Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE

676021
Ghislanzoni, Antonio 2 occorrenze
  • 1884
  • Prima edizione completa di A. BRIGOLA e C. EDITORI
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Rolland gli strinse la mano, uscì dalla comune, e abbandonandosi al pendio della glissante,

- proseguì il Torresani abbandonandosi ad una loquacità che escludeva ogni interruzione. - Io voleva alludere alla petizione di matrimonio inoltrata dal cittadino Redento Albani, dal celebre inventore della pioggia artifiziale, in favore di vostra figlia ... Figuratevi, Gran Proposto, qual fu la mia sorpresa ieri sera ... sì ... ieri sera ... al teatro degli Automi ... voi sapete ... a quel vecchio teatro che un tempo si chiamava della Scala, e che oggi serve agli spettacoli automeccanici delle grandi marionette. Io vado ogni sera a quel teatro, vi ero abbonato da ragazzo, fino dai tempi in cui vi si rappresentava l'opera in musica ... Che volete ... ? Siamo milanesi ... e quindi ... per indole ... per educazione ... fors'anche per influenza di clima ... un po' abitudinari. Una sera, invece dei soliti cantanti, delle solite ballerine, ci hanno dato le marionette ... Io, e i miei coetanei, piuttosto che abbandonare la nostra sedia fissa, il nostro palco di quarta fila ... piuttosto che allontanarci dal nostro vecchio centro, ci siamo accontentati di quel nuovo spettacolo ... e vi assicuro ... Gran Proposto ... che ci si diverte di cuore, e che la vecchia Scala è tuttora il primo teatro del mondo. Il Gran Proposto sbuffava, ma non ardiva interrompere quella foga di parole. Il vecchio Torresani tirava innanzi con una facondia inesorabile. - Or bene - voi conoscete il nuovo sistema dei sipari adottati recentemente nei grandi teatri - voglio parlare del sipario- giornale che suol calarsi dopo il secondo atto della rappresentazione. Su quella vasta tela sono stampati, a grandi caratteri, i dispacci più importanti della giornata e buona parte delle notizie cittadine. Figuratevi dunque la mia sorpresa ... la mia commozione ... la mia gioia ... quando, ieri sera, volgendo il mio binoccolo al sipario-giornale, potei leggere la petizione del cittadino Albani, riprodotta testualmente dal foglio uffiziale dei matrimoni. Oh! vi assicuro io, onorandissimo Gran Proposto, che quelle poche linee produssero una viva sensazione in tutta la sala ... Tutti si compiacevano della vostra buona fortuna ... Tutti dicevano che un partito migliore non poteva presentarsi a quella cara, a quella buona, a quella adorabile figliuola ... - Basta così! basta, Torresani! - proruppe il Berretta balzando dalla sedia liquida - ciò che voi narrate è troppo inverosimile ... ! Io non posso credere che voi, che un uomo qualunque dotato di sana ragione possa congratularsi meco di un tale avvenimento con sincerità di cuore. Il Torresani portò le mani al petto e stravolse gli occhi, come uomo che chiegga perdono di un fallo involontario. Nel fondo dell'anima egli tripudiava di aver prodotta nel suo superiore quella impetuosa irritazione. - Torresani ... mio vecchio collega! - riprese il Gran Proposto con accento più moderato - mettete una mano sul vostro cuore di padre ... e poi rispondetemi ciò che esso vi detta. Dareste voi in moglie la figlia vostra, l'unica vostra figlia, ad uomo come ... lui? ... - In verità.., giudicando dietro i calcoli dell'interesse ... un primate dell'intelligenza ... un uomo che può guadagnarsi dieci o quindici milioni di lussi colla sua invenzione ... - Torresani ... - Sentiamo ... dunque ... - Parliamoci da buoni colleghi ... - Da fratelli ... se vi piace ... - Come si poteva parlare ... ai nostri buoni tempi ... ai tempi dell'Unione latina ... Il Gran Proposto parlava con voce commossa, con accento supplichevole: - Conoscete voi tutta intera la biografia di questo uomo ... che osa chiedere in moglie la mia Fidelia ... ? - Nella mia qualità di Capo di Sorveglianza, io dovrei conoscere tutti i cittadini che entrano nel circuito del mio Dipartimento; ma pure, dopo l'attivazione di quella malaugurata locomotiva dell'aria, vi confesso, onorevole Proposto, che mi riesce oltremodo difficile assumere su tutti delle informazioni complete ... - Non vi ricorda come or fanno cinque anni e pochi mesi, un giovane, che a quell'epoca si chiamava Secondo Albani, fosse implicato in un processo ... in un processo ... che fece inorridire la città tutta intera ... ? io spero che voi m'intendiate ... che non vorrete obbligarmi ad esporre certi fatti ... - Fatti ... orribili ... atroci ... - Voi dunque ... vi sovvenite ... ? - In verità ... nella mia qualità di cittadino ... io dovrei ... - Comprendo i vostri scrupoli, mio eccellentissimo ... - Un capo di Sorveglianza ... - Deve necessariamente tener nota di certe precedenze ... - Le quali, in caso di recidiva, o di sospetto ... - Potrebbero fornire ... argomenti ... - E servire come prove o titoli aggravanti ... - A meraviglia ... ! Io vedo che non occorrono altri discorsi ... Voi siete una perla d'impiegato.! ... - Gran Proposto, voi mi onorate di troppo! I due funzionari si alzarono come due automi, si ricambiarono un profondo inchino, poi ripresero il loro posto. Dopo breve silenzio, il Berretta uscì fuori con una domanda risoluta, colla quale egli sperava abbreviare quel disgustoso colloquio. - Torresani! ... Io farei torto al vostro acume, alla vostra perspicacia, e, aggiungiamolo pure, alla vostra provata amicizia, se mostrassi dubitare che voi non abbiate ancora indovinato ciò che io bramo da voi. Siete voi disposto ad assecondarmi? ... - Quanto all'assecondarvi - rispose il Capo di Sorveglianza con un accento di sommissione che fece rabbrividire il Gran Proposto - voi sapete che un misero impiegato di seconda classe, quale io mi sono, deve necessariamente subordinare la sua volontà a quella degli alti dignitari dello Stato ... Vi ho già detto che, su questo punto, fra noi non può esistere difficoltà di sorta ... Tutto sta che io abbia realmente compresa la situazione vostra, e in conseguenza le vostre intenzioni ... Io non vorrei offendere la vostra delicatezza di cittadino ... parlandovi con soverchia libertà ... Il Gran Proposto arrossì leggermente. L'altro proseguiva: - Basta! Nel caso mi fossi ingannato ... oso sperare che non vorrete prendere in mala parte le mie supposizioni., e vorrete perdonarle come effetto di zelo soverchio. Il Torresani fissava le sue grigie pupille nel volto del Gran Proposto, e tirava innanzi con voce asmatica: - Eccovi dunque come io la intendo, onorandissimo e colendissimo cittadino Proposto. Voi non bramate che vostra figlia, la vostra unica figlia, si unisca in matrimonio a quell'emerito cittadino, oggi Primate d'intelligenza, che porta il nome di Albani Redento, e ciò per la ragione, un po' illegale, se vogliamo, ma pure assai potente sul cuore di un padre, che quel cittadino, quel Primate, l'Albani in una parola, in epoca non remota, pose ... la famiglia tutta intera ... e quindi anche voi ... noi ... tutti quanti ... nella necessità di dover dimenticare certe sue azioni ... Basta! ... Tanto io che voi, onorandissimo e sempre colendissimo Proposto, siamo troppo fedeli osservatori della legge per insistere su quest'ombra di reminiscenza! - Bravo! - L'essenziale è di impedire il matrimonio, opponendo alla petizione del giovane, ed al probabile assenso di vostra figlia, il veto paterno che le leggi rendono inesorabile ogni qualvolta sia appoggiato da gravi ragioni, e convalidato dal voto degli Anziani. - Voi leggete nel mio cuore, o nobile amico. - La lettura è un po' difficile, ma le vostre lodi mi incoraggiano. Non potendo motivare il nostro veto su quelle tali precedenze che tanto io ... come voi ... abbiamo dimenticato ... - E dimentichiamo ... - Sta bene! ... Convien frugare nella vita più recente del nostro uomo, vedere se dopo l'epoca di Redenzione egli non siasi per avventura macchiato ... - Torresani! ... Voi siete un sublime Questore ... ! - Capo di sorveglianza - se vi piace! ... - Perdonate! - la parola mi è sfuggita in un impeto di entusiasmo ... È un lapsus linguæ che vi onora ... Torniamo al nostro ... uomo. - Fra la petizione e il contratto finale di matrimonio, giusta le vigenti leggi (capitolo centosettanta, paragrafo novantotto) deve trascorrere un mese ed un giorno, nel qual tempo i due futuri devono vivere separati da una distanza di sessanta miglia, né avere fra loro comunicazione di sorta. - È una dilazione di prova che impone dei rigorosi doveri ... - Dei doveri che molto spesso vengono obliati dall'una parte o dall'altra, nella quasi certezza che nessuno ne tenga conto ... - Si esigerebbe dunque ... per parte nostra ... un po' di sorveglianza ... - Molta sorveglianza ... - Una sorveglianza perenne, insistente, minuziosa ... - Importuna ... - Irritante ... - Accanita ... - Accanita! ... Ecco la vera parola, onorandissimo signor prefetto ... - Gran Proposto ... se vi piace! ... - I lapsus linguæ son contagiosi ... Vi chieggo mille perdoni! ... - In un mese ... anche l'uomo più onesto può commettere delle azioni ... - Nefande! ... Il giusto pecca sette volte all'ora, dicono i preti riformati, i preti della vecchia portavano la cifra a settanta volte sette! ... - Voi dunque credete? ... - Io credo che in due linee di scritto si trovino sempre dieci capi di accusa per far condannare un imbecille, così l'uomo il più astuto, e diciamolo pure, il più onesto, dopo un mese di sorveglianza fatta a dovere ... - Fatta da voi, mio buon Torresani ... - O da' miei incaricati ... - È un uomo posto fuori dalla legge ... - Un uomo ... impossibile! Il Gran Proposto e il Capo di Sorveglianza si levarono in piedi con moto simultaneo, e si strinsero la mano come due cospiratori. - Io sono orgoglioso di avervi perfettamente indovinato - disse il Torresani con affettata compunzione. - Ormai ogni altra parola sarebbe superflua; convien mettersi in moto e agire prontamente ... Il nostro uomo è partito per Costantinopoli; di là, fra una settimana, dovrà recarsi a Pietroburgo ... Prima ch'egli ci sfugga, bisogna mettergli a fianco due dei nostri ... due buoni bracchi dei meglio addestrati a simili imprese ... Scriverò privatamente a tutti i Capi di Sorveglianza dei principali Dipartimenti della Confederazione ... Insomma, non risparmieremo né cura ... né danaro ... - A proposito ... Io mi scordava dell'essenziale - disse il Gran Proposto, trattenendo Torresani che prendeva le mosse per andarsene. - Per compiere il vostro piano, vi abbisogneranno senza dubbio dei mezzi straordinari ... Via! che serve? ... Facciamo le cose a dovere ... No! io non vi lascio partire ... se prima ... non dichiarate ... - Ma se vi dico che sono inezie! Trattandosi di voi ... della vostra famiglia ... a cui mi legano tante obbligazioni ... - No! ... no! ... I fondi segreti debbono servire a qualche cosa ... Ed è appunto in tali emergenze straordinarie ... - Basta! poichè voi ... lo esigete ... - Duecentomila lussi ... Che vi pare, Torresani?.,. Tanto da cominciare le operazioni ... - Io direi, poichè vi sta tanto a cuore la buona riuscita dell'impresa, io direi che, seguendo l'antico proverbio: omne trinum ... - Trecentomila lussi! ... Ma voi siete troppo discreto, mio vecchio collega! Trattandosi, come dicevate poc'anzi, di rendere un immenso servigio ... - Al Governo ... Il Gran Proposto si sentì trafitto da quest'ultimo sarcasmo. Prese la penna con mano tremante, sottoscrisse un bono di trecentomila lussi, e lo porse al Torresani, senza aggiunger parola. Questi chiuse il viglietto nel portafoglio, e, fatto un inchino grottesco, uscì dal gabinetto. Quella sera, nell'Unità mondiale altro dei fogli dell'opposizione, leggevasi la seguente notizia cittadina: «Stamane, fra il proconsole Terzo Berretta e il famigerato poliziotto Torresani ebbe luogo un lungo conciliabolo a porte chiuse, in seguito a importanti dispacci venuti da Berlino, e da altri capoluoghi della Unione. Noi sappiamo da fonte sicura che il partito governativo (il partito coda) sta tramando un orribile complotto contro la libertà dei popoli. Il colpo di Stato, già tante volte preconizzato da noi, è tanto imminente, che può dirsi un fatto compiuto. All'erta cittadini! ... Popoli dell'Unione preparatevi ad agire! ... »

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