USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Scherzo che si fa ad altri prendendogli il mento fra il pollice e il medio, e premendogli intanto le labbra con l’indice.
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Fanno a gara fra ragazzi o ragazze, a chi salta più scalini della scala di casa, di un palazzo, di una chiesa o di altro.
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Passatempo dei fanciullini, i quali prendono un manico di scopa, un bastone qualunque, e mettendoselo fra le gambe, camminano sopra di esso, fingendo
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Scherzo che fra due ragazzi il piú furbo fa all’altro, dicendogli: Io dico mi’ padre è ggale 1; tu dì mi’ padre è gale 2, infino a 8. E proseguono
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, Marcondìrondirondà". E gli avversari: "E noi ce l’arimetteremo, Marcondìrondirondà". Cantilena che seguita a piacere fra i contendenti, finchè non si viene
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Il capo-giuoco siede, in modo di trovarsi situato fra due suoi compagni. Egli, fingendo di cucire la suola di una scarpa, tira lo spago, slargando le
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Passatempo fra due bambini. Il primo dice al compagno — Sei stato alla vigna? Questo risponde: — Sì. E l’altro: — Hai visto la scimmia? E il secondo
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birichini, già d’intesa fra loro, circondano per sorpresa il primo ragazzo o la prima persona che s’imbatte sul loro cammino, e facendogli intorno la
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stringe lievemente il nasino fra il pollice e l’indice agitandolo come se fosse un campanello.
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finiva col fare la guetra, giuoco che si usa spesso fra i nostri ragazzi.
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Indovina, indovinarèllo: A cchi cc’indovina je do un anèllo. 1. Vé lò dico, vé l’ho ddetto, Vé lò torno a ddi’ dde nôvo, Fra le donne m’aritrovo. E
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Se faceva tanti anni fa a Ccampovaccino, accanto ar tempio in Pacé, la dimenica e ll’antre feste commannate. Là fra Tresteverini, Monticiani
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sopra — ne volete un’antra cusì? — Macchè! — E si nu’ la volete accusì grande; allora come la volete accusì? — Fra la misura de prima e quella d
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giuoco, comunissimo anche fra gli adulti, è pure chiamato: A cchiamà’ ll’oste, per la ragione che il perditore o i perditori sono condannati a pagare
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passava anno ch’er sabbito santo, a San Giovanni Latterano, de ggiudii se ne bbattezzaveno fra ommini e ddonne, sempre quattro o ccinque. Era una bbella
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, per un passetto stretto che ss’ereno uperto fra ll’Arco e un muricciòlo vicino a la cchiesa de Santa Francesca Romana.
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inzuccherata fra le gammétte (propio, pe’ ccapisse, sotto ar cavallo). Accusì quanno so’ ggranne, l’ommini jé vanno apprèsso come le lape, e ttroveno
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San Pasquale, èccheve che vve vierà in insogno quer tale, fra ttutti li cascamorti che cciavete intorno, che vv’averete da sceje pe’ mmarito.
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, vatt’a ccerca chi tt’ha ddato — gli dice colpendolo e poi allontanandosi e mescolandosi fra gli altri compagni. Se la Gatta-céca riesce ad acchiappare
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picchiare sulla schiena, fra le risate di tutti i suoi compagni. Il giocatore scoperto possessore della ciavatta, prende il posto della conta, e il
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ppare che la statuva de Bernini se spaventi a vvede la Madonna. Nun se poteveno vede fra architetti pe’ ggelosia de mestieré.
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La Passatella nun se fa sempre sur serio e nun se sta ssempre troppo attaccati a le regole; perchè ccerte vorte fra amichi se fa ppiù una Passatella
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alla settimana andavano in abito di costume e con una bussoletta fra le mani a cantare sotto i balconi de’ devoti certa nenia monotona che chiede
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piantato sotto ar palazzo Doria, fra er portone e Ssant’Agnesa, c’era la bbanda de li pompieri che ssônava ’na mucchia de sônate p’arillegrà’ la ggente
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giorno de San Giuvanni sorge er sole, s’arza bballanno. A ttempo mio, er giorno de San Giuvanni, usava de fa’ un pranzo fra li parenti, che cc’è er San
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lo stennardo fra fratelloni ereno cose serie! Ce sgaggiàveno a ffasse vede’ da l’innammorate, si cco’ cche abbilità sapéveno maneggià’ er trónco! C
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; nun bisogna fàsseli passà’ fra le gamme; e nun bisogna pesalli, si nnó artrimenti, cureno e’ rìsico de nun cresce de statura. Quanno sé loda una
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Alla nota 5 del sonetto: Li bballi nôvi il Belli così descrive questo giuoco, ancora in voga. "Fra i molti saporiti giuochi praticati in Roma, anche
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ricominciare daccapo. Il Belli, senza dare il titolo di questo stesso giuoco, così lo descrive: "Fra gli altri sollazzi puerili, usa in Roma il seguente
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mio per agurasse fra pparenti e ffra amichi una bbôna salute e una vita lónga, er primo de ll’anno, usava de rigalasse una pigna indorata e
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ariccontà’ ttante da fa’ orore. Fra ll’antre, la notte, certi giuvinotti se vestiveno da donna, ciovettaveno co’ li sordati francesi, se li metteveno
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casa de li padroni, ereno messi in mostra e setacciati fra le risate le ppiù bboja e le ppiù sganghenate che sse ponno dà’. Ce n’ereno parecchi che
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propria destra, tenendo piegati uno o più diti, e nell’annunziare allo stesso tempo il numero di quelli che (fra la destra dell’uno e dell’altro
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Trento tutt’e ttrentatre ttrottando. 10. Fra le panche dei frati ce sta un campanello; in una tavola di signorotti c’è un piatto di foglioni cotti; cotti
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Fra ttutti li vennitori de ggeneri magnarécci, er macellaro è er più simpatico, er più spiritoso, er più bburlone de tutti quanti. Sarà fforse er
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’archetto appoggiato a la cchiesa de San Giorgio in Velabbro, ce trovò scorpito, fra ll’antre cose, una vacca e un toro. Fece fa un ber bucio tra quele du
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certa quantità dde vino, fra tutti li ggiocatori, e ddoppo de fa’ la conta. A quello che je va la conta sceje er Padrone e er Sotto che sso’ li accusì
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bene imprimermeli nella memoria. Fra queste ricorderò sempre con vivo compiacimento le due vecchie proprietarie di un’antichissima friggitoria, le quali
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Carnevale, il saltarello, le serenate, le ottobrate, le bbisboccie a Testaccio, le sfide fra poeti estemporanei, gli scatti terribili d’odio
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abbastàssino ècchevene quarch’un’antra. Una sera, ar teatro Pace, mentre se recitava un pezzo serio, un’attrice, fra la ppiù gran disperazzione, se n’uscì