USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Si prendono, un dopo l’altro, i ditini del bambino, e per ciascuno di essi si dice: Questo (il pollice) dice: Ho fame; Questo (l’indice) dice: Nun c
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Anche questo giuoco si fa come i due precedenti; soltanto varia in questo, che il giocatore che mandò la sua moneta più distante dal maróne (che in
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Dal giorno dell’Ascensione in poi questo venditore, quasi sempre un contadino marchigiano, va la mattina, vendendo la gioncata che tiene in un
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Anche questo è un ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma, grida vendendo semi di zucca secchi: — Bruscolini: chi vvô er
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la boccuccia, e ultimo il nasino, accompagnando ogni singola indicazione con queste parole: "Questo è ll’occhio bbello, Quest’altro è ssuo fratello
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ppistàtela bbene bbene in der mortale. Fatto questo mettétela accusì ppistata in d’una pezza de bbucata. Poi pijate du’ bbicchieri: uno pieno d’acqua, e
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È un giuoco identico al precedente. La differenza sta solo in questo, che cioè il mucchio di soldi invece di porlo in terra si pone in bilico sul
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Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una
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Annate a San Lorenzo, pijate una bbôna fatta de quela tera che stà accanto a le cróce; empìtece un vaso granne o un cassettone. Fatto questo
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A chi va la conta, prende il mazzaròcco o la mazzaròcca (vedila al gioco Morè- morè); poi invita il compagno a tirare a pari e caffo; se questo nel
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Si giuoca alla Mora soltanto dagli adulti, in due, in quattro ed anche in più. Per mezzo della conta si scelgono o si fanno i compagni. Questo giuoco
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ad una terza e così via via. Con questo giochetto — dice il Belli, in una nota de’ suoi Sonetti — quando a piazza Navona eravi il mercato, un cocomero
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Pijate un po’ de schertro de bbove ffrésco, mettetece un po’ dd’acéto, facennóce come un impiastro. Fatto questo, spannétene un po’ sopra una pèzza
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: — Paro o ddìspero? Alla risposta sua, p. es., di dìspero, apre la mano e conta; se il numero è paro vince lui, se dispero vince il compagno. In questo
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: orecchino d’oro, cucchiaio d’oro, spilla d’oro, tutto deve essere d’oro. Fatto questo il capo-giuoco si mette a sedere a fare da mamma, e il giocatore
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misure, tutte le bbevute ggià ddispensate e incora nun consumate arientreno in proprietà dder Padrone, si a questo je pija l’estro de ricramà er vino
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Un antro modo sicuro per avè’ ttre nnummeri bbôni è questo. Se va dde notte sóli soli, e ddicenno l’orazzione, insinenta a la Marana de San Giorgio
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"Giuoco di società. Una persona bendata va in giro assidendosi, or qua or là, sulle ginocchia di questo o di quello. Proferisce col solo sibilo dei
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coglie il momento propizio per appoggiare un ceffone a ciascuno de’ suoi due colleghi. Ma questo più che un giuoco è uno scherzo.
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In questo giuoco le bambine che vi prendon parte riproducono tutti gli usi che accompagnano la nascita di un bambino. Una delle fanciulle si mette un
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Tutte le vigilie delle feste dei Santi e delle Madonne, in cui si era soliti illuminare le finestre delle case, questo venditore andava in giro per
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fa ’na fattura potente e fforte Che nu’ la possi lasciare fino a la morte". Qui ppoi se lega er fazzoletto e sse seguita a ddì’: "In questo modo té
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Passatempo fra due bambini. Il primo dice al compagno — Sei stato alla vigna? Questo risponde: — Sì. E l’altro: — Hai visto la scimmia? E il secondo
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Alla nota 5 del sonetto: Li bballi nôvi il Belli così descrive questo giuoco, ancora in voga. "Fra i molti saporiti giuochi praticati in Roma, anche
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. Pe’ lo ppiù se fa ddisperà’ quarcuno cor mannallo a ffa’ un’ imbasciata da un amico che è ggià d’accordo pe’ mmannallo da un antro, e questo da un
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quaranta ggiorni e ’na sittimana". E ppuro questo nun zara mai. "E ssi ppiove pe’ li quattro Aprilanti Ppiove quaranta dì dduranti".
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pronunciando e battendo, mentre col dito si tocca or questo or quel pugno di chi vi tiene nascosta alcuna cosa da indovinarsi in quale dei due si trovi. La
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strapassati, senza che a Roma je sii volata ’na penna; va bbè’ cche ttutto questo è ssuccesso pe’ promissione der Cèlo!).
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nascondiglio. Allorchè si sono nascosti, gridano al compagno che li deve trovare: Ti vedoo! Questo si mette in cerca, ed appena ne scorge uno, grida: É rotto
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-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì-ri-bbì! A questo bbì più spiccato, se il capo-giuoco si siede, tutti devono cercar subito di prender posto in una delle
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Adesso se ne vede qualcuno raramente; ma prima il Sabato santo, nella mattina, questo venditore andava con un carrettino colmo di fiori e di erbe
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’adesso. — Allora la volete accusì? ecc. Insomma tutto il giuoco consiste in questo: chi va a contrattare la pila, non si deve mai lasciar fuggire di bocca
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ginocchio, a ddì’ er Trisaggio angelico che sse recita segnànnose la fronte, er naso, e la bbocca: Sanctus Deus, sanctus fortis... e questo pe’ ffa’ ch’er
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È un giuoco che per lo più si fa da sole fanciulle. Esse si prendono per mano e formano circolo. La mamma, fuori di questo, gira loro intorno dicendo
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al lécco. Gli altri giocatori, l’uno dopo l’altro, lanciano la loro, sempre con lo stesso scopo; e chi si avvicina di più al lécco vince. Questo
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per le campagne e seppelliti per l’amor di Dio in questo santo loco.
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uno dei suoi colleghi, questo è obbligato a prendere il suo posto; e così via via.
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giro e le parole di questo. Per esempio: "Se st’a mmette la corvatta" (bis). e così fino a che il diavolo zoppo non finge di uscire da casa. Soltanto che
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questo, quasi capo e conduttore loro, era un Romito, vomo spirituale, vestito alla Turchesca, portando alla spalla manca un crocifisso, e nella sinistra
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appresso se cala er vino a mmano a mmano, in modo che fformino come ttante canne d’orgheno o scalini, apposta er giôco se chiama accusì. Fatto questo
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acchiappare uno dei compagni prima che sia giunto dalla mamma, questo è obbligato a mettersi al suo posto; se no, si deve rimettere in ginocchio egli
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nascondere. Allora il paziente si alza, e se riesce a scovare e indovinare colui che lo ha colpito, questo prende il suo posto per ricominciare il
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’". Il comico del giuoco sta in questo, che mentre la conta cerca la ciavatta presso un giocatore che suppone la tenga nascosta, se la sente sul meglio
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diventano birri essi, e i birri ladri. Allora il giuoco ricomincia. Questo giuoco ha molti punti identici alla Guerra francese.
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pangrattato. Fatto questo, s’upriveno li cancelli, e lo sposo, rimesso in libbertà, cercava de svignàssela in sur subbito assieme a la spósina, pe
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affetto. Fatto questo, ogni quinnici ggiorni, fate imbriacà’ ’sta bborzetta mettennola a mmollo in un bicchier de vino. Quer vino poi se deve bbuttà’ ppe
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’acquavita. Un antro rimèdio, che ffa una mano santa, è questo: Pijate un osso de pèrsica, mettételo su la cennere calla a riscallà’, e ppoi mettétevelo in
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quello, p. e., risponde: Quello che m’ha ddetto che ttartajo. Questo allora è obbligato a rivelarsi e ad andar lui in berlina. Allora il giuoco
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questo se chiama bbuttata. Le deta bbuttate se tiengheno ferme, senza ciriolà’ insinenta che nun so’ state contate tutte, e ffatta la somma; e ddoppo
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nascosta sotto il mucchio scoperto. Il divertimento di questo giuoco sta nel vedere gli atteggiamenti di coloro i quali nell’annusare i mucchi ne