XXIII legislatura – Tornata del 10 febbraio 1910
riconosciuto che, pur affrontando le maggiori asprezze nei politici dissidi, egli era sempre stato guidato da una convinzione profonda e sincera
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affermazioni di impossibile o pericolosa realizzazione; e per la responsabilità degli industriali nei casi d'infortuni degli operai sul lavoro, e per la
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siciliana, sulla riforma tributaria, nei quali rifulsero insieme lo splendore della forma e la somma efficacia dell'argomentazione, fu degna di un
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Francesco Spirito, lo invito a prestare giuramento e leggo la formula. La formula fu letta e così egli, equanime nei suoi giudizi dovette, per ragione del
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Andrea Costa fu lottatore più fuori che dentro la Camera, più uomo di azione che di parole. Così, ad esempio, nei disastri nazionali si trovò sempre
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rappresentante di quelle idealità; e nei comizi e tra il popolo anelante a riforme, e tra plebi invocanti diritti, e nelle aule legislative fu amato e
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Egli scompare quando le nostre speranze in lui erano più vive; e la sua dipartita fa uno strazio indicibile nei nostri cuori. Egli lascia, nella
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Continuiamo noi dunque le battaglie; ma nei momenti più aspri torni l'immagine del precursore sereno a ricordarci che il nodo vitale del movimento
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discendeva dal palco del comizio, sapeva sempre atteggiarsi nei vari e complessi rapporti della sua vita ad un tratto di squisita signorilità.
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suo carcere o dallo sgabello di accusato nei suoi processi, lanciasse più audace la sfida contro il vecchio mondo, sia che gettasse nei tumulti di
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Trenta anni fa! quanto cammino, onorevoli colleghi, dal giorno in cui Bologna lo rinchiudeva nei torrioni dopo lo sforzo febbrile, utopistico dei
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dissennati, con geniale intuizione e con fede accesa nei destini dell'umanità, ravvisò ne'repubblicani e ne'socialisti le due grandi legioni della rivoluzione
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sventure aggiunge le sventure e la colpisce così fieramente nelle sue città e nelle sue genti e nei figli suoi, che si elevano come gli uomini
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. Ispirato dall'amore, dalla fede nel bene, dall'amore alla patria, per la quale egli nobilmente operò, egli ebbe le virtù più sode: la costanza nei
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Si ricorda la scrupolosità sua negli uffici che la Camera gli affidò: fu giudice sereno nella Giunta delle elezioni e nei Comitati inquirenti; fu
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