USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Gira con la sua caldaia colma di castagne e grida: — So’ ccalle che bbùlleno!
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Andava con la sua ruota, si soffermava ogni breve tratto, e con voce squillante gridava: — Arrotinoo, signori!
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Anche questa figura scomparsa totalmente, andava in giro, offrendo la sua merce al grido di: — Anticaje e ppietrèlle!
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Reca la sua merce in un canestro o sopra un carrettino a mano, e grida: — Un ber cùcchimo, donnee!
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Va anch’esso per le strade, con la sua merce affastellata sopra un carrettino, e l’offre al grido: — Er pilaro donnee!
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Anche questo giuoco si fa come i due precedenti; soltanto varia in questo, che il giocatore che mandò la sua moneta più distante dal maróne (che in
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Con la sua vocetta acuta è penetrante, grida: — Com’è bbianca ’sta lattuca! — La riccetta, l’indivioletta, la rughettaa! — Come ce ll’ho riccia!
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Per il passato era israelita e per offrire la sua merce si esprimeva così: — Lo sciabbichèllo vivo! — Li sardi da fa aròsto! — Merluzzi e trije! — Er
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Andava attorno la sera, portando la sua merce in una specie di scalda vivande appeso a un braccio, vestiva all’uso dei cuochi, e diceva: — Caldi
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Si mostra per lo più d’inverno, nelle ore pomeridiane. Come il suo collega l’ovaro, entra in tutte le bettole ed offre la sua merce al grido di
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
’ quarche abbito o vestiario de li sua. Perchè nun c’è antra cosa facile per attaccasse come er morsarso.
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Il venditore di abacchi, nella stagione autunnale, e di capretti, in primavera, percorreva la città con la sua cavalcatura munita di due grandi ceste
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
compare o la commare ner di’ er Crédo, bbisogna che stii bbene attenta a nu’ sbajasse; perchè si sse sbaja, quela póra cratura in vita sua sarà
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
tira appresso il suo soldo. Destinato il posto da cui ciascuno scaglierà la sua moneta vicino al ciottolo, si fa l’ordine di successione al tirare. L
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
sta dietro a tutti, il quale rimasto diritto, salta uno per uno i compagni, incurvandosi poi anche lui dopo l’ultimo saltato, mentre il primo alla sua
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Passamano è uno scherzo che si fa ad alcuno per trafugargli momentaneamente un oggetto, passandolo ad altra persona, la quale, a sua volta, lo passa
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Espone la sua merce sopra alcune scalette di legno, nei quartieri più popolari, e grida a squarciagola: — Curete pompieri che vva a ffocoo! E sulle
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
: — Paro o ddìspero? Alla risposta sua, p. es., di dìspero, apre la mano e conta; se il numero è paro vince lui, se dispero vince il compagno. In questo
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
denti quelle due sillabe zzizzì, e ad un’eguale risposta di colui o di colei su cui siede, deve indovinare chi sia. Se indovina, passa la sua benda a
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
possessore chiede al compagno: — Lo vôi? — Magara! — Allora vedemo a cchi ttocca. E avvicinando il confetto alla sua bocca, dice: "Bocca mia, poi alla bocca
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
), chiamate Lanternoni. Egli per invitare la gente a comperare la sua merce, gridava con voce stentorea: — A ccinque una grossata, dieci una pavolata, venti una
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
rimbalzo, va a cadere in terra. Il secondo batte a sua volta; e se il soldo suo va a cadere a una spanna da quello del compagno, vince e se lo prende. Se
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
terra), tira la sua noce o il ciotolo, secondo come si è convenuto, e se coglie il mucchio e lo scompone ha vinto e si prende le noci o le ossa di pesche
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
a ttera. Allora er Senatore, bbôna grazzia sua, je metteva un piede su la capoccia, oppuramente lo mannava via cor un carcio indove se sentiva mejo
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
il suolo, ciascuno fa la sua scommessa sulla faccia che mostrerà dopo caduta, cioè arma o santo. E qui giova avvertire che le vittorie di tutto il
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
in sorte, lancia e’ llécco o pallino (un còccio più piccino degli altri), e gli tira subito dietro la sua piastrélla, procurando di accostarsi con essa
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
, che ffra ll’antri ce n’era uno, vistito d’abbate, ch’annava sempre a ttrova, quanno nun c’era a ccasa er marito, una commare sua. E je lassava
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
paziente, senza abbandonare la sua posizione, chiede: Ce sete? Se è giunto il momento opportuno il secondo capo che dirige il gruppo dei rimpiattati dà
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
, mandandolo più lontano che può. Il compagno, a sua volta, si reca per rilevarlo; e, fermatosi al posto dove il trilló è caduto, prendendo di mira il
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
(scarpa vecchia e logora) e la passa nascostamente al giocatore vicino, il quale la passa a sua volta al terzo, al quarto, al quinto per poi
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
quel tale sta in berlina. Ciascuno gli dice la sua a bassa voce. Uno, per esempio, gli dirà che sta in berlina perchè è cattivo, un altro perchè
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
sua Confraternita. Vestiti — scrive il Belli — di una goffa livrea, o dicasi pure divisa, coi colori della compagnia alla quale appartenevano, i
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
posarse, disse... Che disse?…" e lanciare alla sua volta il fazzoletto sopra ad un altro compagno, ed aspettare anch’esso che risponda con un proverbio
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
pezzòla A cchi nu’ la pijerà Sotto sotto ciannerà" E ciascuno a sua volta deve riprendere il proprio fazzoletto. Chi si scorda di prenderlo, o lo
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
sotto casa sua, je piantava er teatrino sotto le su’ finestre, e lo metteva in ridicolo. Diverse vorte è stato in catorbia, per avè’ mmesso in ridicolo
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
guardaveno Ognuno prese la sua, E ne rimaseno dua. 36. Son bbattuto e sfraggellato, So’ dde spine coronato: Nun so’ omo e nun so’ Ddio Dite un po’ cchi
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
je metteno in pericolo la vita. Apposta è mmejo che in cammera sua ce sii sempre pronto un ber vasétto de matricala, e la partorènte ne deve tiené
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
prestito, per quattro o cinque soldi l’uno al giorno, da qualche loro commare che cercava di mettere a profitto la sua fecondità. Aggiungete a tutto questo
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
guarillo, è de metteje in mano una chiave femmina. Er lupo manaro, appena s’incaja che je sta ppe’ ppijà’ er male, scappa da casa sua, e ssi ccià mmoje
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
traverse delle vie. Le parole di rito erano, a mo’ d’esempio, le seguenti: "Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale De Bernis a S. E. la Signora
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
pò ccede a gnisuno. La seconna bbevvuta va de jura ar Sótto. Potenno er Sótto dispensà’ le bbevute po ccede la sua a ll’antri, facenno caso però cche
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
la bbarba sua. Ariccontanno poi er fatto, dicenno che er tale reggenno l’órmo era arimasto senza bbevuta pò esse che dd’allora sii venuto er detto d
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
zzoppiccà’!". Il diavolo zoppo, una volta uscito di casa, si slancia sui giocatori e tenta di rapirli; ma la mamma fa loro scudo della sua persona
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
compagni: Tirateme. E quelli posano ciascuno la pallina sul limite, ossia su quel segno stabilito. La conta, a un palmo dalla buca, tira con la sua
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
picchio al posto di quello del compagno. Chi non sa prenderlo sulla mano, lo deve trascinare mentre gira con la sua sparacina sino a toccare, o meglio
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
sempre de fa’ quarche bbuscarata grossa pe’ fà’ addannà’ quarcuno, e ffasse quattro risate majùscole a la bbarba sua. Va ccon sé, che essenno le
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Tresteverina, una Monticiana, una Regolante, sposava controggenio un giovinotto che in tempo de vita sua nun avesse avuto che ffa’ cco’ la ggiustizzia
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
tutte le carozze, e la sua nun se vedeva. Finarmente er su’ cucchiere, ch’era ito a bbeve, se presentò ccome si nun fussi stato fatto suo. Er
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
’anima sua va a sprefonnasse in de l’inferno; bbisogna, quanno morimo, che sse famo ariccommannà’ ar beccamorto, che, in der seppellicce, ce cali sotto
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
o di altra donna sua amante. Ciufèca: Vino cattivo. Coccolà’: Lusingare, carezzare. Còfeno: Cappello. Còla: Spia. Commare sécca: La Morte. Confettà