USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
"Riusciti inefficaci i soccorsi della medicina, e principiandosi a curare un infermo con le divozioni, mandavansi di notte delle donne scalze
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Va in giro nelle ore della notte fino ai primi albori. Egli con voce sommessa, dice: — Acquavitaa, acquavitaroo!
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sua Confraternita. Vestiti — scrive il Belli — di una goffa livrea, o dicasi pure divisa, coi colori della compagnia alla quale appartenevano, i
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Lo si vedeva in giro, e ci va tutt’ora, sebbene raramente, in primavera, e nelle prime ore della notte: — Ova toste, ova, ohé!
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Fanno a gara fra ragazzi o ragazze, a chi salta più scalini della scala di casa, di un palazzo, di una chiesa o di altro.
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Anche questo è un ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma, grida vendendo semi di zucca secchi: — Bruscolini: chi vvô er
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il possessore della ciavatta. Mentre la ciavatta vien trafugata, i giocatori ripetono: "Ggira gira la ciavatta, E la ciavatta ggira E llàssela ggirà
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povere anime che pregheno Ddio per nnoi! La Compagnia della Morte aveva, come è noto, per istituto di andare a raccogliere i poveri morti abbandonati
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"Quando il mandataro della Compagnia Israelitica della Morte, per le strade del Ghetto, con in mano un bussolotto di ferro per raccogliervi le
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Giuoco che consiste nel ripigliare col dorso della mano o le nocciuole o le noci o le monete che si son tirate in aria con la stessa mano. Colui che
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Il capo della brigata de’ giuocatori fa da mamma e siede. Si fa la conta, ed il sorteggiato va a nascondere la faccia tra le gambe della mamma. I
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sòrdo la vera e mmiracolosa immaggina de la Madonna der Càrmine! ecc., ecc. Sulla scalinata della Chiesa dell’Aracoeli, in tempo di Natale: — Un sòrdo
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Bazzàrro: Bazar. Astracàne: Astracan, città della Russia. Setaccio: Spagnolo: Sedazo. Giannetta: Dal Turco: Ginetta. Schina: Tedesco: Skina. Ghèghene
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rubato all’estremità della piazza, in un momento arrivava all’estremità opposta.
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Vendeva nelle prime ore della mattina, e vende tuttora, carne di carogna per i gatti. Egli non ha bisogno di gridare. Ad un suo sibilo (che in Roma
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(della figura del sovrano). Se il compagno l’indovina vince il soldo. Vi sono alcuni ragazzi abilissimi, i quali, osservando attentamente la testa del
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buttare le dita indovina il numero di quelle della conta, prende il posto di questa; altrimenti ogni volta che sbaglia, si busca una mazzaroccata sulla
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Nelle ore pomeridiane della domenica, un’ora prima di cominciare nelle chiese la spiegazione del catechismo, solevano i parrochi mandare in giro per
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rimpetto all’altra, si comincia il giuoco così: Un giocatore della squadra A abbandona la tana e s’incammina verso la squadra nemica; da questa parte un
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, tenendo l’altro sospeso, e caccia fuori il sassetto, senza però toccare col piede le righe della Campana, nè far uscir fuori il sassetto dai due
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Il Belli così lo descrive: "I fanciulli della nostra plebe profferiscono le parole di una loro formula le cui sillabe si vanno alternamente
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! Allora quel tale che è stato scoperto si deve subito fermare e gridare: Mé mantiengo, e prendere poi il posto della conta, per ricominciare il giuoco
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Uno della brigata finge di vendere pignatte. Alcuni altri lo circondano e gliene domandano il prezzo. Il dialogo, presso a poco, si svolge così
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teatrale, raro ad imaginarsi non che a descriversi. Ricorda le benedizioni papali sulle loggie valicane e lateranensi, l’illuminazione della cupola di San
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una qualche utilità. Riguardo all’autenticità de’ presenti giuochi, quantunque parecchi dal tempo della mia fanciullezza ad oggi abbiano subìto non
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Ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma. Il Belli in una nota de’ suoi sonetti, così ne scrive "Alcuni uomini tutti del
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circolo, tira il detto trilló, provandosi, potendo, di farlo cadere nel mezzo di esso. Intanto però la conta armato della sua bacchetta, si adopera ad
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Uno dei fanciulli o fanciulle che fa da mamma, si mette a sedere; un altro destinato a sorte per via della conta s’inginocchia davanti a lui, e mette
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nun fai t’ammazzo qui". Colui che è pizzicato, all’ultima parola della canzoncina, leva dalla colonna la mano pizzicata e si comincia da capo; finchè
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Si fa la conta e colui che è sorteggiato va a nascondere la testa tra le gambe della mamma, la quale gli benda gli occhi con le mani. Parecchi
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, passano sotto alla volta formata dalle braccia della mamma e del capo-giuoco, in modo che la seconda ragazza formante la catena resta con le braccia
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E come il Sartalaquaja, e a’ miei tempi non era affatto conosciuto. Ogni giocatore nel saltare il compagno curvato, deve ripetere il verso della
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allora la conta lascia andare il primo per correre dietro all’importuno. Colui che viene preso è tenuto a prendere il posto della conta o di bùzzico
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missionari predicatori in piazza della Rotonda, ecc. Sembrano ricordi di tempi arcadici, tanto quei giorni paiono lontani".
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signora della società. Questi e molti altri chiamansi a Roma giuochi di pegno, o meglio, giôchi de pegni". E poichè siamo a parlare di giôchi de pegni
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mano, o anche senza la bacchetta, e recita la seguente filastrocca, toccando successivamente, con la bacchetta o con l’indice della mano destra, a ogni
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. Un fanciullo si asside giudice. Un altro curvato e colla faccia in grembo a lui, è percosso da qualcuno del resto della compagnia che si tiene ivi
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. Chipur, Chipurimme: Digiuno della festa del Kipur. Chiùso: Cristiano. Chiuso: perchè non circonciso. Ciavàrro (È): Non è maturo e dicesi di frutto o d
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, quell’altro, nel cuore della città, che era addossato al giardino pontificio del Quirinale e che aveva dato il nome alla via del Lavatore del Papa
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dai varii giocatori; se al contrario i soldi caduti in terra mostrano il santo, ossia l’esergo della moneta, allora il giocatore perde e fa come si
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, ripeto, non ho voluto dare soltanto un saggio dei venditori cantaiuoli della Roma di adesso, ma anche di quelli dei miei anni giovanili, come anche
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Si giuoca alla Mora soltanto dagli adulti, in due, in quattro ed anche in più. Per mezzo della conta si scelgono o si fanno i compagni. Questo giuoco
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cèsso. 42. L’oliva. 43. Il silenzio. 44. Le ruote della carrozza. 45. Albero di cerase. 46. L’ago. 47. Il nostro simile. 48. Lo specchio. 49. La testa
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capponi e di galline per uso della illustre puerpera. La pompa trionfale si chiudeva con la nobile anticamera del munifico donatore che faceva ala di
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tempo questi documenti intimi della psicologia di un popolo. * * * Molti di questi stessi rimedi furono consigliati a me stesso da alcune vecchie commari
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dose di mazzaroccate. La mamma siede tenendo in mano l’estremità grossa della mazzarócca, e con le parole e le mani descrive un oggetto ben noto che
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zzoppiccà’!". Il diavolo zoppo, una volta uscito di casa, si slancia sui giocatori e tenta di rapirli; ma la mamma fa loro scudo della sua persona
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di riunione. Cera de grano: Sterco umano. Chiccheróne: Ano. Chirica rasa: Capo-mózzo. Ciampanèlla: Frode. Ciancicóne: Chi mangia a carico della moglie
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palma della mano, e farlo ricadere con forza sull’altro picchio posto in terra. Ad ogni colpo il giocatore esclama: Ammàzzete che cammera! o anche
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del servitore. — E ppurcinèlla c’entra? — E li mortacci tua? — Bbù bbù! — ... Onde onoratemi della vostra presenza, ed io saròvvene grato dal più