XXIII legislatura – Tornata del 10 febbraio 1910
Ma sento che, nel riprendere i nostri lavori, voi sarete con me concordi nel volgere un'altra volta il pensiero e il cuore alla Francia amica
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(I ministri e tutti i deputati sorgono in piedi, e salutano con vivissimi, unanimi e prolungati applausi le parole del Presidente)
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(sorge in piedi. Anche I ministri e gli onorevoli deputati sorgono in piedi)
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mezzo del nostro ambasciatore, fece pervenire al Presidente della Repubblica le condoglianze e i voti del Governo e del popolo italiano.
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dei modi, che nulla toglieva alla fierezza derivatagli dalla regione nativa; dal fervore, col quale nobilitava le sue aspirazioni verso i più lontani
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manifestare i loro reciproci sentimenti di simpatia e di amicizia.
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lo svolgimento di un problema, che, dopo aver tanto affaticato i nostri spiriti, ebbe poi la soluzione da lui anticipata.
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colleghi d'ella Camera: «Prima dello scioglimento delle questioni economiche era necessario costituire una patria, e fra i nostri grandi noi non contiamo
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stessi avversari, i quali ammiravano in lui il cittadino esemplare, che, dimentico di sé, prodigava a quanti a lui si rivolgevano per consiglio ed
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Nella legislatura attuale fu eletto dal Collegio di Ragusa Superiore: la sua fama ben a ragione aveva varcato i limiti della provincia nativa.
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l'ala del poeta di Maremma spiccasse un volo più ardito e più largo, non appena accostò i vampeggianti entusiasmi del popolo di i Romagna.
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A questo supremo proposito di convertire i volghi un giorno spregiati a dignità di popolo civile, Andrea Costa sacrò anima, intelletto, energie, vita
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Oggi i nostri colleghi socialisti esaltano e piangono a buon diritto Andrea Costa;
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economiche si dovesse guardare; che le cause predominanti fossero queste e che da queste dovessero partire gli studi per i rimedi.
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la cui morte, stringendo i nostri cuori in un palpito solo d'amore e di dolore, contiene un'altra lezione di bontà, d'equo giudizio e d'umana
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politico, ricordo che in mezzo a quegli atleti della eloquenza e dell'autorità parlamentare, fra i quali uno dei superstiti l'illustre nostro
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Bava. Onorevoli colleghi! Come il più anziano dei rappresentanti della regione che diede i natali ad Andrea Costa e lo elesse, e lo confermò per
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Studente a Bologna egli sentì fremere nell'animo suo gli arditi e caldi ideali che i nostri vecchi avevano sentito ai tempi gloriosi delle
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Onorevoli colleghi, la più grande verità è stata detta dal poeta tedesco: «Nel mondo tutto è sentimento ed i gradi di civiltà corrispondono alle fasi
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oscuri silenzi della tomba, mentre si aprivano per lui giorni luminosi di speranza e di gioia. Egli aveva nel cuore e nella mente i raggi del sole
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di quest'uomo che fu rappresentativo della sua regione, che dal carcere alla vice presidenza della Assemblea legislativa seguì sempre i suoi ideali e
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questo: che Andrea Costa sempre, in tutti i momenti della sua vita, tanto nel periodo procelloso, come in quello della ponderazione, sia che dall'ombra del
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Andrea Costa, con i fatti e non colle parole, ci offre l'insegnamento più alto e più suggestivo. La vita moderna non consente negazioni storiche, ma
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le doti e le i virtù più varie; perchè egli fu tribuno e parlamentare, egli fu precursore e organizzatore; egli ebbe il senso delle folle, lo rese e
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eterna giovinezza. Si è voluto che parlasse un giovane perchè i giovani sono più dappresso all'avvenire, e il pensiero e la visione dell'avvenire sono
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ammonirci che se i nostri tempi non reclamano più, e forse non reclameranno mai più i nostri polsi per i ceppi che hanno stretto i suoi, essi chiedono ed
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episodi di quella vita sono i capitoli più belli di questa storia.
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, schiarita la nebbia di segno che l'aveva avvolta, divenne l'anima dei tempi, o per lo meno l'anima della nostra generazione, quando i bisogni umani
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Costa era un passo verso la nostra dottrina, e la nostra orientazione politica - e noi partecipammo alla battaglia di chi, dopo i primi pugilati
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Ecco, onorevoli colleghi, come e perchè voi, come i suoi generosi romagnoli, avete sentito palpitare il vostro cuore dinanzi alla disparizione di un
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, nell'esprimervi per la morte di Carlo De Michetti, i sentimenti della comune ambascia, dell'universale compianto.
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affannoso, che precedettero la sua elezione a deputato, e i cinque anni di assiduo, incalzante lavoro, che visse in mezzo a noi, sotto l'assillo delle
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Fino alla meta, con nobile altruismo, egli sacrificò tutto sè stesso nel sollevare, nel proteggere gli umili, i derelitti; e, come sereno era vissuto
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sua erano già maturi i frutti che egli avrebbe dovuto raccogliere; ma ad ogni modo dell'uomo politico, dell'uomo privato resterà a lungo il ricordo
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così sicura trionfatrice di tutte le difficoltà e di tutti i pericoli, in guisa che - ricordate? - una discussione, per cui doveva egli, da ministro
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dietro l'altro, quasi per un richiamo misterioso, i suoi figli, che nel servire la patria comune diedero così luminoso esempio di grandezza di cuore e
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, per cui egli da professore conquistò gli studenti, da scrittore il suo pubblico, da deputato i suoi colleghi, da ministro i suoi dipendenti; donde la
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piccoli odii che accompagnano sempre i grandi ingegni, e tacendo le divisioni di parte, la memoria di lui resterà indelebile nel cuore degli italiani; e
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Io, che gli fui legato da vincoli di una amicizia lunga, affettuosissima, fraterna, io che con i numerosi amici, da ben due anni, trepidai alle
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espressione del nostro intenso cordoglio alla virtuosa donna desolata, che gli fu compagna nella vita, e che ne divise i dolori e le gioie, e a quei cari
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e precisa. Le sue relazioni parlamentari, le sue esposizioni finanziarie, i suoi discorsi anche in questioni tecniche, i suoi libri, tutto rivelava
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Convenzioni per i servizi postali e commerciali marittimi (120-B).
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20. Tombola telegrafica a favore dell'ospedale civile Umberto I di Siracusa (184).
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all'ultimo al suo stallo di deputato, e lo avemmo fra noi nell'ultima seduta, pur troppo portando impressi sul volto, non più roseo e gioviale, i segni
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