Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandona

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Come devo comportarmi. Le buone usanze

185012
Lydia (Diana di Santafiora) 1 occorrenze
  • 1923
  • Tip. Adriano Salani
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Così, avremo tutto il diritto di considerare come ineducato l'uomo che parla per la strada ad alta voce, che si abbandona a grandi gesti, che fa roteare il bastone o l'ombrello, che cammina in modo da dar noia ai passanti, che non cede il passo alle signore, che attacca briga per un nonnulla. Gli uomini che, appena passata una signora, si voltano indietro a guardarla con ostentata curiosità, sono degli impertinenti. Colui che, passando accanto a una bella signora, si permetta rivolgerle una parola d'ammirazione, anche innocente, è un mascalzone: se la signora fosse accompagnata dal marito o dal fratello, egli avrebbe probabilmente la lezione che si merita. Una persona bene educata, non scende mai in istrada se non vestita di tutto punto; nè deroga da questa abitudine neppure per impostare una lettera a cinque passi dall'uscio di casa. Non di rado, anche in quei brevi istanti, si possono fare incontri che ci inducono a pentirci amaramente della trascuraggine commessa. Chiunque cammina per la strada deve comportarsi, oltrechè con educazione, anche con prudenza: soprattutto deve evitare le osservazioni inutili, le critiche, i litigi. Non tutti i passanti sono persone educate, e spesso una parola tira l'altra e nascono delle scene spiacevoli. Questa norma di prudenza dev'essere specialmente osservata quando si sia in compagnia di signore, semprechè l'atto altrui non sia tale da meritare d'esser rilevato. Coloro che, per un malinteso senso di cavalleria, si credono in obbligo di difendere l'onore della loro dama attaccando lite in mezzo alla strada con un maleducato qualunque per una cosa da nulla, non mostrano nè tatto nè cervello. 5 E non è neppure una bella cosa vederli piantare in asso la signora affidata alle lore cure, per venire alle mani col primo che capita. Una cosa da nulla può diventare una cosa seria, e le signore in generale sone facili a impressionarsi e spaventarsi. Ognuno del resto capisce che questi sono consigli di prudenza e non di vigliaccheria, e hanno il solo scopo di far evitare eccessi inutili. Se l'occasione veramente si presentasse, un uomo deve saper affrontare ogni pericolo senza esitazione, pronto anche, per l'onore di colei che lo accompagna, ad arrischiare la vita. Ma chi ha veramente coraggio, non lo sciupa inutilmente e se ne serve soltanto al momento del bisogno. A questo proposito, non possiamo astenerci di dare anche alle signore un avvertimento. Le liti per la strada sono sempre spiacevoli, spesso pericolose: non cercate mai di provocarle col vostro contegno, perchè, più spesso che non si creda, esse hanno origine dall'imprudenza vostra. Ci sono molte signore che s'adombrano di tutto, che s'inquietano se non si fa loro posto, che non esitano a buttar là una di quelle parole acri e impertinenti, che irritano ed esasperano. Il marito, il fratello, prendono naturalmente le loro difese, anche se, in cuor suo, riconoscono tutto il torto della loro compagna; e le conseguenze sono spesso dolorose. Siate dunque prudenti, signore mie; sappiate anche, al momento opportuno, non avere nè occhi nè orecchi: eviterete ai vostri mariti, ai vostri fratelli, ai vostri amici delle noie e dei pericoli. Se poi, per disgrazia, una questione avviene in vostra presenza, non intralciate col vostro contegno l'opera di chi vi accompagna: non gridate, non piangete, non date in ismanie. Se ci accade per la strada di urtare involontariamente una persona, si è in obbligo di chiederle scusa; e le scuse saranno più ampie se si tratterà di un vecchio o d'un mutilato. Chi è urtato, se è persona bene educata deve accontentarsi di quelle scuse e rispondere con una parola gentile. Chiunque, transitando per la strada in bicicletta, in automobile o su qualunque altro veicolo di sua proprietà, è causa involontaria di una disgrazia, ha l'obbligo assoluto di mettersi interamente a disposizione del ferito e di curarne il trasporto a casa o in un ospedale: fuggire per timore delle responsabilità nelle quali, sia pure involontariamente, è incorso, è azione da barbaro. Una persona di cuore considera un dovere prestare l'opera sua ai passanti tutte le volte che ne vede la necessità, senza credere di decadere dalla propria dignità neppure se si tratta d'un umile servizio. Una persona di buon senso evita di far circolo intorno ai ciarlatani e soprattutto intorno a coloro che leticano o vengono alle mani. Questa brutta abitudine di godersi come uno spettacolo le baruffe che così frequentemente avvengono nel mezzo di strada, fu già ripresa da Dante che, come di tante altre cose, s'intendeva anche d'educazione. Dice Virgilio a Dante, dopo averlo rimproverato d'essersi fermato ad ascoltare due dannati in lite fra loro:

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Saper vivere. Norme di buona creanza

248580
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1923
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • Verismo
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Le signorine, invece, hanno una lietezza a tutta prova, non s'incaricano di nulla, ballano con tutti, scherzando, trovando amabili tutti i loro cavalieri, per uno che le abbandona, sanno che ne troveranno dieci in cambio, trovano sempre grazioso il cotillon , non vanno al buffet se non per mangiucchiare dei dolci e intingere appena le labbra nello champagne, e dappertutto portano questo brio e questo entusiasmo, che sono il fascino di un ballo. Le giovani signore non possono fare questo simpatico chiasso, nè sorvolare come farfalle, nè abbandonarsi a tante danze, se no, sembrerebbero tante pazze o delle dame ridicole: esse debbono, al ballo, rappresentare la suprema beltà, la suprema squisitezza, ma debbono passare a traverso le feste come Dee, non saltellare, come le fanciulle. Un ballo, senza signorine, tutto può essere, salvo che allegro: e se è allegro, non allegro bene.

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