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onore, all'attività delle organizzazioni ufficiali. Ma la sua attività di propagandista, così giovanilmente fervida sotto Leone XIII, era finita, la
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Innanzi tutto Giuseppe Toniolo é la negazione vivente e combattente dell'economia pura o, piuttosto, delle scuole utilitarie e positivistiche che
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, ap¬punto, delle norme morali che debbono guidare l'attività e i rapporti economici; trasformandosi così in politico, e, più che in politico, in
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Toniolo, perché il suo assunto stesso, come vedremo, glielo impediva; se egli ebbe perfetta fiducia nella consonanza e nella identità delle esigenze del
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Ma a giudicare delle origini ideali e della importanza e delle esigenze immanenti e delle lotte e dell'avvenire del proletariato a lui mancava
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rivoluzione era il precedente necessario, ma un implicito ritorno all'antico, un rinascere, su più largo campo, del comune libero e delle corporazioni
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dispregia profondamente la potenza e la ricchezza e gli agi e gli ozii e le iniquità delle classi dominanti. Le quali possono bensì avere un ufficio
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Leone XIII e la sua enciclica. Rerum novarum, la Magna Charta della nuova democrazia, per compiere, a vantaggio di essa, e con la forza delle sue
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era sempre toccata, nella Chiesa, ai movimenti mistici spontanei e profondi; la Curia vaticana ha delle ragioni che non sono le ragioni del
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programma cui Leone XIII stesso, sulla fine del suo pontificato, strappò molte penne. Egli è piuttosto erede delle cautele che delle audacie di Leone
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