USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Si piglian le due manine del bimbo, e si battono palma a palma dicendo marcatamente: "Sbatti le mano ch’ècco la micia, La spagnôla senza camicia: La
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Quanno rode la parma de la mano dritta, è ssegno che uno deve pijà’ quatrini; allora è mmejo a cchiudella e a mmettessela in saccoccia. Quanno invece
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Giuoco che consiste nel ripigliare col dorso della mano o le nocciuole o le noci o le monete che si son tirate in aria con la stessa mano. Colui che
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Reca la sua merce in un canestro o sopra un carrettino a mano, e grida: — Un ber cùcchimo, donnee!
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Uno dei giuocatori chiude nel pugno una certa quantità di brecciolini, di vaghe di caffè, di riso o altro; mostra la mano al compagno e gli chiede
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Oppuramente se fa mmisuranno da li detini de le mano a la punta der naso, sempre cor parmo de la mano, una vorta a annà’ in su, e una vorta a vvienì
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Si agguantate una strega cor sorcio in bocca o ppe’ ccapisse mejo, sur fatto, e l’agguantate pe’ li capelli, lei ve strillerà: — Che ttienghi in mano
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È comunemente un contadino marchigiano. Porta sulle spalle un fascio di scope e di spazzole, ed in mano delle serte d’agli: — Lo scoparoo, ajaroo!
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li vegga, da una mano all’altra, presenta al compagno i due pugni chiusi chiedendogli — A la mano de Papà; indove stanno, o qui o qua? Se quello
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Un numero non piccolo di fanciulli e fanciulle fanno ruota prendendosi per mano e, mentre girano, canticchiano: "Palazzo, palazzo vergine, Che ll
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Lacero, con il sacco sulle spalle, si fermava ad ogni tratto di strada, poneva la mano all’orecchio, e con voce gutturale, gridava: — Aèoo! Grida che
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porta addosso; p’er solito der zinale. Poi cor parmo de la mano, s’incomincia a mmisurà’ da un capo a ll’antro der télo, e a ’gni parmo se dice
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’ ffamija, saliveno la scalinata de San Pietro in ginocchione, tienenno in de le mano una cannéla accesa.
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costa un sordo. Basta a ttienesse in bocca una cìca, o un mozzóne de sighero che sia. Credeteme a mme, è una vera mano santa.
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mano santa. Pijate un sorcio, ammazzàtelo, pulitelo bbene, côcételo, o arosto o in un antro modo, poi magnàtevelo, e l’incommido de l’allèntaménto ve
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li riccoja, li bbutti ar gèsso e ppoi ce pisci sopre. Pe’ ppreservasse da certe fatture, fa una mano santa, a ttienè’ ssott’a’ lletto er treppiède.
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Quanno da le mano ve cascheno li bbajocchi oppuramente quarch’antra cosa, è ssegno che ssete desiderato da quarche ppersona. Accusì ppuro una persona
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Va attorno con un gran canestro appeso al braccio, o con un carrettino a mano, e urla come un dannato: — Le pataaate! Le cucuzzee! — A 20 a ppavolo
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Se metteno li porzi de le mano intinti in d’una cunculina d’acqua giaccia, e cce se fanno sta’ un quarticèllo. Si er dolore nun ve passa, mettete li
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tavolo, stando naturalmente seduti. Quindi chi l’ha prima, cioè più in fondo, la tira fuori, e la posa sulla mano più alta; così con movimento continuo
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mano co’ la su’ médéma spilla. Si nun fate accusì, ddiventerete nemmico de quela persona, oppuramente ce litigherete o cce passerete guaji serî. C’è un
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mano. A ogni giro la mazzaròcca deve aumentare di forza.
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Fôra de porta Pia, passata Sant’Agnesa, a la stessa mano de la cchiesa e gguasi de faccia a la trattoria de Màngheni, prima c’era come una scesa e
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Passatempo che consiste nell’indovinare quale è il millesimo di una moneta da un soldo che lo scommettitore tiene in mano dalla parte dell’arma
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Papa lo malediva er palazzo Colonna tremava. (L’ho inteso io in persona; perchè dda regazzino ciannavo co’ pparecchi antri regazzi a appoggià’ la mano
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quale tutte le volte che si presenta davanti al re è obbligato a salutarlo, battendo la mano sinistra nel braccio destro, il quale deve correre anch
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Un ragazzo grandicello si carica sulla schiena un bambino, tenendone le braccia attorno al collo, e sorreggendogli con ciascuna mano le cosce e le
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Altro passatempo che si fa tra due fanciulli. Per esempio uno di essi ha in mano qualcosa di buono, supponiamo un confetto. Colui che ne è il
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donna d’età, je fa una mano santa la triaca.
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bboccaccia larga larga che sta a ddritta de chi entra, sotto ar portico de la cchiesa? Mbè’, a quer mascherone, dice, che si uno prova a mmetteje la mano
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’st’operazzione, v’assicuro che vve sentirete mejo. Pe’ gguarì’ dda li dolori pe’ ll’ossa, dicheno che ffacci puro una mano santa a appricasse su la
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addannate. Allora pe’ ffalle ride e trastullalle je se pija la parte indolenzita, je se strufina sopra co’ la mano, e je se dice: "Guariscia guariscia
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Uno fa da capitano, da sergente o da caporale, e gli altri giocatori fanno da soldati tenendo in mano invece del fucile una canna, un manico di scopa
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mano, o anche senza la bacchetta, e recita la seguente filastrocca, toccando successivamente, con la bacchetta o con l’indice della mano destra, a ogni
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volta una forma di cacio), attorno al quale disco si avvolge una funicella, la cui estremità è tenuta in mano dal giocatore, per lanciarlo con più
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funicella chiamata sparacina, che, sfilandosi dalla mano del giocatore serve a far roteare lo strumento stesso. Questa funicella ha un’estremità a guisa di
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sbattuto, oppuramente un po’ d’amido fatto a impiastro o un po’ dde strutto sopra un pezzo de cartastraccia. Jé fa ppuro ’na mano santa a appricacce
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’un uovo simile che tiene in mano l’avversario. Colui, il cui uovo si frange all’urto, perde il giuoco; e ciò dicesi fare a scoccétto".
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i giocatori si prendono tutti per la mano, e girano attorno attorno alle sedie. Il capo-giuoco, nel girare, dice: — Ci-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì
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che si vuol lanciare. Il giocatore, tenendo l’estremità inferiore del ramo con la sinistra, con la mano destra tende la corda come se fosse quella dell
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stola cor crocifisso in mano lo ’sorcizzi. E allora l’indemognato rifà’ er diavolo da la bbocca, sotto forma d’una serpa, d’una nòttola, d’una treccia de
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È un giuoco che per lo più si fa da sole fanciulle. Esse si prendono per mano e formano circolo. La mamma, fuori di questo, gira loro intorno dicendo
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hanno da stà a ssede’ ssur soffietto, co’ la loro bbrava fittuccia in fronte e la cannela in mano. Passata la festa, quela fettuccia che pporta
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Li regazzini, mentre dormeno, se pìsceno sotto, si in de la ggiornata o in de la serata prima de corcasse, hanno tienuto in mano un prospero acceso
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tutto in d’un bòtto una bberva. Je s’allóngheno li capélli, e je créscheno l’ógna de le mano e de li piedi come si ffussi una bbèstiaccia. Se bbutta
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Parecchi fanciulli e fanciulle siedono sopra un banco, avvicinando palma a palma e tenendo queste serrate in mezzo alle gambe. La mamma ha in mano
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’Sto bbarsimo che se chiama der Sudario perché da tanti anni se vénne a Roma in via der Sudario, da un cèrto Pàperi che l’ha inventato, è una mano
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"Quando il mandataro della Compagnia Israelitica della Morte, per le strade del Ghetto, con in mano un bussolotto di ferro per raccogliervi le
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cche in punta cià ccome un speroncino, e lo tireno forte uno de qua uno de llà. A quello de li du’ scommettitori che j’aresta in mano la parte de la
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Quanno ve se fanno nere l’ógna de le mano, e cciavete l’occhi sbattuti e accallamarati, e la lingua spòrca, allora è ssegno che nun ve sentite troppo