XXIII legislatura – Tornata del 10 febbraio 1910
Con questo senso di equanimità che lo seguì anche nelle vicende più tumultuose della sua vita, egli entrò nella XV legislatura alla Camera, appena
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lo svolgimento di un problema, che, dopo aver tanto affaticato i nostri spiriti, ebbe poi la soluzione da lui anticipata.
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Tutti quanti infatti sanno giudicare degli uomini e delle cose con lo spirito di equità e di tolleranza - preziosa virtù della gente nostra - avevano
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E così non lo abbandonò la simpatia dei colleghi, che nella passata legislatura ne ammirarono l'obbiettività quale membro della Giunta delle elezioni
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Ma un'altra perdita dobbiamo lamentare, onorevoli colleghi, e pur dolorosa, imperocché, se è grave cagione di tristezza lo staccarsi da coloro, cui
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Non lo abbandonarono mai gli elettori, dei quali invece ebbe a sostenere la emulazione nel dargli il mandato. Eletto nelle legislature XV e XVI dal
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A lui ripensando, alla lotta degli ultimi mesi contro la malattia che lo insidiava e che egli sopportava con quella rassegnazione che è fatta di
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ornato, l'eletto ingegno, la vasta dottrina, la rettitudine somma, ed il nobile disinteresse; onde i suoi conterranei lo vollero nella vigesimaseconda
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Mentre frutti così rigogliosi egli aveva già dati, mentre tutti quelli che lo amarono aspettavano da lui maggiori e ancor più segnalati servigi al
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raggiungimento dell'età legale, gli elettori di Nicosia lo elessero a deputato, e lo confermarono nelle due successive.
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Il genere degli studi, cui si era principalmente dedicato, lo aveva mirabilmente preparato alla vita politica; e le sue pubblicazioni sul
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natale, che, come ne pianse desolata la perdita, benedirà eternamente la sua cara memoria; dolce conforto alla famiglia che lo idolatrava, ed alla
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siciliana, sulla riforma tributaria, nei quali rifulsero insieme lo splendore della forma e la somma efficacia dell'argomentazione, fu degna di un
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suscita e l'attesa che raccoglie, lo spirito ribelle che demolisce e lo spirito positivo che si sforza di costruire; ma la sua linea morale, l'interna
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era sensibile a tutte le cose buone e belle, comunque si chiamassero; aveva (voi certo lo ricordate) nella faccia, come nella parola, un'espressione
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; anzi parve congiungere nella sua natura, fatta essenzialmente di intuizioni rapide e di concitata sensibilità, lo spirito di due momenti storici
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Il presidente della Camera, onorevole Farini, lo redarguì più volte, la Camera qualche volta rumoreggiò, egli mantenne tranquillo il suo concetto, e
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Francesco Spirito, lo invito a prestare giuramento e leggo la formula. La formula fu letta e così egli, equanime nei suoi giudizi dovette, per ragione del
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idealità, disse che egli credeva che il giuramento fosse cosa per lo meno inutile, tutto al più: fosse un impegno religioso.
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Gallini. Andrea Costa era sopratutto un carattere; il popolo lo amava in vita e lo piange ora per la fierezza romagnola del suo carattere e
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Bava. Onorevoli colleghi! Come il più anziano dei rappresentanti della regione che diede i natali ad Andrea Costa e lo elesse, e lo confermò per
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Noi lo ricordiamo da questi banchi dove egli seppe conciliare le asperità dell'uomo di parte e la gentilezza dell'uomo di cuore; mandiamo a lui il
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condotta e lo sospingeva ad atti, creatori di bellezza, di bontà e di verità.
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popolo il lampo e lo scroscio delle sue invettive, sia che si levasse dal tuo scanno di deputato con la voce e con il gesto della sua eloquenza, Andrea
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le doti e le i virtù più varie; perchè egli fu tribuno e parlamentare, egli fu precursore e organizzatore; egli ebbe il senso delle folle, lo rese e
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. Il Parlamento ha reso già omaggio ad Andrea Costa, nella persona del suo Presidente che mi è grato di rievocare così come lo vidi, come l'abbiamo visto
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e si danno sole al sacrificio, e Andrea Costa parlò al popolo col fascino dei suoi sacrifici, lo convocò all'ombra delle sue prigionie e dei suoi
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, schiarita la nebbia di segno che l'aveva avvolta, divenne l'anima dei tempi, o per lo meno l'anima della nostra generazione, quando i bisogni umani
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E infatti trenta anni fa con lui il proletariato fece qui dentro la sua prima comparsa rompendo indugi, inibizioni, divieti che lo avevan fatto
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centinaia di bandiere che lo attorniavano, o la numerosa
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Trenta anni fa! quanto cammino, onorevoli colleghi, dal giorno in cui Bologna lo rinchiudeva nei torrioni dopo lo sforzo febbrile, utopistico dei
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polizziottaglia italica e lo balzò, assertore d'idealità, sullo stallo dell'Assemblea.
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moltitudine che lo seguiva, quanto mi colpì 1'unanimità del sentimento che era rappresentata dalla diversità della gente che andava dietro quel carro
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Angelo Majorana; eppure me lo impongono, come un dovere tanto più sacro quanto più angoscioso. E non è solo la commozione che mi investe e mi prostra, ma
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riuscita ad attenuare. E io ricordo che la volta - ahimè! ultima che lo vidi, se il volto appariva più pallido, tanto pallido, anzi, l'animo non era
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carattere fermo e risoluto, un'opera grandiosa: la conversione della rendita. Oggi il lutto popolare della sua Catania, la tristezza della Camera, lo
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Quali alte speranze potesse destare il suo avvenire non potrà dirlo nessuna parola, meglio di quanto lo proclami l'opera stessa, ch'egli compì, nella
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Giosuè Carducci lo ebbe scolaro diletto e studioso: noi, collega diligente. Sebbene la malattia già ne minasse l'esistenza, egli volle sedere fino
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Lo conobbi da giovane, a Firenze, presso Alessandro Herzen; e fin da allora si faceva notare per la sincerità delle sue convinzioni, per la vivacità
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