medaglia d'oro non basta aver portato a termine un incarico... Bisogna aver compiuto una azione eroica durante questo incarico..." "E io l'ho compiuta
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spazzare via i corpi dei fuori legge che facevo fuori come capo della polizia..." "Ho sentito parlare delle vostre prodezze nel vicereame di Milano
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: "Sentite, Nicolino, se volete andarvene siete padrone, ma ve ne andrete da solo... Ho trovato questa nave abbandonata e non ho nessuna intenzione di
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capitar qua dentro? Di topi come te non ne ho visti mai. Che fai qui? Chi ti ci ha portato? - Moschino, che vide l'altro così brutto e in così cattivo
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parli in prosa, e quelle volte parli in versi. I versi sono delle parole come la prosa, ma combinate più armoniosamente. - Ho inteso, via! come la
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dei passeretti! Palla di fuoco stette un po' sopra pensiero poi disse: — Il signore della notte? Ne ho sentito parlare, ma io non l'ho mai visto perché
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! L'uomo è ancora vicino, — sussurrò Cipí, — se vuoi guarire devi star quieta; e poi sono qua io, non devi temere... — Ho sete! — sospirò la passeretta
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, raspavano, ma non trovavano niente. Il primo giorno nessuno riuscí a farsi il gozzo e i passeretti pigolavano: — Ho fame! Ho fame! Cipí disse: — Amici
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per lanciarsi, quando Cipí gridò: — Un momento! Noi abbiamo fame, non possiamo aspettare! — gli risposero. — Anch'io ho fame, — gridò Cipí, — ma non
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l'ho masticato per una settimana, ma allora il capitale sociale era poco e si poteva masticare meglio. I primi fondi, cioè il primo pezzo di stucco
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per i passi che ti ho fatto sprecare, e per aver interrotto il tuo sonno: ma accadono cose su cui il tuo giudizio è necessario. L'Imperatore lanciò
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carne leggera. Amico mio, io non ho mai conosciuto un dolore cosí grande: nemmeno quando mori Aviget, la sposa del mio cuore. Eppure ne vorrei uno
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una volta la penna. - PENSIERO. Nota la locuzione: Ho FATTO PENSIERO di ritirarmi: è più che ho pensato e meno che ho fatto proposito. PENSUCCHIARE
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- Lo credo anch'io una buona cosa; ma allo studio della lingua non ci ho attitudine. - Oh bella! Che risponderebbe lei a chi le dicesse: - Non son
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PIANGE addosso, perchè fa le grinze d'un viso piangente, e di scarpe tutte rotte: scarpe che PIANGONO a cent'occhi. Dire che ho cercato tante volte il
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agli stranieri l'armonia della nostra lingua! E ci vantiamo d'aver orecchio musicale! C'è da riderne, e da averne vergogna. * - Come ho da fare
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signor Goffredo. Ecco che primo esce Anselmuccio: - Mi sembra che sia andata bene - risponde. Dopo un poco appare Sergio che con molta gravità dice: - Ho
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studio del babbo di Sergio. Siccome questa storia è vera io ho dovuto scrivere a quel signore perchè mi desse l'autorizzazione di poter scrivere il suo
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? - domandò Sergio. - Come fa un corpo a vivere senza la testa? - rispose il signor Goffredo. - Scusami, se ti ho interrotto - fece Sergio con gentilezza
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senza tregua di quanto era stato fatto e di quanto rimaneva ancora da fare per l'Italia. «Fate presto a guarirmi, diceva ai medici, ho l'Italia su le
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, amici miei) il signor Goffredo disse: - Proprio su questa strada li ho visti arrivare. - Ah! i fascisti? - interruppe Sergio. - Si: ma non interrompere
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rimasta senza testa. Chi gliel'aveva tagliata? - domandò Cherubino, - I comunisti. - Io ho sentito parlare dei comunisti, ma non so che cosa siano - disse
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tratto orizzontale che serve a separare gli addendi dal totale. Sommo i numeri che si trovano nella colonna delle unità: 4 più 2 è 6. Ho così 6 unità del
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si può, aggiungo 10 al 3 ed ho 13; 13 meno 7, 6, scrivo 6 e riporto 1. 4 più 1 di riporto 5; 8 meno 5, 3, scrivo 3. 6 meno 2, 1, scrivo 4. ESEMPIO
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mai capito nulla - si sentiva dire dal più grosso, Fafòn. - Io ho capito sempre come dieci di te - rispondeva Minghin. - E allora - domandò Fafòn
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scorsa ho riportato tutto contrito al vecchio genitore la parete della sua libreria! In compenso mi ha concesso, con gesto magnanimo, di passar qui
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Passò il tempo che passò. E Narco si fermò davanti a Blabante e domandò: «Allora, amico mio, quanti di questi giri ho fatto fino ad ora?» «Quaranta
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di quanto tu creda. Sta collaborando con gli inquirenti, mi dicono: questo l'aiuterà di sicuro. E con il tuo babbo ho già parlato io. Amanda balzò in
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. Proprio il minimo, ve l'assicuro. Comunque una decisione l'ho presa anch'io: me ne vado via da qui. Proprio oggi ho presentato le mie dimissioni. Non
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doveri che ti ho esposti, e i consigli che ti ho dati: 1.Umiliati innanzi a Dio tuo Signore, obbedisci ai suoi comandamenti. 2.Venera i genitori; ama
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Tit. — Io conosco i topi neri, ho combattuto con loro, e so che sono ferocissimi. Una volta ne vidi uno che aveva infilzato diciotto topi bianchi in uno
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ancora una volta la Principessa mi baciò in fronte. Sí, mi baciò ancora una volta. Mi sembra come se fosse ora, l'ho ancora qui il suo bacio. Invece
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la Regina. — Evviva! Evviva! Urrà! — gridava Tit. — E lo stracciarolo? Non eri con lo stracciarolo? — chiese sottovoce Caterí. — Ma sí, infatti l'ho
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contenta di ritornare! E invece, non trovai piú nessuno. Ho finalmente trovato un impiego, Caterì.
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croce. - Uf! - brontola Luciana, una golosona che non finisce mai di succhiare caramelle. - Adesso ci toccherà sborsare cinquanta centesimi. Ma io l'ho
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compagne - potevate affogare. Non avete pensato ai vostri bambini? Marietta risponde: - Appunto ho pensato a loro! Fosse toccato a uno dei miei? Dio vede e
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ONORARE I GENITORI Il maestro di Nino entra in classe con la faccia scura. E dice subito: - Ho visto una scena che mi ha disgustato. Un bambino
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fede. Anche la fede della mamma era d'oro, come quella della Regina, come quelle di tutte le spose d' Italia. Ninetta l'interrompe: - Ah, ho capito
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azzurra che svolazza nella sua stanza. - Non lo so, non lo so, non lo so - rispondono le alucce inquiete - ho tante cose da fare e non so da quale
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? - dice Nino che ha molta fantasia, alla sorellina - ho pensato una favola che scriverò. - Sentiamola. - C'era una volta una mamma assai povera, la quale
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oggi v'ho da parlare, la si chiama come me; ma, Dio mio! quanto ci corre da me a lei. La fu figliuola del duca di Ferrara, e poi moglie del marchese di
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i vostri corrieri han cercato male, che colpa ne ho io l Cerchino meglio. — E tu l'hai veduto, coi tuoi occhi, l' albero che parla? — L'ho veduto con
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so più dove dar di capo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l' asino dal nostro vicino, gli porrò le ceste e vi porterò attorno per
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vecchiarella: — Fate la carità! — Quella per la noia di cavar le mani di tasca, rispose: — Non ho nulla. — La vecchiarella andò via- brontolando. — Che cosa
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, faccia lei! - E infatti, sparì. Il Cavaliere andò incontro alle donne, le salutò come se fossero sue pari e disse alla madre: - Buona donna, ho da dirvi
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perchè sei rinchiusa? - Perché mia madre e le mie sorelle sono andate alla messa, ma io, dovendo terminare questo filato, che non ho potuto fare in
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donna Peppa - e per questo ha sacrificato anche dimolti danari. Meno male che l'ho passata liscia e che i danari mi rimangono. - Tutta contenta
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prodotto? Io ho lavorato dieci anni in una fabbrica di calze. Il padrone pagava (male, a dire la verità), io lavoravo e alla fine saltavano fuori le calze
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, quando mi va di suonare, mi chiudo dentro l'armadio. Quando la mia zia preferita, Kamala, è venuta a trovarmi, ho messo su un concertino mica male
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! Raccolgo l'accendino in silenzio, monto sulla bici e torno a casa. Per strada mi vengono in mente tutte le parole che non ho usato. Sento tutti í pensieri
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