Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abusivo

Numero di risultati: 193 in 4 pagine

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Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773 - Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

74125
Regno d'Italia 1 occorrenze
  • 1931
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Oltre a quanto è stabilito dall'art. 11, non può essere conceduta la licenza di portare armi: a) a chi ha riportato condanna alla reclusione per delitti non colposi contro le persone commessi con violenza, ovvero per furto, rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione; b) a chi ha riportato condanna a pena restrittiva della libertà personale per violenza o resistenza all'autorità o per delitti contro la personalità dello Stato o contro l'ordine pubblico; c) a chi ha riportato condanna per diserzione in tempo di guerra, anche se amnistiato, o per porto abusivo di armi.

L'imposta sulla pubblicità non è contraria alla libertà di stabilimento - abstract in versione elettronica

88869
Miscali, Mario 1 occorrenze
  • 2005
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L'attenzione si concentra sul profilo dello "sfruttamento abusivo di posizione dominante" (il relativo giudizio dovrebbe essere promosso per il tramite di un'ordinanza analitica e riferita specificamente all'interpretazione dell'art. 82 del Trattato CE).

Mediazione e sussistenza del diritto alla provvigione - abstract in versione elettronica

91505
Mazzoletti, Enrico 1 occorrenze
  • 2005
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Peraltro, apparso interessante porre l'attenzione sulla nullità del contratto di mediazione quando il mediatore non sia iscritto nello specifico Ruolo istituito con la Legge 3 febbraio 1989, n. 39 ed al conseguente non risolto dibattito inerente al venir meno del diritto a qualunque forma di provvigione o corrispettivo per l'attività esercitata dal mediatore abusivo.

Legittimazione del curatore per abusiva concessione del credito: plurioffensività dell'illecito al patrimonio e alla garanzia patrimoniale - abstract in versione elettronica

92375
Ferrari, Mariangela 1 occorrenze
  • 2006
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Il finanziamento abusivo, piuttosto che costituire un arricchimento per l'accipiens, comporta una lesione dell'integrità patrimoniale dell'impresa sovvenuta, non solo per l'onere del finanziamento, ma anche perché l'impresa immeritatamente finanziata non è nelle condizioni di utilizzare produttivamente il capitale ricevuto, con la conseguenza che gli oneri del finanziamento (cosiddetta leva finanziaria) erodono ulteriormente ed in modo progressivo il patrimonio della società. Il finanziamento abusivo ritarda inoltre l'emersione dell'insolvenza e conseguentemente comporta un ulteriore pregiudizievole incremento dell'indebitamento. Si tratta di un illecito plurioffensivo, in quanto la lesione del patrimonio del sovvenuto è nello stesso tempo lesione della garanzia patrimoniale dei creditori, la quale non coincide con il danno che ciascuno dei creditori può avere individualmente risentito, bensì ha una sua dimensione necessariamente concorsuale, perché diminuisce il livello di soddisfazione concorsuale del credito, e questo giustifica sotto ulteriore profilo la legittimazione del curatore. L'azione di abusiva concessione del credito non è azione di massa che sorge con il fallimento, ma ha natura aquiliana e il curatore la esercita per ricostruire la garanzia patrimoniale lesa dal comportamento pregiudizievole del finanziatore, come pure va a vantaggio di tutti i creditori concorrenti, senza distinzioni, indipendentemente dal momento del sorgere del credito.

Il reato di diffusione di virus informatici nella dottrina e nella giurisprudenza nazionale - abstract in versione elettronica

94875
Rabazzi, Cristina 1 occorrenze
  • 2006
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In particolare, vengono affrontate le problematiche connesse all'art. 615 quinquies, relativo alla comunicazione, diffusione e consegna di programmi virus, e all'art. 615 ter, relativo all'accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, ravvisando nella condotta dell'imputato l'integrazione delle fattispecie di reato ed identificando alcune ipotesi aggravanti contemplate dal dettato normativo. Il giudice di merito, inoltre, approfondisce brevemente il tema dell'acquisizione dei dati digitali da parte della polizia giudiziaria, fissando alcuni principi circa la valutazione di questi ultimi da parte dell'organismo giudicante e l'assenza di un protocollo di acquisizione conforme alla best practices scientificamente accettata da parte delle forze dell'ordine.

Giuochi e scommesse clandestini nella l. 13 dicembre 1989, n. 401, nel codice della strada e nel diritto vivente - abstract in versione elettronica

95423
Cusano, Lina 1 occorrenze
  • 2006
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Il lavoro si è proposto la lettura critica della l. n. 401 del 1989, con particolare riferimento alle norme che disciplinano le frodi nelle competizioni sportive e l'esercizio abusivo di attività di giuoco e scommessa, nell'ottica di fornire uno strumento di lavoro agli operatori del settore. Sotto il profilo delle frodi, si sono esaminate le diverse figure giuridiche che le norme richiamano, approfondendo taluni punti di controversa interpretazione. In merito, va notato come le indagini penali e le inchieste in corso - relativamente ai noti fatti di cronaca sportiva - ripropongano con attualità il problema dei comportamenti fraudolenti - della loro diffusione e dei loro pesanti riflessi nel mondo dello sport - e, quindi, dei rapporti tra giustizia penale e giustizia sportiva. In materia, poi, di esercizio abusivo di attività di giuoco e scommessa, si è ritenuto di appuntare l'attenzione particolarmente sulle implicazioni che l'applicazione dell'art. 4 della citata legge può avere in ambito europeo: il rapporto tra la disciplina italiana, restrittiva e rigorosa, si scontra infatti con i principi comunitari di libertà di stabilimento e di libera circolazione di servizi e spesso, in merito a questo rapporto - tormentato come pochi altri -, si è pronunciata la Corte di Giustizia Europea. Infine, il lavoro ha toccato - a livello di spunti di riflessione - le implicazioni, in tema di scommesse clandestine, di due recenti innovazioni normative, l'una, in materia di delitti contro il sentimento per gli animali, la quale vieta le attività di competizioni tra animali e di scommessa su di esse, che comportino sevizie o strazio per gli animali, l'altra, in materia di circolazione stradale, la quale vieta le scommesse clandestine su corse di auto o di moto. Tali disposizioni, per la loro breve vita, non hanno ancora prodotto una giurisprudenza, ma ciononostante, e forse proprio per questo, estremamente interessante appare lo studio delle loro concrete potenzialità applicative.

"Scientificità" della pratica terapeutica come proprium dell'attività medica tutelata sub art. 348 c.p. e implicazioni in tema di "medicine alternative" - abstract in versione elettronica

97879
Cipolla, Pierluigi 1 occorrenze
  • 2007
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., nel commentare la sentenza della seconda sezione della Corte di Cassazione 19 dicembre 2005, Locaputo, che ha escluso il reato di cui all'art. 348 c.p. in capo a chi, mago o ciarlatano, formuli diagnosi, o prescriva o somministri sostanze con finalità terapeutica, ritenendo che l'ambito tutelato dalla norma de qua sia circoscritto alla "medicina scientifica", evidenzia le possibili implicazioni di tale criterio in tema di rapporti tra medicine alternative ed esercizio abusivo della professione medica. In chiave critica, procede all'esposizione delle varie nozioni di professione medica ai fini dell'applicazione dell'art. 348 c.p. elaborate nel tempo dalla stessa letteratura medica e dalla giurisprudenza. Seguono brevi riflessioni sulla rilevanza penale degli atti di magia terapeutica, per titolo diverso dall'art. 348 c.p.

Trascrizione illegittima o abusiva di domande giudiziali e tutela d'urgenza ex art. 700 c.p.c. - abstract in versione elettronica

99119
Giordano, Rosaria 1 occorrenze
  • 2007
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Non sono peraltro trascurabili le e esigenze di tutela del convenuto a fronte della trascrizione di domande giudiziali sia riconducibili al novero degli artt. 2652 e 2653 c.c. sia palesemente destituite di fondamento nel merito e per questo concretanti un esercizio abusivo del diritto di agire in giudizio.

La nuova disciplina delle intercettazioni c.d. "illegali" - abstract in versione elettronica

99377
Giacomo, Nicolucci 1 occorrenze
  • 2007
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"illegali" e del "dossieraggio abusivo". La novella tuttavia, reca con se gli effetti nefasto di una legislazione frettolosa e poco ponderata. Oltre a lacune ed evidenti paralogismi, a volte, si ha la netta impressione che anche l'obiettivo mirato non sia stato centrato affatto.

Banche di dati on line. I limiti della tutela penale - abstract in versione elettronica

99439
Resta, Federica 1 occorrenze
  • 2007
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La sentenza definisce l'ambito di applicazione dei reati di frode informatica e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, escludendone la sussistenza in relazione all'ipotesi di copia di più pagine HTML da un sito web non protetto da misure di sicurezza ad un altro sito web. La sentenza precisa inoltre che la pubblicazione su un sito web di contenuti di banche dati copiati da altro sito web può costituire, sussistendone gli ulteriori requisiti richiesti dalla norma, violazione dell'art. 171 bis comma 2 l. n. 633 del 1941, a tutela della banche dati.

Lo "spettro" dell'abuso sulle operazioni soggette ad IVA - abstract in versione elettronica

103271
Centore, Paolo 1 occorrenze
  • 2008
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Il comportamento abusivo si manifesta, almeno presuntivamente, con la presenza contemporanea e concomitante di tre indizi, fra di loro concatenati: individuazione delle modalità di esecuzione di un'operazione, che risultino anomale rispetto agli standard usuali e ordinari; assenza di valide ragioni economiche del comportamento adottato, la cui giustificazione è affidata, di conseguenza, solo (o in massima parte) al risparmio fiscale derivante dall'operazione; risultato dell'operazione anomala, cioè, "risparmio fiscale". Laddove la motivazione dell'atto con il quale si contesta l'abuso di diritto abbia ripercorso (e provato, considerando la prova come elemento inscindibile della motivazione) i tre elementi evidenziati, spetta al contribuente provare l'insussistenza dell'abuso.

Sul matrimonio dello straniero privo di autorizzazione al soggiorno - abstract in versione elettronica

104553
Morozzo Della Rocca, Paolo 1 occorrenze
  • 2008
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L'eventuale vantaggio di vedere regolarizzata la propria posizione amministrativa di soggiorno, ottenibile dal coniuge straniero del cittadino italiano o comunitario, non postula necessariamente, né normalmente, un intento abusivo dei nubendi. Tale intento, comunque, qualora si verifichi, sarà perseguibile con altri strumenti volti a sanzionare la simulazione del matrimonio e non, invece, ad impedire la celebrazione di matrimoni veri.

Analisi informatico-giuridica dei reati di frode informatica e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico con l'aggravante dell'abuso della qualità di operatore del sistema - abstract in versione elettronica

105015
Perri, Pierluigi 1 occorrenze
  • 2008
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I delitti evidenziati nel corso dell'ordinanza risultano di grande interesse per lo studioso dell'informatica giuridica, in quanto vertono sulla frode informatica, da sempre oggetto di accese discussioni da parte della dottrina, sull'accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. Per entrambi, poi, viene presa in considerazione l'aggravante dell' "operatore del sistema", che da sempre ha animato un dibattito dottrinale squisitamente informatico-giuridico per via della sua indeterminatezza.

L'abuso di diritto nell'IVA - abstract in versione elettronica

105789
Centore, Paolo 1 occorrenze
  • 2008
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La carenza normativa è, tuttavia, colmata dagli interventi della Corte di giustizia secondo cui l'abuso di diritto si manifesta ogni qualvolta il risultato (simulato) dell'operazione si manifesti contrario ai principi del diritto comunitario, con l'effetto di autorizzare gli Stati membri al recupero delle detrazioni indebite e al ripristino della situazione giuridica effettiva, cioè, senza tenere conto del comportamento abusivo adottato dal contribuente.

La "pretesa" onerosità della clausola di regolazione del premio - abstract in versione elettronica

107673
Di Biase, Antonio 1 occorrenze
  • 2008
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Ciò comporta, da un lato, che la clausola di regolazione del premio non può essere considerata ex se onerosa; dall'altro, che della stessa non può esserne fatto un utilizzo "abusivo". Da queste premesse, consegue che, a fronte della mancata comunicazione di dati che nel tempo hanno subito significative modifiche, la compagnia di assicurazioni potrà rifiutare di dare esecuzione al contratto, sollevando, ad esempio, l'eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c. Ciò in quanto il comportamento dell'assicurato ha alterato il sinallagma contrattuale.

La responsabilità per esercizio abusivo dell'attività di direzione e coordinamento - abstract in versione elettronica

108555
Fico, Daniele 1 occorrenze
  • 2009
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L'art. 2497, comma 1 c.c. sanzione espressamente l'esercizio abusivo dell'attività di direzione e coordinamento prevedendo la responsabilità della società o ente capogruppo che, nell'esercizio di tale attività agiscono nell'interesse imprenditoriale proprio o altrui, così violando i principi di corretta gestione societaria ed imprenditoriale delle società facenti parte del "gruppo". Trattasi di responsabilità diretta azionabile sia dai soci delle controllate, per il pregiudizio arrecato alla redditività ed al valore della partecipazione sociale, sia dai creditori sociali, per la lesione cagionata all'integrità del patrimonio della società.

L'utilizzo della linea telefonica d'ufficio da parte del dipendente comunale: peculato comune anche nel caso di tariffe "tutto-incluso"? - abstract in versione elettronica

109885
Salamone, Francesco Emanuele 1 occorrenze
  • 2009
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., annotando una sentenza in materia di peculato mediante l'utilizzazione da parte del dipendente pubblico del collegamento Internet d'ufficio, si sofferma ad analizzare l'evoluzione giurisprudenziale e dottrinale relativa alla vexata quaestio del peculato attraverso l'uso abusivo della linea telefonica, con particolare riferimento alle nuove tariffe telefoniche "tutto-incluso". L'A. conclude in particolare sostenendo che, in presenza di tale tipologia di tariffa telefonica, mancando un danno al patrimonio della P.A. , potrebbe ritenersi priva di rilevanza penale la condotta del pubblico dipendente che utilizzi occasionalmente la linea telefonica dell'ufficio.

Uso illecito del computer in ufficio per connettersi ad Internet: peculato od abuso d'ufficio? - abstract in versione elettronica

110469
De Bellis, Mario 1 occorrenze
  • 2009
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., prendendo in esame il principio enunciato nella sentenza in esame (la condotta del pubblico ufficiale che si connette abusivamente ad Internet dall'ufficio è inquadrabile nel reato di abuso d'ufficio e non nel peculato), ripercorre la giurisprudenza relativa all'uso abusivo del telefono d'ufficio ed i pochi precedenti specifici all'uso di Internet dall'ufficio, approfondisce le questioni relative alla rilevanza del danno economico cagionato alla amministrazione ed ai controversi rapporti fra le condotte di appropriazione e distrazione e conclude nel senso che le energie, impulsi elettronici, attraverso i quali si realizza la connessione ad Internet, siano oggetto di una vera e propria appropriazione, il che giustifica l'inquadramento nella fattispecie del peculato.

Non applicabilità delle sezioni amministrative per la violazione del divieto di abuso del diritto - abstract in versione elettronica

111415
Cordeiro Guerra, Roberto 1 occorrenze
  • 2009
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Non è un caso che la Corte di giustizia abbia liquidato il problema in modo tanto conciso quanto saggio, affermando che la constatazione dell'esistenza di un comportamento abusivo non deve condurre ad una sanzione, per la quale sarebbe necessario un fondamento normativo chiaro ed univoco.

Il requisito temporale nella liquidazione IVA di gruppo in ottica antielusiva - abstract in versione elettronica

111623
Mazza, Francesca 1 occorrenze
  • 2009
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Resta aperta, tuttavia, la questione della disapplicabilità del requisito temporale laddove sia assente il comportamento abusivo (l'indebita fruizione di crediti di soggetti solo occasionalmente legati dal vincolo societario) che con detto requisito il legislatore intende contrastare.

Le misure escludenti come illecito antitrust nel diritto comunitario - abstract in versione elettronica

115839
Colangelo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 2010
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L'analisi e i criteri di valutazione delle condotte tenute dalle imprese dominanti sono al centro di un acceso dibattito in corso in Europa e negli Stati Uniti: se per questi ultimi l'avvento della nuova amministrazione ha comportato un ripensamento degli orientamenti della policy antitrust il cui esito non è stato ancora esplicitato, il quadro comunitario ha trovato invece recentemente espressione negli Orientamenti che la Commissione europea ha adottato con una comunicazione sull'applicazione dell'art. 82 del Trattato al comportamento abusivo delle imprese dominanti volto all'esclusione dei concorrenti dal mercato. Per queste ragioni appare più che mai opportuno analizzare analiticamente le varie misure escludenti poste in essere dalle imprese dominanti che, alla luce degli orientamenti comunitari e della casistica giurisprudenziale, possono essere considerate come illeciti antitrust.

Divieto di conversione dei contratti a termine nel settore pubblico - abstract in versione elettronica

120769
Serra, Dionisio 1 occorrenze
  • 2010
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La questione più spinosa in materia è quella delle sanzioni applicabili in caso di uso abusivo di contratti a termine da parte del datore di lavoro pubblico: l'art. 36 del D.Lgs. n. 165 del 2001 esclude nel settore pubblicistico meccanismi di conversione legale del rapporto di lavoro a termine illegittimamente stipulato, riconoscendo solo il risarcimento dei danni. Tale disciplina sanzionatoria è stata ritenuta legittima sia dalla Corte Costituzionale sia dalla Corte di Giustizia europea.

L'Agenzia del demanio non ha legittimazione passiva per gli ordini di demolizione relativi ad abusi in area demaniale - abstract in versione elettronica

124313
Mammana, Mauro 1 occorrenze
  • 2011
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Il proprietario incolpevole, che sia ente pubblico ai sensi dell'art. 35 d.P.R. n. 380/2001, non può essere destinatario della ingiunzione a demolire a sue spese un immobile abusivo; così come,in materia di rifiuti, il proprietario pubblico o privato, incolpevole non può essere ritenuto destinatario di un ordine di ripristino. - Nel caso in cui non sia noto il responsabile dell'abuso, anche in fattispecie di beni demaniali, l'Ente intimante può rivolgersi all'utilizzatore del bene, previa adeguata istruttoria al fine di identificarlo, perché l'utilizzatore detiene il possesso materiale della cosa, idoneo alla realizzazione dell'ordine di demolizione intimato.

Invalidità del preliminare di vendita di un immobile abusivo ed esecuzione in forma specifica - abstract in versione elettronica

129051
Nocera, Ivan Libero 1 occorrenze
  • 2011
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Dopo aver indagato le molteplici finalità della disciplina urbanistico-edilizia l'A. si concentra sul peculiare regime sanzionatorio previsto con riferimento agli atti di compravendita di edifici, tentando di qualificare la natura giuridica del rimedio invalidante e di verificare l'applicabilità di tale nullità ai contratti preliminari, per poi esaminare in maniera diffusa la problematica relativa alla possibilità di esperire l'azione di esecuzione in forma specifica di un preliminare di vendita avente ad oggetto un immobile abusivo.

Brevi note in tema di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico - abstract in versione elettronica

130817
Pestelli, Giacomo 1 occorrenze
  • 2012
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In tale contesto, un ruolo fondamentale è assunto dalla fattispecie di "accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico" che, secondo l'elaborazione giurisprudenziale più recente, è idonea ad abbracciare anche la condotta posta in essere dal soggetto formalmente abilitato ad accedere al sistema, allorché siano violate le condizioni ed i limiti impartiti dal titolare del sistema per delimitarne oggettivamente l'accesso.

L'esercizio abusivo della professione tra vecchie rigidità e nuove certezze - abstract in versione elettronica

131009
Scarcella, Alessio 1 occorrenze
  • 2012
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Con la sentenza n. 11545/2012, la suprema Corte ha risolto un contrasto giurisprudenziale in merito al reato di esercizio abusivo della professione, fornendo una estensiva interpretazione all'art. 348 c.p. In sintesi, la Corte ha affermato che commette tale reato il soggetto che svolge attività "tipica e di competenza specifica" della professione regolamentata, senza però essere iscritto all'Albo professionale. Mentre non sono punibili le consulenze fiscali e contabili poste in essere prima della riforma del 2005 (che ha istituito l'albo unificato dei dottori commercialisti ed esperti contabili), ad opposta conclusione, in riferimento alla professione di esperto contabile, deve invece pervenirsi per la Corte se le condotte in questione siano poste in essere, con le caratteristiche suddette, nel vigore del nuovo d.lg. 28 giugno 2005, n. 139.

Inutilizzabilità processuale e distruzione dei documenti frutto di accesso abusivo a sistema informatico - abstract in versione elettronica

132633
Bassi, Alessandra 1 occorrenze
  • 2012
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Il giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Pinerolo interviene sul delicato tema della utilizzabilità dei documenti formati mediante accesso abusivo ad un sistema informatico, nel caso specifico in cui si tratti di documenti acquisiti agli atti del procedimento da autorità giudiziaria straniera tramite rogatoria internazionale. Il giudice piemontese ha risolto il quesito in senso negativo fondando la decisione su due argomenti: da un lato, ha chiarito che l'acquisizione abusiva di informazioni riservate da parte di soggetto legittimato all'accesso nel sistema informatico integra il reato di cui all'art. 615 ter c.p.; dall'altro lato, ha evidenziato che i documenti così formati rientrano nel novero degli atti previsti dall'art. 240, comma 3, c.p.p., sicché ne è vietata l'utilizzazione in qualunque stato e grado del procedimento e ne deve essere disposta la distruzione.

Crisi di impresa e responsabilità delle banche: i "perché" del difetto di legittimazione attiva degli organi concorsuali - abstract in versione elettronica

133619
Beccari, Dilma 1 occorrenze
  • 2012
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La lettura della sentenza è l'occasione per tornare ad affrontare, non solo, il tema della natura non concorsuale di detta azione e dei poteri processuali conferiti agli organi della procedura, ma anche per comprendere a fondo quali siano gli effetti civilistici derivanti dall'intervenuto accertamento della responsabilità penale concorrente del funzionario della banca nel reato di "bancarotta fraudolenta e ricorso abusivo al credito" commesso dagli amministratori della società in bonis.

Davvero risolto il contrasto sui limiti di esercizio della professione di esperto contabile? - abstract in versione elettronica

135919
Notaro, Domenico 1 occorrenze
  • 2012
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Il limite dei principi generali al potere di ordinanza di necessità e urgenza nella giurisprudenza italiana - abstract in versione elettronica

137465
Negrelli, Annalisa 1 occorrenze
  • 2013
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Le ordinanze di necessità e urgenza devono essere adottate nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento: ove l'amministrazione adotti ordinanze scostandosi da tali linee guida, l'inottemperanza ai principi dell'ordinamento rappresenta indice di utilizzo abusivo del potere straordinario. Tuttavia, la sempre più diffusa prassi amministrativa, così come la giurisprudenza più estensiva, volte a legittimare ordinanze di necessità e urgenza pur se emanate in violazione o elusione di tali limiti, hanno concorso a confutare tale assunto. Questo lavoro intende valutare in che cosa consistano i principi generali richiamati dalle norme in tema di potere di ordinanza, quale sia la loro funzione e precettività in questo settore, procedendo ad un'analisi della giurisprudenza italiana che nell'ultimo secolo ha tentato di riempire di contenuto questa formula dai contorni indefiniti.

Abuso della facoltà di ''classamento" nel concordato preventivo - abstract in versione elettronica

141247
Azzaro, Andrea Maria 1 occorrenze
  • 2013
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L'A. affronta il tema del "classamento" nel concordato preventivo in una prospettiva sistematica volta a definire quando tale facoltà, insita nel diritto a proporre ai creditori una soluzione negoziata della crisi d'impresa, possa dirsi esercitata in modo "abusivo". Lungo tale linea lo studio affronta le recenti modifiche introdotte dal "decreto sviluppo" al concordato preventivo, nel tentativo di fornire una ricostruzione del tema in cui trovino organica spiegazione i controlli del tribunale sulla convenienza economica e sulla correttezza nella formazione delle classi, anche alla luce di una definizione generale delle categorie di "posizione giuridica" e "interesse economico".

Il fondo patrimoniale non è atto di frode e costituisce esercizio di un diritto non punibile - abstract in versione elettronica

141989
Grassotti, Amedeo 1 occorrenze
  • 2013
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Inoltre, non può verificarsi alcun esercizio abusivo di tale istituto perché la sua causa giuridica è proprio quella di porre al riparo dall'esecuzione forzata i beni vincolati ai bisogni della famiglia. Conseguentemente, la costituzione del fondo patrimoniale a tale scopo, oltre a non integrare la fattispecie penale della frode, costituisce comunque esercizio di un diritto legittimo, totalmente non punibile a norma della scriminante di cui all'art. 51 c.p.

''False endorsement'' e ''disgorgement" - abstract in versione elettronica

143013
Carleo, Roberto 1 occorrenze
  • 2013
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L'indagine s'incentra sulle conseguenze risarcitorie nell'uso abusivo dell'immagine altrui per fini commerciali, che, si ritiene, trovi tutela nel codice della proprietà industriale. In particolare viene in considerazione il disposto dell'art. 125 c.p.i., il quale, nella sua attuale formulazione, prevede il risarcimento del danno e la restituzione dei profitti conseguiti dall'A. della violazione. Ricorre, dunque, un'ipotesi di "disgorgement" ovvero di restituzione coattiva del profitto illecito, che alimenta il dibattito sulla ammissibilità nel nostro ordinamento dei danni punitivi.

La clausola ''claims made'' tra abuso del diritto ed immeritevolezza - abstract in versione elettronica

144053
Monticelli, Salvatore 1 occorrenze
  • 2013
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L'analisi, quindi, si sposta sulla verifica della giustificabilità e meritevolezza della deroga al regime tipico, introdotta dalla formula ''claims made'', alla luce dei principi che regolano l'autonomia privata e che pongono gli opportuni limiti ad un esercizio abusivo di essa.

Il danno non patrimoniale non è mai "in re ipsa", ma occorre sempre la prova (anche presuntiva) del pregiudizio subito - abstract in versione elettronica

144983
Pirruccio, Paolo 1 occorrenze
  • 2014
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Il Tribunale di Roma, con la sentenza del 23 aprile 2012, affronta, tra l'altro, il dibattuto e delicato tema della prova del danno non patrimoniale, derivante nella fattispecie dall'utilizzo abusivo dell'immagine di una modella a fini pubblicitari. La pubblicazione e la riproduzione delle fotografie (su vari quotidiani e riviste di settore) era infatti avvenuta senza il necessario consenso dell'interessata. Il Tribunale capitolino giunge ad una conclusione coerente con il "decisum" delle sezioni unite del 2008 in tema di danno esistenziale: il danno non patrimoniale non è mai "in re ipsa", ma va comunque allegato e provato, anche a mezzo presunzioni.

L'abuso del diritto nella legge delega fiscale - abstract in versione elettronica

147895
Giovannini, Alessandro 1 occorrenze
  • 2014
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Il lavoro si propone di mettere in evidenza le questioni in via di definizione e di verificare, alla luce dei criteri indicati nella delega, i temi ancora aperti, come quello relativo alla nozione stessa di abuso ed il problema della sanzionabilità del comportamento abusivo, nel tentativo di offrire possibili soluzioni.

L'esercizio abusivo della professione di promotore finanziario: il caso della negoziazione di titoli in proprio - abstract in versione elettronica

149947
Magro, Maria Beatrice 1 occorrenze
  • 2014
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Tuttavia dal medesimo riferimento all'art. 18 T.u.f. si deve desumere che l'esercizio abusivo di attività finanziarie è riservato a enti collettivi, quali SIM, banche o altre imprese i quali debbono operare necessariamente per il tramite di operatori finanziari regolarmente iscritti all'albo. Pertanto sarebbe stato più corretto l'inquadramento del caso in esame nell'ambito della fattispecie prevista dal secondo comma dell'art. 166 T.u.f. che punisce, con la medesima pena prevista al primo comma, l'esercizio abusivo dell'attività di promotore finanziario, quale ipotesi speciale di esercizio abusivo di una professione (art. 348 c.p.). In questa prospettiva, la Corte avrebbe dovuto allinearsi all'orientamento giurisprudenziale posto dalle Sezioni Unite in tema di art. 348 c.p., il quale distingue a seconda che siano compiuti atti "riservati" in via esclusiva o siano compiuti atti "caratteristici" di una professione, richiedendosi solo in questo caso il requisito della abitualità e ripetizione di più di un atto.

La delega unifica elusione e abuso del diritto: nozione e conseguenze - abstract in versione elettronica

150661
Giovannini, Alessandro 1 occorrenze
  • 2014
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Alla luce dei criteri indicati nella delega, permangono quindi temi ancora aperti, come quello relativo alla nozione stessa di abuso ed il problema della sanzionabilità del comportamento abusivo, per i quali si propone l'individuazione di possibili soluzioni.

Esselunga v. Coop Estense e la guerra tra supermercati. L'abuso di posizione dominante come illecito di mera condotta - abstract in versione elettronica

153543
Bastianon, Stefano 1 occorrenze
  • 2015
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A sua volta, tale aspetto risulta indissolubilmente connesso alla problematica relativa alla nozione di abuso (o di sfruttamento abusivo) di posizione dominante, la cui individuazione, da sempre, è stata rimessa alla prassi decisionale della Commissione e alla giurisprudenza del giudice europeo, sulla cui elaborazione, peraltro, la dottrina non ha mancato di evidenziare numerosi profili di criticità. La pronuncia del Consiglio di Stato, pertanto, fornisce lo spunto per una ricognizione su uno degli aspetti relativi all'istituto dell'abuso di posizione dominante maggiormente controversi e dibattuti.

Regime fiscale delle "royalties" internazionali: "treaty shopping" e interposizione soggettiva - abstract in versione elettronica

156961
Formica, Giovanni; Formica, Pasquale 1 occorrenze
  • 2015
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Con riferimento alla tassazione delle "royalties in uscita" per lo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale, si possono verificare pratiche di abusivo ricorso ai benefici convenzionali ("treaty shopping"), mediante interposizione fittizia di soggetti fiduciari o meri intermediari, come rilevato sia dalla prassi amministrativa sia dalla giurisprudenza. La pratica del "treaty shopping", nella misura in cui consente insidiose forme di elusione fiscale internazionale, potrebbe, del resto, pregiudicare, ove non adeguatamente contrastata, la "ratio" delle convenzioni bilaterali, ponendosi piuttosto al servizio di obiettivi privati di segno opposto. Una questione di grande interesse, anche alla luce della crescente attenzione delle Autorità fiscali verso le pratiche di "treaty shopping", attiene alle conseguenze della interposizione soggettiva internazionale.

Trust, abuso del diritto ed agevolazioni fiscali - abstract in versione elettronica

157313
Tassani, Thomas 1 occorrenze
  • 2015
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Così che se il trust risulta giustificato e diretto a perseguire un interesse non fiscale che il sistema considera meritevole, l'eventuale vantaggio tributario non potrà considerarsi abusivo.

"Tanto tuonò che piovve": la sentenza "Mascolo" sull'abuso del lavoro a termine nel pubblico impiego - abstract in versione elettronica

157683
Nunin, Roberta 1 occorrenze
  • 2015
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Con la sentenza in epigrafe, assai attesa, la Corte di Giustizia interviene sul tema dei precari della scuola, riconoscendo il contrasto con la clausola 5, punto 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Dir. 1999/70/CE del rinnovo sistematico di contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti e di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, senza che sia contemplata la possibilità di misure idonee a prevenire e sanzionare tale ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a termine.

Interpretazione estensiva del presupposto oggettivo di cui all'art.160 l.fall. e prevenzione dell'insolvenza - abstract in versione elettronica

158203
Marino, Roberta; Carminati, Marco 1 occorrenze
  • 2015
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Chiamato ad accertare la sussistenza dello stato di crisi, al fine di impedire il ricorso abusivo a tali strumenti, il giudice deve tener conto sia della intensità che della natura della crisi a prescindere dalla sussistenza di una difficoltà ad adempiere le obbligazioni del debitore, sì da consentire la possibilità anche all'imprenditore a rischio di insolvenza "qualificato" (specificato alla luce delle nozioni aziendalistiche di crisi economica e/o patrimoniale) di accedervi tempestivamente, evitando che lo stato di crisi si tramuti in insolvenza.

L'acquisizione gratuita di immobili abusivi e la figura del proprietario incolpevole - abstract in versione elettronica

161535
Chinello, Domenico 1 occorrenze
  • 2016
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Con la decisione in commento, il Giudice amministrativo è tornato a pronunciarsi su un profilo particolarmente delicato, che attiene all'individuazione dei soggetti passivi dell'ordinanza di demolizione di opere abusive e sul conseguente provvedimento comunale di acquisizione di beni illegittimamente edificati, per il caso di inottemperanza alla predetta ordinanza di ripristino; e ciò con particolare riguardo alla posizione del proprietario che non risulti, tuttavia, responsabile dell'intervento abusivo. La nota a sentenza si sofferma, dunque, sulla figura del proprietario incolpevole e sui requisiti che lo possano rendere neutro rispetto al gravoso provvedimento ablatorio comunale.

Cessione d'azienda e limitazione della responsabilità del cessionario in danno del creditore: un nuovo caso di abuso del diritto? - abstract in versione elettronica

162203
Brizzolari, Valerio 1 occorrenze
  • 2016
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La decisione si inserisce nel solco di quella giurisprudenza che sempre più spesso ricorre al divieto dell'abuso per sanzionare l'esercizio del diritto che, formalmente, appare conforme alla legge, ma, nel modo e nelle circostanze in cui viene fatto valere, si rivela "abusivo" e rivolto al raggiungimento di un fine diverso da quello per il quale è stato previsto. Il Tribunale ha così ritenuto la cessione intercorsa tra due società, dietro le quali vi erano i medesimi individui, come avente una finalità elusiva del debito e, pertanto, ha concesso al creditore di procedere con l'esecuzione forzata verso l'acquirente, pur in assenza del requisito di cui all'art. 2560, comma 2, cod. civ. per l'estensione della responsabilità al cessionario.

Abuso del processo amministrativo? - abstract in versione elettronica

163277
Corso, Guido 1 occorrenze
  • 2016
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Il Consiglio di Stato con recenti sentenze ha qualificato come abusivo, in certi casi, il ricorso giurisdizionale e perciò lo ha dichiarato inammissibile o lo ha respinto. L'articolo esamina la figura dell'abuso del processo (amministrativo) per valutare se essa sia giuridicamente plausibile e se possa trovare posto accanto alle altre ragioni che rendono inammissibile il ricorso al giudice. I dubbi che investono l'abuso del processo in realtà riguardano, secondo l'A., la stessa figura dell'abuso del diritto, respinto in termini generali dal codice civile per ragioni che attengono al rapporto tra il giudice e la legge.

Principi, clausole generali e norme specifiche nell'applicazione giurisprudenziale - abstract in versione elettronica

163657
Patti, Salvatore 1 occorrenze
  • 2016
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Il saggio, movendo dall'esame di una sentenza della Corte di cassazione, che ha ritenuto abusivo il recesso da un contratto di concessione, affronta le problematiche relative ai principi e alle clausole generali. Vengono spiegate anzitutto le ragioni che hanno determinato per molti anni un raro uso dei "concetti elastici" presenti nel codice civile e, viceversa, il frequente ricorso alla clausola della buona fede prevista dal § 242 BGB [Bürgerliches Gesetzbuch - codice civile]. L'A. si sofferma quindi sulla "scelta" del giudice di applicare una norma specifica oppure una clausola generale, sottolineando che il ricorso alle clausole generali, pur sacrificando la "prevedibilità" della decisione, consente di pervenire ad una sentenza "giusta" rispetto alle caratteristiche del caso concreto.

La quantificazione del danno nei conflitti da eterodirezione societaria - abstract in versione elettronica

165245
Casonato, Sante 1 occorrenze
  • 2016
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Nasce quindi l'esigenza di definire alcune tecniche che possano determinare, nelle diverse fattispecie, quel discrimine quantitativo, ovvero quel valore di equilibrio, oltre il quale il comportamento possa essere predicato come "abusivo" e possa quindi essere dichiarata, a seconda dei casi, la nullità dei patti, ovvero reclamata la risarcibilità del danno subito dal soggetto diretto. La teoria dell'equilibrio di Nash, per le situazioni conflittuali, risulta essere propriamente applicabile alle decisioni dei dirigenti, risultando utile sia nella fase preventiva, sia nella fase patologica della quantificazione del danno nella sua misura "piena".

La convenzione di moratoria nella gestione della crisi d'impresa - abstract in versione elettronica

165361
Nocera, Ivan Libero 1 occorrenze
  • 2016
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Quindi, sottolineando i profili di tutela del creditore non aderente, l'A. si sofferma sul giudizio del tribunale in sede di giudizio di opposizione, quale valutazione sul carattere abusivo del rifiuto del creditore terzo, riflettendo in particolare sull'interpretazione del requisito della soddisfazione "in misura non inferiore alle alternative concretamente praticabili".

Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e competenza territoriale - abstract in versione elettronica

166541
Anselmi, Elisa 1 occorrenze
  • 2016
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La S.C. risolve il contrasto giurisprudenziale in ordine alla individuazione del luogo di consumazione del delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, individuandolo nel luogo in cui l'agente interagisce con il sistema, ed accogliendo, cosi, la soluzione che meglio è idonea a garantire il principio del giudice naturale. Le Sezioni Unite colgono l'occasione per mettere a fuoco la condotta della fattispecie in esame, accogliendo una nozione ampia ed unitaria di sistema informatico o telematico, idonea a garantire una adeguata tutela al domicilio informatico.