna di picche e viceversa. Il bello si è che, paragonando Olimpia, l'Olimpia dagli occhi pitturati e dalle carni floscie a questa donnina nervosa, a questa bionda dagli occhi intelligenti che col suo bel tòcco d'astrakan in testa si apposta dietro un uscio, sbuca fuori e batte senza parlare una sciocca rivale - confrontando le due donne come donne - il bello si è, che egli veniva a poco a poco a innamorarsi di sua moglie. E di nuovo tornava nel pensiero di prima: che Arabella non avrebbe mai saputo nulla, se non ci fosse stato di mezzo l'interessato a metter male, a seminare la zizzania tra marito e moglie, per raggiungere chi sa quali sue idee. Quando Lorenzo si scosse una prima volta da queste confuse riflessioni che gli riempivano la testa di nebbie e di dolori, si accorse di essere al buio. L'acqua batteva rabbiosa contro il telaio della finestra e sgocciolava dai travicelli. Il Botola faceva di là il verso della morte. Cercò i zolfanelli e s'indispettì di non trovarseli più indosso. Nel mettersi a sedere sul divano, posò i piedi in terra e sentì che l'acqua del rigagnolo era già arrivata fino a lui come una lunga biscia e faceva un lago. Che notte birbona! Un senso non so se di odio, o di stizza, o di paura, o di dispetto, o di noia, o di tutt'insieme l'assalì, l'avvilì, gli fece provare il tedio immenso della vita. Capì come si possa in certi istanti mettere la mano sopra una pistola carica, puntarla alla testa e finirla con una vita stupida. Finì coll'addormentarsi anche lui.

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