detto.... - continua Alano. - C' è una signora che vi aspetta, - termina Maurizio. - Allora abbiamo indovinato che eri tu, mammina! - Avevo troppo
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, spiega che lo ha fatto per burlarsi di Alano. - C' è la bambola della mamma, - dice Maurizio. - È vero, la bambola della mamma quand'era piccina, - Oppure
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l'abitudine di fare più monellerie degli altri, ma è anche il più piccolo e il beniamino di Maria, e i due più grandi lo sanno. Perchè c' è il caso che
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Non c' è poesia senza verità e senza virtù. Se la Musa non veste il semplice manto della verità, se la virtù non le insegna il suo casto e tranquillo
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, l'aula enciclopedica del paese. Non c' è forse questione di Stato o conflitto ministeriale in alcuno dei cinque grandi gabinetti europei, e fin nel Divano
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per me! » « Sì, si, » esclamò allegramente Vittorina. « Voglio che stiamo insieme; voi verrete sul lago nella nostra barchetta; c' insegnerete le
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signor Gaspero qualche allusione alla confidenza fattagli. « Dunque, cosa c' è di nuovo, signor Mauro? » disse, volgendosi al deputato politico. « Eh
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più nessuno quaggiù!... Il futuro c' incalza e trascina, Dio solamente lo conosce: se dunque a Lui piacesse che non ci avessimo a incontrar più su la
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bene?... » « V' assicuro, » rispose Arnoldo, « che non fo di questi aurei sogni: vorrei piuttosto amare, che adorare.... » « Che c' è di nuovo? siete
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, direi quasi, consapevole appena della vita, s' abbandonava alla malia di un sentimento che presto c' incatena, quando ci vediamo accarezzati, amati
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pieghe della nera sottana, rapivano gli occhi. Insomma, c' era in lei qualche cosa di gentile e di raro, nè al primo vederla avresti pensato mai la fosse
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, » prese dunque a 'dire, « non vi crucciate così; fatevi un po' di coraggio. » « Oh misericordia! che altro male c' è?... » « Già lo sapete, a questo mondo i
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leggervi, su la fronte della porta, scolpito in pietra il suo nome e i suoi titoli superbi, pagati coll' oro, o colla viltà. E poi, nessuno c' è che, poco o
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che sono stufa di non aver nessuno che guardi a me. Tu, Ghita, e Rosina e Stella, l'avete pure il vostro amoroso; e me, non c' è anima che mi cerchi
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loro cittadine libertà e a' loro civili progressi. Non c' è popolo, che al pari dell' Inglese sia così ostinato e sdegnoso sostenitore de' privilegi e
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dannata sorte, potrei confarne gli alberi e i sassi.... hop! hop!... non c' è verso; è come se parlassi alla cavalla orba del mulino.... Poveraccia! un
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così passò. C' eran pure alcuni dì, ne' quali sentiva ancora di vivere: erano quelli in cui, salito in sella d'un giovine cavallo, che aveva da un
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alcuno di lor signori capita nelle nostre parti, si fa servir da osteria la casa della parrocchia; ed è un onore che fanno.... Il curato c' è sicuro, un
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quel solo amore che può vivere eterno, e senza del quale non c' è fede?... No! Sieno grazie alla Provvidenza che mi tolse di mezzo a coloro i quali io
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bisogne domestiche, e per non rimaner tutta sola con la figliuola, quando don Carlo fosse partito. La Marta, che già conosceva il giovine, « Non c' è
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inveleniamo la discussione.... Da un certo punto di vista avete ragione tutti e due.... C'è il prò e il contro.... IL PANE Sono interamente d'accordo con lo
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) Mandate via il Cane.... C'è un malinteso.... Lasciate fare a me, accomoderò io la faccenda.... Ma intanto mandatelo via subito.... TYLTYL (al Cane) Vattene
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leggere.... Ora monto su questa grossa radice per veder meglio.... Sì, sì, è qui.... C'è scritto: «Paese del Ricordo». MYTYL Comincia qui?... TYLTYL
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bisogna destarli a un tratto.... E poi, tanto, la porta non si aprirà che a quella tale ora.... TYLTYL Quale ora?... C'è da aspettare molto?... LA LUCE
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luce ?... TYLTYL Sono i lumi della festa. MYTYL Quale festa ? TYLTYL Qui dirimpetto, dai bambini ricchi. C'è l'albero di Natale. Apriamo le imposte
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succederà qualche guaio—. Non voglio responsabilità.... IL PANE (molto preoccupato) C'è forse pericolo?... LA NOTTE Se c'è pericolo?... Io stessa, vedi
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.... IL BAMBINO Ah!... TYLTYL C'è della gente che ne ha, e della gente che non ne ha.... IL BAMBINO Perchè?... TYLTYL Perchè non tutti sono ricchi
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, sì, i tuoi occhi, ma, tanto più belli.... E riconosco anche la tua, mano, con l'anellino al dito.... C'è sempre il segno di quella bruciatura che ti
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ero entrata in sala da pranzo col cuore nei tacchi dei sandali, dall'apprensione. Almeno, io lo sentivo circa a quel livello li. C'era già la contessa
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n'è piú di sgabellini nelle auto di adesso. Questa era molto bella, dentro, come un salottino tutto foderato di velluto. C'era perfino un vasetto smilzo
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piangeva; tanto piú se non piangeva, anzi, per via del famoso groppo sul cuore. C'era da aspettarsi di tutto da una ragazza in quello stato, perfino che
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quello, e mica solo per portare i saluti. C'era chi veniva a farsi dare un consiglio, chi voleva una raccomandazione o delle ripetizioni di latino. Il
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piacevano molto. C'ero rimasta male, soprattutto per il tesoro e le prigioni sotterranee. Non c'era da sperare di trovarne, in un castello imitato
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il caldo, questo è vero. (C'è da dire infatti che continuava a fare un gran caldo, la signorina Ricciarelli quando arrivava alle nove e mezza aveva
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guic! La prima cantina però fu un po' una delusione. C'erano solo bottiglie e damigiane, insomma le cose normali di tutte le cantine. La seconda, che
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mattina, mentre tirava la bici a forza di braccia su per la rampa di scalini che portava al viale del parco. (C'era un dislivello, perché il castello
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"PESCIOLINO, INCOLLA" C'era un tempo un caro fanciullo ch'era rimasto senza la madre, e il babbo gli aveva dato una matrigna cattiva e brontolona
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