XV legislatura – Tornata del 13 aprile 1886
giudiziaria domanda l'autorizzatone di procedere contro un reato comune, bisognerebbe dire che il potere esecutivo e la Camera che ha sanzionato e
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un monumento di menzogne ufficiali, con falso in iscrittura pubblica, voglio dire la relazione di un funzionario dell'ordine amministrativo, che
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sto per dire, se egli fosse presente, non sarebbe certamente accolto da lui con quella olimpica serenità, con cui egli, nell'ultima solenne
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che si trovano in quel documento. Mi basti il dire che in quel documento vi è una cosa che dalla risultanza del procedimento è stata dimostrata una
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, esecutivo, di un procuratore dei re, il quale mi venne a dire che egli si recava da me sotto la immediata inspirazione del Ministero dell'interno, e
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come testimonio, ed in cui aveva accennato a ciò che avrei detto in appello, e che mi fu impedito di dire dal presidente, il quale mi interruppe
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me, solenne adunanza della Camera: che non prendevo altra inspirazione, che dalla coscienza, pei dire la verità; che le verità che io avevo scritto e
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l'assurdità delle colpe imputatemi, accusò di falsa testimonianza, dicendo che erano venuti non per dire la verità, ma per sfogare i loro rancori.
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Io povero prigioniero, doveva naturalmente dire la verità! E risposi: è venuto il collegio della mia difesa e mi ha detto: essendo molte lo persone
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presidente. Onorevole Sbarbaro, non posso permetterle di continuare così. Ella non potrà dire che non le è stata concessa una libertà grande di
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si può dire lo scandalo degli scandali, e fu questo. Si presentò come denunziante (io non credo di tediare la Camera poiché si tratta di una questione
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, coinè nelle cose che starò per dire, avessi commesso, o potessi commettere qualche infrazione al regolamento, prego la Camera di considerare che io ho
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oggi si può dire di un rappresentante della nazione.
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Non crediate, o signori, che io, nelle cose che sto per dire, voglia far pompa di quella benevolenza di cui mi hanno onorato tutti gli uomini che
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una cosa che nessuno di voi, neppure il mio più fiero nemico, il più offeso da me, avrà il coraggio di dire, ed è che io sia curante del mio interesse
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disposizioni del Codice di procedura penale ed alla giurisdizione della suprema magistratura, è debito mio di dire alla Camera la mia opinione.
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Io non posso dire altro.
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Può la Corte di cassazione evitare qualsiasi conflitto e trovare una forma di conciliazione dei due estremi, ma potrebbe anche dire: poiché ho un
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per il ricorso, e forse potrà anche dire al ricorrente: badate, che secondo la legge questo ricorso non può esser discusso, questo gravame non può
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