Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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X Legislatura – Tornata del 24 aprile 1869

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Mari 24 occorrenze
  • 1869
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Il municipio provvederà a sue spese a demolire tali fabbricati, a colmare i fossi ed a ridurre e conservare il terreno ceduto a quegli usi che, di concerto col Governo, saranno dal municipio stesso giudicati più convenienti.

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Il Governo del Re è autorizzato a cedere gratuitamente al municipio di Napoli la proprietà di tutti i fabbricati e terreni posseduti dallo Stato, esternamente alla cinta magistrale del castello Nuovo di quella città, sui fronti a settentrione e a ponente di esso castello.

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Queste difficoltà economiche, anzi finanziarie, fecero sì che il comune di Ancona contrasse un debito enormissimo, che ammonta al disopra di 5 milioni, e che incontrasse persino dei debiti verso il Governo per arretrati sul canone del dazio-consumo, i quali, trovatasi impossibilitato a soddisfare, e dei quali era giustamente dal Governo richiesto a devenire al pagamento. Queste difficoltà giunsero a tale che dovette il municipio, qualche tempo fa, dimettersi, ed il Governo provvedere all'amministrazione di quella città con un delegato straordinario, a seconda della legge.

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Il prefetto, uomo che in altre occasioni aveva dato prova di molta energia, era assente; onorato dalla fiducia del Governo colla nomina a senatore, era venuto a Firenze onde prestare il suo giuramento. Ma, incredibile a dirsi, questo funzionario neppure fu informato, da chi lo suppliva, di quanto in Ancona accadeva. Il primo sentore che ne giunse alle sue orecchie fu a mezzo di una persona della sua famiglia.

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Mi affrettai a chiedere al Governo un delegato straordinario. In attesa però del suo arrivo, non avendo il Consiglio predetto destinato alcuno a porsi precariamente a capo della pubblica azienda, affido un tale compito alla S. V. affinchè provveda d'urgenza a termini dell'articolo 50.

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Io sono troppo povero esempio, ed ho troppo poca autorità, ma non mi sono voluto lasciare sfuggire l'occasione di eccitare tutti i miei concittadini a vituperare, a calpestare, a schiacciare quest'idra che discredita l'Italia, e che potrebbe un giorno finire per metterla in gravissimi pericoli.

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Restavano a farsi due cose importanti, a punire cioè gli autori della dimostrazione ed a provvedere perchè i decreti del municipio avessero piena e legale esecuzione. Non vi era bisogno di provvedimenti per ristabilire l'ordine, giacchè l'ordine non era più stato turbato.

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Se invece il convoglio che parte da Genova, arrivato a Novi, deviasse per Tortona, e poi, giunto a Voghera, passando sul nuovo ponte, che si è costrutto a Mezzanacorti, andasse direttamente a Milano, si avrebbe un risparmio di 25 chilometri, ed almeno gioverebbe la spesa fatta per quel ponte, che è costato al paese circa nove milioni.

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Ma v'ha di più: se si fosse voluto continuare a fare passare i convogli da Alessandria sarebbe divenuto affatto inutile tale ponte, poichè allora si sarebbe potuto continuare a servirsi per andare a Milano della ferrovia di Torreberretti.

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Ma se non si può avere un convoglio speciale, io domando che si pensi almeno seriamente a stabilire dei convogli a grandissima velocità per non pregiudicare il passaggio di quella valigia attraverso l'Italia.

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Ma, domando io, signori, a che sciupare tanto danaro a questo modo?

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Quanto a me, lo confesso, mi aspettava tutt'altra conclusione. Trattandosi della spesa di 500 mila lire, 30 mila nella parte straordinaria del bilancio e 200 mila nella parte ordinaria, non sarei niente disposto a stare nella conclusione della Commissione, ma invece ne ho proposta la soppressione; bene inteso che fosse a tal servizio sostituito il personale del Genio civile; e tanto più tengo a questa proposta in quanto che, oltre alle ragioni dette nettamente dalla Commissione, trovo che il personale del commissariato d[i] sorveglianza allo strade ferrate delle società private, da qualche anno a questa parte specialmente, non si è dato che ai beati ozi.

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I convogli, come già diceva l'onorevole preopinante, arrivati a Novi, invece di procedere per Tortona, Voghera e Milano, vanno ad Alessandria; ivi si fermano mezz'ora, tre quarti d'ora, perfino un'ora, e poi retrocedono a Tortona e da Tortona vanno a Voghera, a Milano e proseguono per quella via.

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Forse l'onorevole ministro potrà trovare a questa irregolarità di cose una causa probabile nell'antagonismo che vi è fra le due società che noi troviamo contemporaneamente presenti sopra questo terreno, vale a dire fra la società dell'alta Italia e quella delle ferrovie meridionali. La Camera sa come è stabilito il sistema ferroviario in questa zona. Noi abbiamo qui una grande compagnia padrona della maggior parte della rete, poi abbiamo due piccoli tronchi innestati in questa rete principale, i quali sono i tronchi da Voghera a Pavia, e da Pavia a Cremona, che appartengono ad un'altra società. È bensì vero che la società dell'alta Italia esercita anche questi tronchi; ma è altresì probabile che abbia una preferenza per le linee che a lei appartengono e da essa sono possedute, e che in luogo di sviluppare il traffico sul tronco di Voghera che mette a Pavia passando il Po a Mezzanacorti, cerchi di attirare il movimento sul tronco di Torreberretti a Pavia, e in avvenire su quello da Vigevano a Milano, che pure diverrà di sua proprietà.

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Io credo che a questo inconveniente si debba assolutamente porre riparo; io credo che lungo questa linea vi sia un movimento di passeggieri tale da poter giustificare un treno speciale diretto da Milano a Genova, specialmente quando si prendano a calcolo anche le città intermedie Novi, Tortona, Voghera, Pavia, e le città e paesi al di là di Milano.

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Era inutile infatti fare il tronco di ferrovia da Bergamo a Lecco, se poi a questo tronco non si voleva dare lo sviluppo che il suo collocamento accenna e richiede.

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Là vengono a confluire due grandi stradali che mettono ai varchi alpini della Svizzera orientale e del Tirolo; uno che scendendo per lo Spluga arriva a Chiavenna, e poi lambendo la sponda orientale del lago di Como sbocca a Lecco; l'altro, quello dello Stelvio, che, attraversando tutta la Valtellina, si congiunge a Colico col primo, e termina esso pure a Lecco. Inoltre questi due grandi stradali che conducono ai due valichi principali alpini ricevono nella loro percorrenza altre vie confluenti, come, per esempio, la strada della Engadina che in vicinanza a Chiavenna si congiunge colla via dello Spluga, e gli sbocchi di Santa Maria e di Poschiavo, che congiungono alla Valtellina una parte del cantone dei Grigioni. La Camera vede quante linee di comunicazione colla Svizzera e il Tirolo mettano capo a Lecco, ed io vi domando se non v'è una ragione prevalente per stabilire un servizio internazionale di transito in questa stazione.

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Da Torino ad Alessandria il treno fa in media 30 chilometri ed un terzo all'ora; da Torino a Bologna ne fa 25 e mezzo; da Torino a Cuneo 29; da Torino a Milano 26; da Milano a Venezia 28 e un terzo; da Torino a Susa 28. Dunque, quanto ai treni omnibus, vale a dire quanto ai treni che servono al piccolo commercio e che corrispondono alla comodità di quei viaggiatori che non possono disporre di grandi mezzi, se confronto la loro velocità con quella adottata negli altri paesi, come in Francia, nel Belgio e nella stessa Inghilterra, avuto sempre riguardo alle nostre condizioni commerciali e di traffico, non ci trovo una grande differenza. Infatti da Parigi a Orléans si corrono 30 chilometri all'ora; nel Belgio, da Bruxelles ad Anversa, 33 chilometri; da Londra a Douvres, 37 chilometri. I treni diretti poi, che percorrono le linee dell'alta Italia, da Torino a Bologna fanno 48 chilometri all'ora; da Torino a Venezia 42, e da Torino a Susa 46. Le Romane, non so perchè, sembrano essere in condizione di velocità meno vantaggiosa, perchè da Firenze a Livorno, sulla riva sinistra, non fanno coi treni omnibus che 31 chilometri all'ora, e col diretto 42; la strada poi della maremma, col treno omnibus fa 33 chilometri; e ciò si comprende, avvegnachè non è questa una linea molto frequentata. L'Aretina finalmente percorre 29 chilometri all'ora coll'omnibus, e col diretto 39.

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dare a questa parola il suo vero significato, quello cioè che siffatto treno abbia a percorrere la distanza indicata, con quelle sole interruzioni assolutamente necessarie al servizio.

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Ritornando, nel concludere, al punto di partenza del mio discorso, mi permetto pregare l'onorevole ministro per i lavori pubblici di operare, per quanto sta in suo potere, a far sì che anche i nostri introiti ferroviari tendino a duplicare. A ciò ottenere servirà assai opportunamente un treno espresso da Susa a Brindisi; quel treno, che è nel desiderio di tutti, a cui si possono pure collegare le più lusinghiere speranze, fatta ragione alla fondata persuasione essere l'Italia la gran via del commercio europeo verso l'Oriente.

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È poi impossibile pretendere che le società ferroviarie abbiano a raddoppiare le corse, a fare un lusso che non avrebbe compensi, e ridonderebbe tutto a scapito dei loro azionisti, la rovina dei quali, si può dire, finisce sempre per pesare sul credito del paese.

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Il rapporto non mira che a questo, e per conseguenza io mi faccio a pregare l'onorevole Botta, nell'interesse stesso del fine a cui egli intende, di desistere dalla sua proposta e d'imitare l'esempio dell'onorevole Nisco e non pregiudicare la questione con una mozione che, mi sia permesso il dirlo, mi sembra intempestiva, e che farebbe rigettare alla Camera quello che forse non potrebbe non approvare a discussione ampia.

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Voci a destra. Ai voti!

Pagina 10184

Voci a destra. Ai voti!

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X Legislatura – Tornata del 16 marzo 1869

586092
Mari 20 occorrenze
  • 1869
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Fra la Sardegna e Napoli era stabilita una corrispondenza a vapore, che prima si faceva due volte al mese, e percorreva la linea con buon intendimento (così l'avessero conservata) da Cagliari a Terranova, toccando Tortolì, e poi si portava a Napoli e viceversa. Cominciarono a sopprimere una delle corse e ridurla mensile; poi hanno soppresso gli approdi di Terranova e Tortoli, restringendola diretta per Cagliari; finalmente l'hanno soppressa totalmente.

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porre l'armata di terra a livello delle straniere per ogni progresso, tanto più è necessità tener dietro a tutti i progressi che fanno le armate navali.

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Non parlo dei nostri costruttori e dei nostri comandanti, L'Italia quanto a ciò non può invidiare alcun altro Stato. La nostra gloria militare sul mare non si è estinta a Lissa, poichè a Lissa si trovarono anche il Be di Portogallo e la Palestro.

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Le navi cariche ascesero a 29,655, e le scariche a 7857.

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Ognuno sa che allorquando un bastimento deve carenarsi, se non vi è luogo per raddobbarlo nel porto stesso, è obbligato a portarsi in altro porto, per esempio, da, Genova a Marsiglia, epperciò l'armatore deve formargli un equipaggio provvisorio; deve mettere il bastimento in zavorra, deve assicurarlo, specialmente nell'inverno, per non andare a rischio di perderlo; si aggiunga a ciò il danno dalla perdita di tempo che deve incontrare.

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Io non intendo dare consigli a tale Commissione certamente composta di uomini competentissimi, ma mi permetto di proporre un espediente che credo potrà giovare di molto a diminuire le lamentate diserzioni.

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Mi occorre però di fare un'osservazione, prima di entrare nella materia, a coloro che per avventura credessero che si trattasse in oggi di cosa a me personale, ed ai quali perciò paresse naturale che altri a preferenza di me avesse dovuto fare questa interrogazione.

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A sinistra)

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I posteri che da qui a cent'anni riterranno come una leggenda il viaggio dell'eroe di Marsala dall'isola da lui liberata, al continente napoletano che pur liberava colla sola sua presenza, troveranno in quelle memorande pagine una disdegnosa risposta che dovette fare il popolare eroe a lui che si prosternava come a volgare conquistatore.

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A sinistra)

Pagina 9763

(Risa di approvazione a sinistra)

Pagina 9763

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Io raccomando quindi caldamente al ministro che voglia ovviare a quest'inconveniente. Quanto a ciò che riguarda l'istruzione delle reclute formate in compagnie che si dovrebbero dare a comandare agli ufficiali sbarcati, mi affretto a dire che il signor ministro so che tende a provvedervi, e che nel dipartimento di Venezia è stato fatto a questo proposito un esperimento, che fece assai buona prova, e che mi duole non sia stato applicato anche negli altri dipartimenti.

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Vedete dunque, signori, che, se è difficile di mantenere la disciplina, l'ordine, la polizia a bordo d'un bastimento sul quale vi sia un comandante e tutto lo Stato maggiore al completo, calcolate che cosa possa fare un solo ufficiale a bordo di un bastimento: lo si mette a rischio d'essere compromesso.

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Così stando le cose, e cominciando a manifestarsi fra i nostri naviganti e fra i nostri commercianti un certo risveglio, che li induce a navigare ed a trafficare in quelle lontane regioni, egli è conveniente ch'essi non rimangano scoraggiati, come naturalmente sarà per avvenire, in seguito a questa terribile catastrofe.

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Sarebbe a desiderarsi, almeno secondo il mio modo di vedere, che cotesto Ministero fosse completato e che gli fossero restituiti tutti i servizi che a lui spettano per identità di materia.

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Capite bene che a questa condizione non si potevano giammai attuare i cantieri, per cui il municipio di Chiavari s'ebbe un cantiere quasi a dispetto del Ministero dei lavori pubblici, rinunciando a quel decreto di espropriazione, per causa di pubblica utilità, che da detto Ministero deve essere provocato, e il quale doveva emanare, comprando i terreni secondo che volevano i privati proprietari.

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si trovi priva di questo potente ausiliario della marina regia e potente fautore della marina mercantile, vale a dire di questo potentissimo naviglio a vapore.

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Veramente quello che io ho a dire si riferisce interamente alle scuole di marina; quindi mi pare più opportuno riservarmi a parlare sul capitolo che le riguarda.

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Io sono stato sorpreso a sentir uscire dal banco dei miniatri una denegazione a questa mia affermazione; e per conseguenza io rivolgo al ministro le seguenti interrogazioni:

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X legislatura – Tornata del 18 febbraio 1869

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Mordini 3 occorrenze
  • 1869
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Il Governo del Re è autorizzato a dare piena ed intera esecuzione alla convenzione postale tra l'Italia da una parte, e la Prussia a nome della Confederazione della Germania del nord, la Baviera, il Vürtemberg e il Baden dall'altra parte, firmata a Berlino il 10 novembre 1868, le cui ratifiche furono scambiate a [$$$] il [$$$].»

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Il Governo del Re è autorizzato a dare piena ed intiera esecuzione al trattato di amicizia, commercio e navigazione tra il regno d'Italia ed il regno di Siam, firmato a Londra il 3 ottobre 1868, le cui ratifiche furono scambiate a [$$$] il [$$$].»

Pagina 9167

«La Camera autorizza procedersi a termini di legge a carico del deputato Giovanni Matina pei fatti avvenuti la sera del 3 ottobre 1868.»

Pagina 9167

X Legislatura – Tornata del 17 maggio 1869

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Mari 3 occorrenze
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(Indicando a sinistra)

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(Rumori a destra)

Pagina 10603

(Risa e rumori a destra)

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