USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Così gridava, ancora pochi anni or sono, il venditore di focaccine all’essenza di rosmarino.
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La canoffièna è formata da due funi che in alto sono raccomandate a una trave, o anche all’architrave d’una porta, od altrove, e in basso sono legate
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Sono contadini marchigiani. Nel passato vendevano quei lunari chiamati li buciardèlli, e andavano gridando: — Lunari in foglio, e lunari a libbretto
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Si trascina dietro un piccolo carrozzino sul quale sono riposti gli utensili del suo mestiere, e grida con voce lamentosa: — Chi ccià ttigami
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’Angeli ce sono Si (e qui nominano una delle loro compagne) se rivoltasse E un bell’ angelo la bbaciasse! Piena di rose, piena di fiori, Bella zzitèlla
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Vendono fasci d’arbusti da ardere, razzolati nelle siepi a traverso a mille disagi, nelle brume del dicembre. Sono poveri contadini che vanno curvi
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È inutile parlarne. Sono tante le grida dei giornalai e così diverse, che per enumerarle tutte non mi basterebbe un’altra metà del presente volume. E
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Divertimento ginnastico che i ragazzi fanno innanzi le bande musicali allorchè sono in marcia, allargando le braccia in croce e piegando di slancio
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Friuli, vanno per Roma gridando: — Moscia, moscia: oh fusaglia dolce: Mosconi, ragazzi! Sono i così detti mosciarellari o fusagliari che vendono castagne
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È quasi identico al giuoco precedente. Avvi soltanto qualche piccola differenza. A la guerra francese i prigionieri sono, a mo’ d’esempio, rinchiusi
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, allora è ssegno sicuro de temporale. Ma nun è gnente; a le vorte, er sôno solo de le campane de le cchiese, abbasta a scongiurallo.
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Identico al giuoco Mio bel castello. Gli ambasciatori sono due e stanno a una certa distanza dagli altri fanciulli che formano catena tenendosi per
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piedi di tutte le Madonne che sono sui cantoni delle strade di Roma".
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(della figura del sovrano). Se il compagno l’indovina vince il soldo. Vi sono alcuni ragazzi abilissimi, i quali, osservando attentamente la testa del
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Esse de casa Strozzi: Fare lo strozzino. " de Bassanèllo: Di bassa taglia. " de razza Schiavetti: Come sopra. I piccoli cavalli sono detti Schiavetti
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stesse scalette anni sono eravi scritto, p. e.: "Venite da Riccétto Che vi rinfresca il petto: Cocommeri sotto il ghiaccio Una fétta un bajoccaccio
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cchi un antro. Chi ddice che vvonno intenne: Sempre Papi qui regneranno — o anche: Sempre preti... — Oppuramente: Sono preti questi romani. — Oppuro
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Uno fa da venditore di cocuzze o di cocommeri, i quali sono rappresentati da un certo numero di giocatori. Viene un compratore e cerca d’una buona
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Il numero dei giocatori deve essere sempre paro. Se, per esempio, sono in otto, quattro di essi fingono di fare un mestiere, sempre però alla muta
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porte sono uperte, per chi cce vôle entrà’. Ed i compagni vi passano. L’ultimo di essi viene però fermato da uno dei capi- giuoco, il quale gli domanda
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invece va più distante, tocca di nuovo a battere alla conta, o se sono più di due, al terzo, al quarto, successivamente.
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sôno de ’na campana. Appizzò l’orecchie, se fece coraggio, e cco’ l’annà’ a le tacche a le tacche appresso ar sôno che ssentiva, arivò a pponte Lóngo
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da povèti, o sse giôcava a mmòra. La sera s’aritornava a Roma ar sóno de le tammurèlle, dde le gnàcchere e dde li canti: "A la reale, L’ottobbre è
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nascondiglio. Allorchè si sono nascosti, gridano al compagno che li deve trovare: Ti vedoo! Questo si mette in cerca, ed appena ne scorge uno, grida: É rotto
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La Mazza-fiónna è un piccolo ramo di bossolo fatto a forcella a guisa di una Y, alle cui estremità superiori sono assicurati due pezzetti di
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libro sui giuochi de’ Greci), al giorno d’oggi se ne sono stampati di questi libri tanti da formarne una bibliotecola. Non sarà dunque discaro ai cultori
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giuoco, comunissimo anche fra gli adulti, è pure chiamato: A cchiamà’ ll’oste, per la ragione che il perditore o i perditori sono condannati a pagare
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’aristocrazzìa, je se portaveno in forma magna, accompagnati dar sôno de la tromba, da servitori in gran riverèa... C’era una strada appositamente, via de li
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protettore de li fravolari. Appresso a llui, tutti li fravolari, vestiti de festa, annàveno cantanno ar sôno de la tamburella, un sacco de ritornelli
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Erano (e lo sono ancora) una specie di servi ecclesiastici delle fraternite di Roma, poichè ogni arte, mestiere e condizione di uomini ha in Roma la
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La presente raccolta di rimedi simpatichi, come suole chiamarli il popolo, ed anche delle altre tradizioni che ho pubblicato o che sono in corso di
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, e in cambio mandan loro una compagna. E il giuoco seguita fino a che essi son tutti passati, o meglio si sono ceduti ai due primi, meno due di loro
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deridono i compagni che sono condannati all’inferno, loro dicendo: Tappo de cacatore, o altre parole di scherno.
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essi fuggono inseguiti da lui, che, per i suoi acciacchi, non giunge ad arrivarli. I suoi nepoti intanto si sono sparsi di qua e di là, sulla strada
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dirà: è un marangòne. Per la ragione, che molti anni or sono in Roma un certo Marangoni, ebanista, costruiva dei mobili da poco prezzo, i quali non
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, e accusì ppuro le viggije commannate. Quanno in quaresima, verso sera, sentimo un certo sôno d’una campana, dimo pe’ pproverbio: — La campana sôna a
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frode è la seguente. Mentre tutti sono intenti a giuocare, uno dei componenti il giuoco fa scirpa, ossia ruba lestamente tutto il danaro degli
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stampèlle io sono, tre moglie, quattro figli, cinque nipoti, sei anni d’abbondanza, sette de carestia. Donna, dammi un cavallo; ché il re di Portogallo
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pallina, e ognuna che ne coglie se la prende. Alla lor volta, le Palline che non sono state colte, dal segno in cui si trovano, devono essere dai loro
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particolarmente i romani, hanno delle cantilene che presso a poco sono dello stesso carattere delle voci spagnuole. Si direbbe — egli osserva — che l
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, che sono il segnale di nuove busse, i giocatori fuggono e vanno ad appiattarsi di bel nuovo, inseguiti dal primo che li picchia dove coglie coglie