XXIII legislatura – Tornata del 10 febbraio 1910
Quel telegramma che l'illustre mio collega volle, nel darne comunicazione all'Assemblea da lui tanto degnamente presieduta, accompagnare con parole
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Qui, mentre scende sopra di lui non l'oblio, ma la serenità del giudizio, l'animo nostro addolorato non potrebbe meglio evocarne la figura
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trentunenne, e vi entrò perchè credette adempiere ad un dovere civile ricordato dai suoi concittadini a lui, che a nessun dovere seppe sottrarsi.
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lo svolgimento di un problema, che, dopo aver tanto affaticato i nostri spiriti, ebbe poi la soluzione da lui anticipata.
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stessi avversari, i quali ammiravano in lui il cittadino esemplare, che, dimentico di sé, prodigava a quanti a lui si rivolgevano per consiglio ed
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Altre ancora delle idee da lui con calore propugnate ebbe la legittima soddisfazione di veder penetrate nella patria legislazione; e cioè il
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A lui ripensando, alla lotta degli ultimi mesi contro la malattia che lo insidiava e che egli sopportava con quella rassegnazione che è fatta di
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Essa ebbe il suo coronamento nella azione sicura, rapida, illuminata da lui portata nelle amministrazioni a lui affidate, e sovrattutto nella
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Mentre frutti così rigogliosi egli aveva già dati, mentre tutti quelli che lo amarono aspettavano da lui maggiori e ancor più segnalati servigi al
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Scorrendo negli atti parlamentari l'opera da lui compiuta, in quelle pagine ancora così vibranti di energia e di vita sentiamo una tale sicura sua
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Costa, sia oggi consentito di levare l'anima alla memoria di lui; alla memoria dell'uomo forte e buono, che rivestì di genialità e di gentilezza la fede
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da lui sempre conservata, che gli permise, anche m mezzo alle più acute sofferenze, di dedicarsi al lavoro genialissimo Sull'arte di parlare in
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E appunto perchè egli fu inflessibile nelle idee, potè essere transigente e mite con le persone. Nulla in lui d'acre e di rudemente settario; egli
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perchè egli fu il mattiniero vessillo della loro parte e perchè l'esempio d'abnegazione personale da lui costantemente offerto deve avvalorare ai
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Ricordo che in quel giorno, nella Camera, tutti guardavano a lui, quasi si chiedessero se egli avrebbe, oppur no, giurato. Andrea Costa giurò
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Noi lo ricordiamo da questi banchi dove egli seppe conciliare le asperità dell'uomo di parte e la gentilezza dell'uomo di cuore; mandiamo a lui il
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Si potrebbe dire di lui quello che Giosuè Carducci scrisse di Giorgio Imbriani: aveva l'impeto e la concitazione del tribuno, aveva la fede e
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a lui di mandare alla memoria del veterano della vecchia guardia il nostro reverente saluto; ed io appunto sulla tomba dell'amico da più che
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disoccupazione. Allora egli venne da me, che mi trovavo a reggere il Ministero dei lavori pubblici, ed io d'accordo con lui, tenuto conto delle
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nell'Aula la sua parola precisa, agile, bella; si sente intorno il fascino della sua simpatia. La parola per lui dovrebbe essere di augurio, ed è di
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Egli scompare quando le nostre speranze in lui erano più vive; e la sua dipartita fa uno strazio indicibile nei nostri cuori. Egli lascia, nella
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oscuri silenzi della tomba, mentre si aprivano per lui giorni luminosi di speranza e di gioia. Egli aveva nel cuore e nella mente i raggi del sole
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E infatti trenta anni fa con lui il proletariato fece qui dentro la sua prima comparsa rompendo indugi, inibizioni, divieti che lo avevan fatto
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moti di Caprara, al giorno in cui vedemmo salire lui, il presidente dei nostri congressi, alla vice-presidenza della Camera! Ci parve che con lui salisse
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umane società. Ecco perchè anche il gruppo repubblicano a lui, anima repubblicana, ha sentito il dovere di mandare il suo estremo saluto in questo
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Nè posso non aggiungere, che per la larga e quotidiana consuetudine, ch'ebbi con lui, e perchè feci sempre tesoro del suo illimitato affetto, della
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Nella dolorosa perdita dell'impareggiabile amico, il quale più che soccombere, disparve, manca a me la parola acconcia per dirvi di lui, ciò che
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Per questa intima e profonda conoscenza di tali virtù, ed in omaggio alla semplicità e modestia del caro estinto, mi sia permesso dir tutto di lui in
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Al paese, ed alla sua nativa città, egli si consacrò, fin dai primi anni della sua giovinezza, e sebbene le prime armi per lui affilate nella
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per lui e elle egli ricambiò (affetto vivissimo), l'onore di rappresentare il collegio che, con solenni votazioni, affidò a lui il mandato politico
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all'altezza dell'intelletto. Ed è questa, in questo momento, la migliore e più eloquente commemorazione di lui: la concorde voce d'Italia che ne piange
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, cadere, si chiudeva per lui, oratore, nella vittoria più clamorosa; protesta il sentimento di quanti videro, sia pure per una volta sola, la maschia
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piccoli odii che accompagnano sempre i grandi ingegni, e tacendo le divisioni di parte, la memoria di lui resterà indelebile nel cuore degli italiani; e
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gaudio, la superiorità del suo spirito. Qui stava forse la essenziale caratteristica di lui, qui il segreto dei suoi trionfi. Egli aveva, senza
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figura di Angelo Majorana, io non presumo parlarvi di lui.
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Di lui, con sintetica frase, solamente dirò: Tanto nomini nullum par elogium.
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