USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
La prima notte de lo sposalizzio, quanno li spósi vanno a lletto, er primo de loro dua che smorza e’ llume, quello môre prima. Se dice anche che
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È un giuoco che non ha regole. La conta o il capo-giuoco, fa da Toro e gli altri da giostratori. Ora si fa raramente; ma prima era comunissimo ed
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la loro serietà. Colui il quale ride prima è il perditore.
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Roma aùseno d’annacce la prima domenica de maggio, in carozza o ssu li carretti, a facce una scampagnata. Prima se va a vvisità’ la cchiesola, doppo
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Pe’ ’sto ggiòco, vvedi in de ’sto medemo libbro le: Regole p’er giôco de la Passatella. Prima che io le spubbricassi, a Roma, se diceva che ’ste
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Bagnateveli bbene bbene cor piscio callo, prima de ficcavve in de’ lletto. Fatelo pe’ quattro o ccinque sere de seguito, e vvederete che vve se
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Quanno una persona da granne cià er vizzio in atto de rabbia de strappà’ la prima cosa che je capita i’ mmano, è ssegno che quann’è nnata, è stata
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bbulliture d’acqua de dìttimo grèco e capomilla. S’intenne che vvanno bbevute la mmatina prima de magnà’.
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Due fanno a pari e caffo. Il perditore, ogni volta che sbaglia, riceve dall’altro un tuzzo, cioè un forte colpo dato sulle spalle, prima con la punta
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le fa cadere perde la cosa tirata o si busca anche una certa quantità di tuzzi, secondo come si è convenuti prima di cominciare il giuoco.
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Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una
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Si può fare a Pallina in due, tre, quattro, cinque, ecc. Si fa prima una bucia in terra, e a una certa distanza un segno o limite, in cui devono
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Due ragazzi, tenendo un pezzo di corda uno a una estremità e uno all’altra, o formando con lo spago una specie di sega che ricavano dalla prima
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seguente: Si fa prima la conta. A colui cui tocca il punto al conto convien bendarsi gli occhi con un fazzoletto: così bendato si chiama Gatta-céca. Il capo
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Pe’ li taji a le deta o in quarche antro sito, nun c’è antro, prima de tutto, che de sprémésse bbene er sangue dar tajo; e ddoppo poi stagnallo co’ l
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Fôra de porta Pia, passata Sant’Agnesa, a la stessa mano de la cchiesa e gguasi de faccia a la trattoria de Màngheni, prima c’era come una scesa e
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invece chi cce s’àpprica sur dolore le tevole der tetto prima infócate e poi invortate in d’una pezza de lana. E cchi cce mette sopre un impiastro d’una
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. S’intenne che ’ste visite annerebbeno fatte a ppiede, come ausava prima, e cciancicanno l’orazzione.
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Le vipere e le serpe velenose, quanno vanno a bbeve, prima de bbeve depositeno sopra un sasso er veleno che cciànno in bocca, per ringozzasselo doppo
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indovina in quale delle due mani si racchiudono i céci o i bruscolini, vince questi, o ciò che è stato convenuto prima di cominciare il giuoco.
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Nelle ore pomeridiane della domenica, un’ora prima di cominciare nelle chiese la spiegazione del catechismo, solevano i parrochi mandare in giro per
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una precissione. Speciarmente in dell’ottavario der Corpus Dommine che era la prima precissione che ddava la smossa. Otto ggiorni prima de la
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, casa affortunata". La prima notte che ddormite a ccasa nôva, si vve fate un insogno e ccé pijate li nummeri, vincerete a’ llotto de certo.
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birichini, già d’intesa fra loro, circondano per sorpresa il primo ragazzo o la prima persona che s’imbatte sul loro cammino, e facendogli intorno la
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Passatempo che si usa fare ai fanciulletti per trastullarli. S’indica prima un occhio del bambino, poi l’altro; poi un orecchio, quindi l’altro; poi
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L’urtimi che cce so’ avanzati, adesso l’hanno confinati su la piazzetta de Tor de Specchi. Prima invece staveno a ppiazza Montanara e a Ccampo de
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Avete fatto mai caso, prima d’entrà’ in de la cchiesa de la Bbocca de la Verità, a quer faccione granne granne, tónno, tutto de pietra, co’ quela
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Pe’ ffa’ ppassà’ er pallóne a le craturélle in fasciola, la prima cosa è dde metteje subbito er cintarèllo o un sospensorio. In der medemo tempo però
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quaranta ggiorni prima d’uscì’ dda casa; ma queste so’ ccaricature de le signore. Quanno la donna ch’ha ppartorito stà a lletto cinque o ssei ggiorni, j
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Me l’aricordo puro io. ’Sto felomeno che dda tanto tempo nun succedeva ppiù è aricacchiato prima der 20 settembre der 1870, e ppuro fino a quarche
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Otto giorni prima, per le strade che dovevano essere percorse dalla processione, passavano i Mannatari delle varie confraternite, a due a due con
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Adesso se ne vede qualcuno raramente; ma prima il Sabato santo, nella mattina, questo venditore andava con un carrettino colmo di fiori e di erbe
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cipolle, d’aji, de nastri de tutti li colori e dde carote. Era un divertimento, dice, accusì bbello, che cce cureva a vvedello tutta Roma sana. Prima de
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sopra — ne volete un’antra cusì? — Macchè! — E si nu’ la volete accusì grande; allora come la volete accusì? — Fra la misura de prima e quella d
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sotto a la testa, prima de pijà’ sonno. In ’sto modo er dolore nun ve pija ppiù. Si uno poi s’addormisse sotto una pianta d’aleandre, quelle piante
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lui er vino. Er Sótto però si è asperto der giôco, prima de dà’ o dde negà’ la bbevuta dice ar Padrone: Consumate la vostra riserva, e allora er
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Li regazzini, mentre dormeno, se pìsceno sotto, si in de la ggiornata o in de la serata prima de corcasse, hanno tienuto in mano un prospero acceso
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prima stella che vvedete apparì’ in cielo, diteje accusì: "Stella der mare turchin celeste, Fa cch’er core de chi mm’ama stii in tempeste: Stii in
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Prima der settanta, e ppuro quarch’anno doppo, la mmatina de la festa de San Martino, che vviè’ a li undici de novembre, guasi tutti li cornuti
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mette’ sotto ar cuscino prima d’addormisse. La mmatina, ammalappena sveje, ne deveno pijà’ una a l’inzecca. Si la fava ch’hanno pijata cià ttutta la
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quella certa quantità di vino, che, prima di cominciare il giuoco, è stata convenuta.
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pizzico de zucchero. Fate bbulle tutto quanto assieme; e bbevétevelo callo, prima d’annà’ a slòffe, pe’ ttre ssere de séguito. Oppuramente fate un
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: Commannate, s’intenne pe’ sta parola che quell’antro è stato fatto Padrone. Attenta bbene ch’er Sótto se caccia sempre prima der Padrone. Quanno la
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sse n’accorghino, quarche ggoccia d’acqua der fiume Ggiordano, ossia de quer santo fiume che stà in Terasanta. È indificile a precurassela com’era prima
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regazza se metteva a ffa’ l’amore, la prima cosa che arigalava ar su’ regazzo era er cortello. Anzi, a ’sto preposito, sempre a ttempo mio, veh?, una
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cicuta, fateli scallà’ a ffôco lènto lènto; poi passateli drento una pezza de bbucata, e riponeteli in d’un bicchierino. La sera, prima d’annà’ a lletto
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elemosine, precedeva i convogli funebri, a brevi intervalli in tono lento e patetico, andava gridando: — Zedacà! la mizvà! La prima di queste parole
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margini laterali, altrimenti il tiro è nullo, e bisogna ricominciare da capo. Poi rigetta il sassetto alla seconda e salta dalla prima alla seconda
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cerchietto nero. Allora, a cchi pprème la salute, la prima cosa che ddeve fa’, appéna nun se sènte sicónno er sòlito suo, è dde pijasse un bon
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mano. Nell’andarsi all’incontro, prima gli uni e poi gli altri, canticchiano: — Ecco l’imbasciatori Ombrill’ombrill’ombrèlla! — Cosa volete, Ombrill