USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
L’antico rivenditore degli avanzi delle cucine signorili e delle trattorie, andava con un grande schifo sulla spalla, pieno di ogni sorta di cibarie
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Tutte le vigilie delle feste dei Santi e delle Madonne, in cui si era soliti illuminare le finestre delle case, questo venditore andava in giro per
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Il giuoco delle Bócce, essendo comunissimo perchè conosciuto in tutte le provincie d’Italia, non occorre che io qui lo riporti. Non so nemmeno se il
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chiamiamo comunemente sordino), i gatti, già in vedetta o sulle porte delle botteghe o sugli usci delle case, gli si fanno attorno e si precipitano con
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giocatori stanno in fila dietro di lui; colui al quale la mamma fa cenno, si avvicina e sul dorso gli mette la mano o le due mani con quel numero delle dita
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È comunemente un contadino marchigiano. Porta sulle spalle un fascio di scope e di spazzole, ed in mano delle serte d’agli: — Lo scoparoo, ajaroo!
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Anche questo è un ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma, grida vendendo semi di zucca secchi: — Bruscolini: chi vvô er
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Otto giorni prima, per le strade che dovevano essere percorse dalla processione, passavano i Mannatari delle varie confraternite, a due a due con
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"Riusciti inefficaci i soccorsi della medicina, e principiandosi a curare un infermo con le divozioni, mandavansi di notte delle donne scalze
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poi a qual pro, se ad ogni passo, delle loro grida, ne abbiamo intronate le orecchie?
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Giuoco che si fa anche da adulti. In mezzo si mette una sedia in meno delle persone che giocano. Per esempio, venti giocatori e diciannove sedie. Poi
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sur una delle mani che poggiano a terra, tutto il corpo, in guisa di fare, braccia e gambe tese, una girandola.
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Ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma. Il Belli in una nota de’ suoi sonetti, così ne scrive "Alcuni uomini tutti del
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delle dita, e poi immediatamente col polso. Allorchè vince, prende il posto del compagno, e il giuoco seguita a piacere.
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leggermente in guisa da farne venir fuori delle bolle più o meno grandi chiamate bòccie ò bbòcci, e che i fanciulli fanno a gara a far saltare su i loro
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È un passatempo delle nostre bambine, le quali si riuniscono in quattro o cinque, portando ciascuna qualche cosa da mangiare. Una di loro prepara la
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I Santari o Pupazzari sui gradini delle chiese offrivano il Santo di cui si solennizzava la festa: — Un ber San Luviggi! — Un ber San Filippo! — Un
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piedi di tutte le Madonne che sono sui cantoni delle strade di Roma".
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’esso contro la mano. Il re ordina al boja il numero delle mazzaroccate dicendo, p. es.: cinque de sale, otto de pepe, dieci d’ajo, ecc. La regina può
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traverse delle vie. Le parole di rito erano, a mo’ d’esempio, le seguenti: "Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale De Bernis a S. E. la Signora
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indovina in quale delle due mani si racchiudono i céci o i bruscolini, vince questi, o ciò che è stato convenuto prima di cominciare il giuoco.
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In questo giuoco le bambine che vi prendon parte riproducono tutti gli usi che accompagnano la nascita di un bambino. Una delle fanciulle si mette un
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La raccoltina presente la feci per dare un’idea delle piccole industrie nomadi scomparse o tendenti a scomparire, e di quelle nuove che le hanno
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S’incontravano spesso, nel Trastevere in ispecie, gruppi di uomini o di ragazzi, fermi dinnanzi a qualche Madonna, delle quali non è penuria sui
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’Angeli ce sono Si (e qui nominano una delle loro compagne) se rivoltasse E un bell’ angelo la bbaciasse! Piena di rose, piena di fiori, Bella zzitèlla
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Il Castelletto è un mucchio formato di quattro noci, delle quali una si sovrappone a tre che ne formano la base. Talvolta il castelletto è formato di
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Giuoco che si fa con le uova lesse. Uno de’ giocatori stringe in pugno l’uovo, e l’altro vi batte sopra con una delle estremità del proprio uovo. Se
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odorose come viole ciocche, viole pansè, salvia, rosmarino, menta, persa, ecc., coi quali si cospargono i piatti delle uova, del salame, e il tavolo sul
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cuccoma, quali con bicchieri a comperare il latte per la loro colezione. Compiuta la vendita (non più tardi delle ore 9 ant.), il capraio, raccolte le sue
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Nelle rappresentazioni sacre che si facevano con statue di cera di grandezza naturale, nei varii cemeteri delle confraternite, come a Santa Maria in
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Parecchi ragazzi e ragazze siedono; e la mamma va in giro facendo delle domande ad ognuno di essi, come p. es.: MAMMA. È vvero che oggi è una bbella
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!". La bambina, che è nel mezzo, eseguisce quanto le viene raccomandato; e in fine si alza e corre a dare un bacio a una delle compagne che le girano
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Il raccoglitore delle presenti tradizioni patrie, dettate nel dialetto più prossimo al latino di quanti se ne parlano in Italia, avendo vissuto
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scarpinà, Ché a sto posto bigna fermà er pie’. Bigna sapé, perbrio, bigna sapé Delle frittelle mie la qualità: Le venne un cèco subbito a comprà A capo a tre
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libera, pizzica a uno a uno tutte le ultime articolazioni delle dita canticchiando la canzoncina: "Pizzica, pizzicarèllo, T’ammazzo cor cortèllo; T
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Erano (e lo sono ancora) una specie di servi ecclesiastici delle fraternite di Roma, poichè ogni arte, mestiere e condizione di uomini ha in Roma la
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La presente raccolta di rimedi simpatichi, come suole chiamarli il popolo, ed anche delle altre tradizioni che ho pubblicato o che sono in corso di
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chiedere l’elemosina per suffragare l’anima del condannato a morte; le tavolozze sui canti delle vie; gli smoccolatori col cartoccio nei trasporti funebri i
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, eccovi un saggio delle penitenze che si usano fare. Mi limito però a darne il solo nome: la Berlina, il Testamento, lo Specchio, l’Orologio, il Facchino
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, ecc. Alcuni invece intercalano ogni sillaba delle parole con un vi, con un ti, ecc. Per esempio, per dire: Bada che ruba, diranno: Vibavidavi che
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, Campo de’ Fiori, ecc. E fuori delle chiese e nelle pubbliche passeggiate, mendicanti, uomini e donne, i quali, per meglio commuovere i passanti
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sta in ciò, che alcuni adoperano delle monete foggiate in guisa da mostrare su tutt’e due i lati la figura del sovrano, ossia l’arma. Le quali monete
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numero delle dita distese, come il suo camerata e con la stessa prestezza. Questa forzata precipitazione, l’estrema attenzione che esige per non
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Pallina, a Campana, a Picchio, a Sartalaquaja, a Arzà’ la stella, i fanciulli usano praticarli per ordine e a seconda delle stagioni. Così, per esempio
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allorchè legge la Bibbia. Sciammòddi: Numeri del lotto. Sciammlamòr: Libro de’ conti, registro dei debitori. Sciattino: Uccisore legale delle bestie da
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. Macchiavèllo: Tradimento, azione indegna, ecc. Magnà’ ddar cu… e cacà’ da la bbócca: Fare la spia. Magnaccia: Colui che vive alle spalle delle prostitute