USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
È inutile parlarne. Sono tante le grida dei giornalai e così diverse, che per enumerarle tutte non mi basterebbe un’altra metà del presente volume. E
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Gira con la sua caldaia colma di castagne e grida: — So’ ccalle che bbùlleno!
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Con uno o due canestri appesi alle braccia, grida a squarciagola: — Ce ll’ho dde vigna le lumaachee !
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Reca la sua merce in un canestro o sopra un carrettino a mano, e grida: — Un ber cùcchimo, donnee!
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Si mostra nell’estate, sospinge un carrettino dipinto a vivaci colori contenente la sorbettiera, e grida: — Che rosso d’ovoo, che gelàa’!
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Con la sua vocetta acuta è penetrante, grida: — Com’è bbianca ’sta lattuca! — La riccetta, l’indivioletta, la rughettaa! — Come ce ll’ho riccia!
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Va spingendo un carrettino tutto adorno di specchi, di carta fiorata, di immagini di sovrani, ecc. Egli grida con voce nasale: — Nocciuoline
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È abruzzese. Va curvo per il peso di una canestra nella quale porta una quantità di utensili da cucina, e grida: — Peparóle e cucchiaaà! — Schifiètte
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Da noi si chiamano anche caterinóne e mmandoline. Ed ecco perchè nel venderle il venditore grida: — Caterinonee grossee e tteneree: so’ der giardino
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Si trascina dietro un piccolo carrozzino sul quale sono riposti gli utensili del suo mestiere, e grida con voce lamentosa: — Chi ccià ttigami
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Anche questo è un ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma, grida vendendo semi di zucca secchi: — Bruscolini: chi vvô er
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Lacero, con il sacco sulle spalle, si fermava ad ogni tratto di strada, poneva la mano all’orecchio, e con voce gutturale, gridava: — Aèoo! Grida che
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Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua
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che dir si voglia. Siccome in questo giuoco non v’è tana per riposare, allorchè il giocatore rincorso è stanco si ferma e grida: Co’ le bbône o pace
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uno di essi è rimpiattato, il secondo capo grida: Fôco fôco!, e quando esso se ne allontana, grida invece: Acqua acqua! Il primo compagno scoperto, va
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falso od in luogo pericoloso, le si grida: "Fôco!".
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Espone la sua merce sopra alcune scalette di legno, nei quartieri più popolari, e grida a squarciagola: — Curete pompieri che vva a ffocoo! E sulle
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gambe, va attorno e grida, p. es.: — Carbonaro! Chi vô er carbone? Un compratore finge di volerne un soldo e gli dice: — Me ne date un bajocco
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che parla la grida dei fanciulli perduti. Una turba di ragazzi preceduti da una croce percorrevano le vie annunziando che un bimbo o una bimba non
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nascondiglio. Allorchè si sono nascosti, gridano al compagno che li deve trovare: Ti vedoo! Questo si mette in cerca, ed appena ne scorge uno, grida: É rotto
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Fusajaro grida: — Mosciarellaro, fusagliaro! E più comunemente — Fusaja dorce!
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compratori. Ma comunemente grida: — So’ ccanniti le péra côtte bbônee! A’ miei tempi eranvene alcuni che alla voce stupenda accoppiavano la virtù d
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ritirare. Qualora la pallina lanciata urta o inciampa in un sassetto, in un piede di uno spettatore, ecc., e il proprietario di essa grida subito: Moi
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che teneva tra le ginocchia, e grida con quanto fiato n’ha in góla: "Curete da mamma; ché ’r cane è sciorto!". Se il fanciullo sguinzagliato riesce ad
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nascondersi di qua e di là. Il loro capo a un certo punto grida: Vado dar fornaro, compro er pane; dar pizzicarolo, compro salame e presciutti: libbertà per
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’ rossi? — Sì. — Se màgneno? — Sì. — Allora so’ ccerase? Se indovina, la mamma grida: Mena mena! E i giocatori a fuggire e a nascondersi per non farsi
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che l’uditorio ingrossava egli alzava la voce... I barbereschi in Carnevale, presti ad afferrarsi alle criniere dei cavalli, emettendo grida selvagge
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, ora via del Lavatore. Potete immaginare, da simili congreghe, le continue liti, le grida, le contumelie e gli esempi di bel parlare che ne venivan
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grida monosillabiche: Du’! Quatr’! Un’! Tre! Se’! Cinq’!… Animati da questo trastullo, che spesse volte finisce con litigi, tanto è facile e disputabile
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grida: cucchiai e catini E l’altro strilla: forbicette fini. Senti uno che dice: canestri canestri, Odi l’altro che grida: lino lino; Uno che si vanta di
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. Bianca la noce!: Far fiasco in segno sconcio. Grida del venditore di noci. Bicchiere: Ano. Farsi arrotà’ er bicchiere, vale..... Bigónzi: Calzoni