Un grido di dolore
Il caso capitato a questi sacerdoti è degno di attento esame. Essi, come tanti altri loro colleghi, isolati in un seminario, assoggettati per anni ad
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loro faticosa corvèe e le loro ore, spesso non poche, di libertà. Pochissimi combattenti davvero, e in trincea. Vita di soldati e fra soldati, dunque
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parola felice è di Quiquondam — di quel loro voto e della vita sacerdotalmente celibe: sacramenti quotidiani e settimanali, recita del breviario e di
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ostinata, dolorosa, assorbente contro l'istinto sessuale; hanno modificato molte delle loro idee di seminario e dei vecchi libri di pietà sacerdotale
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più tardi avrebbero fatto, fu avviata la loro anima inconscia per le vie della monacale rinunzia, fu falsata in essi la nozione della vita, furono ad
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Un bel giorno la guerra è cessata ed essi, ripresa la tonaca ecclesiastica, hanno dovuto presentarsi al loro superiore, andare a detergere in un
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, neanche una modesta licenza ginnasiale. Tutti i loro studi sarebbero stati invano. Rischierebbero di non trovare occupazione o dovrebbero contentarsi
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E questo è anche vero in parte. Se chi lancia questo monito fosse un sacerdote, e uno di quei sacerdoti che, nella loro qualità di predicatori edi
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E allora molti di questi sacerdoti sottratti, nei più fervidi anni della loro giovinezza, alla manutenzione ecclesiastica, passati attraverso la vita
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E allora a questi sacerdoti ex militari, a quelli di essi che non vogliono, come parecchi loro colleghi vanno facendo, uscire tacitamente dal
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la scuola privata, appunto perché l'autorità ecclesiastica possa mettere i suoi sacerdoti, una volta tali, nella necessità di tener fede...ai loro
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Un consiglio ci resterebbe da dare ad essi. Se sentono che la loro umanità si rifiuta di sottostare all'onere ingenuamente ed incautamente contratto
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