Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 50 occorrenze

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’ ossièssi. Ccerte vorte pe’ ffa’ indemognà’ quarcuno abbasta che una strega o una fattucchiera j’arivi a ddà’ ppe’ bbocca un invortino de capelli, una

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Gira la notte, nell’inverno, con una marmitta di rame stagnato, sostenuta da una tracolla: — Pettorali! - Bollenti - Mela cotte!

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È abruzzese. Va curvo per il peso di una canestra nella quale porta una quantità di utensili da cucina, e grida: — Peparóle e cucchiaaà! — Schifiètte

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"Si udiva talora per le vie una lugubre cantilena di voci argentine, interrotta frequentemente dal suono di un campanello. Era — è sempre il Moroni

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Bbisogna portasse in saccoccia er trifojo, o du’ denti legati cor un filo de seta cruda zuppa de bbava de lumaca. Oppuramente tienè’ a ccasa una

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Due ragazzi, tenendo un pezzo di corda uno a una estremità e uno all’altra, o formando con lo spago una specie di sega che ricavano dalla prima

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La canoffièna è formata da due funi che in alto sono raccomandate a una trave, o anche all’architrave d’una porta, od altrove, e in basso sono legate

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Annate a ttrova una bbrava fattucchiera, speciarmente de quelle che stanno in Ghetto, e dditeje de che sse tratta. Quella allora, vederete, che

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Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua

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’invitati, presempio, je viè’ ll’estro de sapé’ quale de le du’ donne gravide farà mmaschio. Uno scommette per una e un antro pe’ quell’antra. Che ffanno

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Ammalappena una persona riceve una bbastonata, un pugno, o anche una ferita, llì ppe’ llì, je fa subbito bbene a mmettecce una bbrava chiarata d’ovo

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Si tte ggira intorno una lapa è ssegno de bbôna nóva; un moscone è ssegno de visita. Una vespa: nôva lesta. Un ragno: è ssegno de guadagno. Apposta

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Si, ssarvognóne, er furmine (ch’è ffatto come una colonnétta de pietra) passa vicino a ’na persona la incennerisce in sur subbito accusì ccome la

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Era una rippresentazzione che sse cantava in povesia, co’ l’accompagno der calascione, e un sacco de ggesti e dde bboccaccie, da facce abbortì’ ’na

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), chiamate Lanternoni. Egli per invitare la gente a comperare la sua merce, gridava con voce stentorea: — A ccinque una grossata, dieci una pavolata, venti una

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sur una delle mani che poggiano a terra, tutto il corpo, in guisa di fare, braccia e gambe tese, una girandola.

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Pe’ nun fa’ mmai una mala cascata o dda un caretto o dda una scala o dda un ponte o da quarsiasi antro sito, abbasta a pportà’ ar collo la medaja de

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costa un sordo. Basta a ttienesse in bocca una cìca, o un mozzóne de sighero che sia. Credeteme a mme, è una vera mano santa.

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"Trastullo fanciullesco, fatto con carta ripiegata, in modo che, ad una agitazione di braccio, uscendone una parte per l’aria che vi s’interna, si

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Pijate una bbôna fatta de foje de sambuco e ccoprìtevece tutta la persona, una foja accanto a ll’antra tanto de sopre che dde sótto. Doppo

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Mettete in d’una pila un par de bbucali e mmezzo d’acqua, du’ libbre de’ erba sarvia, una libbra de rosmarino. A fforza de falla bbulle fate che in

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Comprate un po’ de ggèsso de Genova e ffatelo bbullì’ drento ’na certa quantità d’acqua. Quanno quer gèsso è addiventato come una specie de fanga

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Precuràteve quell’erba a mmazzettini che ffa ppe’ li tetti, e cche se chiama, me pare, la Pimpinélla. Poi pijate una fétta de lardo e ppistatela

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Precuràteve un tantino de tàrtero de bbótte, poi comprate un bajòcco d’éllera, e ffàteli bbullì’ assieme, drento a una piluccia de còccio. Bullito

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Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una

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Fôra de porta Pia, passata Sant’Agnesa, a la stessa mano de la cchiesa e gguasi de faccia a la trattoria de Màngheni, prima c’era come una scesa e

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Passatempo che consiste nell’indovinare quale è il millesimo di una moneta da un soldo che lo scommettitore tiene in mano dalla parte dell’arma

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libbri: "Tra la vacca e ’r toro, Troverai un gran tesoro". Lui se messe a ccercà’ ppe’ ttutta Roma, e ddefatti, in d’una scurtura che stà ssotto a quel

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Si fa la conta. Il sorteggiato si pianta nel mezzo de’ suoi compagni, pronto ad afferrare il primo di essi che non tocchi ferro. Per esempio: una

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invece chi cce s’àpprica sur dolore le tevole der tetto prima infócate e poi invortate in d’una pezza de lana. E cchi cce mette sopre un impiastro d’una

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stabilire la conta o la mamma che sia. La quale, rivolgendosi a uno dei giocatori, dice: — È arivata una barca carica de... e l’interrogato deve

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ad una terza e così via via. Con questo giochetto — dice il Belli, in una nota de’ suoi Sonetti — quando a piazza Navona eravi il mercato, un cocomero

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Chi sse lo sarebbe mai creso che la Madonna de Sant’Agustino, detta der Parto, tanta miracolosa e ttanta mai bbella, fussi anticamente stata una

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Erano (e lo sono ancora) una specie di servi ecclesiastici delle fraternite di Roma, poichè ogni arte, mestiere e condizione di uomini ha in Roma la

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Oppuramente se fa mmisuranno da li detini de le mano a la punta der naso, sempre cor parmo de la mano, una vorta a annà’ in su, e una vorta a vvienì

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ggiornata. Poi pijate un po’ d’ojo, un po’ dde ségo e un po’ dde cera vergine, fatece come una pulentina, sparmàtela sopra una pezza de tela e

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Pijate un po’ dde riso, un mazzetto de marva e un bicchiere de latte fresco, metteteli in d’una piluccia de coccio, e ffateli bbulle tutt’assieme

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Si uno s’incontra pe’ strada cor una cratura che aritorna da èsse’ accresimata propio allora, è ssegno de bbôn ugurio; perchè le crature appena

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du’ mesi, e quanno l’ha ccovato, c’esce fôra una bbestiaccia tanta bbrutta, mezza gallo e mmezza serpente, che, ammalappena affissa in faccia una

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Er primo de ll’anno, pe’ vvede si ddrento l’anno nôvo le regazze se mariteno, hanno da fa’ ’st’antra prova. Hanno da pijà’ ttre ffava secche: a una

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Una de le maravije de Roma, non ce se crederebbe si non fossi vera, è er portone der palazzo de Sciarra, a ppiazza Sciarra ar Corso. Gnentedemeno

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’ assicurà’ si è vvero; perchè una vorta che una gran signora ce vorse provà’ arimase cèca der tutto.

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Uno dei giuocatori chiude nel pugno, come nel giuoco precedente, una certa quantità di ceci, bruscolini o altro; poi passandoseli dietro, che nessuno

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in un fónno de letto. Pe’ nun fa’ spellà’ la schina a quelli poveri ammalati incurabbili condannati a sta’ in d’un fónno de’ letto e ssempre in d’una

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subbito co’ l’acéto; poi pijà’ una bbôna fatta de pélo der medemo cane che vv’ha mmozzicato, mettesselo su la ferita e ffacce una fasciatura. Poi ’gni

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’ preservasse dar male de le Moroide, ortre ar portasse in saccoccia una castagna porcina, fa ppuro bene a pportàccese un po’ ddé ceralacca o anche una

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Il venditore di pere cotte, va attorno nelle ore afose del caldo, cantando con voce stentorea una lunga filastrocca di parole per attirare i

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Fanno a gara fra ragazzi o ragazze, a chi salta più scalini della scala di casa, di un palazzo, di una chiesa o di altro.

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Una diecina di ragazzi si prendono per mano; due altri di essi, che fanno da capi-giuoco, si pongono a una certa distanza parallelamente, e poi

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In questo giuoco le bambine che vi prendon parte riproducono tutti gli usi che accompagnano la nascita di un bambino. Una delle fanciulle si mette un

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