ricognizione arditamente spinta fin presso le opere nemiche dell’Alto Cordevole ha potuto constatare i rilevanti danni prodotti dai nostri tiri sul forte
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dell’avversario, ed i suoi ripetuti contrattacchi.
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canaloni di accesso favorivano le insidie e le tenaci resistenze dell’avversario. Tuttavia, mercè l’azione metodica e coordinata di nostre piccole
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sulla punta del Forame talune posizioni dominanti. Furono presi una ventina di prigionieri. Un violento contrattacco dell’avversario fu nettamente
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Sul Carso, respinti nella notte contrattacchi dell’avversario, le instancabili nostre truppe ripresero ieri con rinnovata energia l’attacco delle
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magazzini, treni fermi nelle stazioni ed il serbatoio dell’acqua, sfuggendo ai tiri di numerose batterie antiaeree e cacciando aeroplani e idrovolanti
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In Valle dell’Astico, all’alba del 23 durante un intenso bombardamento su Monte Cimone lo scoppio di due poderose mine nemiche obbligò i nostri a
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Nella giornata di ieri il nemico tentò vari attacchi, subito repressi, contro le nostre linee dell’altipiano di Bainsizza, portando poscia il suo
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°) migliorammo la nostra occupazione verso l’orlo sud-orientale dell’altipiano di Bainsizza, strappando all’avversario alcune quote a sud di Podlaka e a sud
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piccolo posto avversario nella Valle dell’Ornic.
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sòrdo la vera e mmiracolosa immaggina de la Madonna der Càrmine! ecc., ecc. Sulla scalinata della Chiesa dell’Aracoeli, in tempo di Natale: — Un sòrdo
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figura dell’altro giuoco detto: Acchiapparèlla, fingono di segare una tavola, ripetendo: "Séga, séga, Mastro Tilta, ’Na pagnotta e ’na sarciccia; Un’a mme
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Passatempo che consiste nell’indovinare quale è il millesimo di una moneta da un soldo che lo scommettitore tiene in mano dalla parte dell’arma
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chi si fece conoscere, altrimenti segue il suo giro". Così lo descrive il Belli nella nota 1 del sonetto: Er contratempo dell’11 ottobre 1830.
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usciva da le grotte che zampillava, poi s’annava a bballà’ er sartarèllo o ssur prato, oppuramente su lo stazzo dell’osteria der Capannóné, o sse cantava
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Ne le du’ sere der gioveddì e vennardì ssanto, li pizzicaroli romani aùseno a ffa’ in de le bbotteghe la mostra de li caci, de li preciutti, dell’ôva
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pijeno un po’ de foje de persica e se fanno bulle in dell’ojo d’ulivo drento a ’na piluccia. Quanno quele foje se so’ ingiallite se bbutteno, e cô quell
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che si vuol lanciare. Il giocatore, tenendo l’estremità inferiore del ramo con la sinistra, con la mano destra tende la corda come se fosse quella dell
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dell’ultimo verso, si accovacciano, per poi rialzarsi e proseguire a piacere.
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trovarsi alle porte di Roma allo spuntar dell’alba. Quivi giunto, prendeva stanza in un crocevia o in una piazzetta, ove il posto eragli stato
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propria destra, tenendo piegati uno o più diti, e nell’annunziare allo stesso tempo il numero di quelli che (fra la destra dell’uno e dell’altro
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per le campagne che poi seppelliva nel suo Oratorio. I due confratelli incaricati di ricevere all’ingresso dell’Oratorio le elemosine dei visitatori
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una precissione. Speciarmente in dell’ottavario der Corpus Dommine che era la prima precissione che ddava la smossa. Otto ggiorni prima de la
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ragazzi cantori di canzonette al suono dell’organino, il sigaraio notturno, il cenciaiuolo con la lanterna, il barbero vincitore portato in trionfo; i
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essendo fatti secondo le regole dell’arte, erano dai conoscitori male giudicati. Quindi d’allora, per i falegnami, ogni mobile male costruito è un
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Sérci (in faccia a la salita): Ci si aggiunge quell’"in faccia" a bella posta. Piazza Me-ne-frego-tanti: Piazza Manfredo Fanti. Via dell’Anima (defôra
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buon grado ai capponi e alle galline per conseguire le regalie e le bibalia solite a darsi in tali occasioni. L’onore di questi trionfi dell’uovo non
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compagno de loro, ppiù minchione dell’antri, dicènnoje: Tiè’ fforte l’órmo che ccasca, o quarche cosa d’accusì; e ttratanto loro se saranno scolato er vino a
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Colonna in Roma, reduce dalla battaglia di Lepanto. Francesco Albertonio nella Relatione dell’entrata fatta dall’Ecc.mo M. Ant. Colonna, dice: "Dopo
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le più strepitose, che da oltre un secolo la Roma papale ricordasse. Egli ha infatti assistito all’apertura dell’ultimo Concilio ecumenico vaticano
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, li pizzicaroli, fruttaroli, pollaioli, vermicellari, sensali de Ripa, so’ pprotetti da la Madon dell’Orto; li garzoni d’osteria da l’Assunta; li
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alla mia povera mamma; e altri pochi di essi mi sono stati forniti dell’immortale poeta Belli, per mezzo de’ suoi meravigliosi Sonetti romaneschi
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: Ulceri veneree. Bucio dell’allegria: Ano. Budriè: Ano. Bujacca: Minestra dei carcerati. Bujaccaro: Minestraro, venditore di bujacca. Bujósa: Carcere
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spigolando, col gentile consenso dell’autore, dall’accennato studio del chiaro conte Alessandro Moroni intitolato: "Vie, voci e viandanti della
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