USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Lacero, con il sacco sulle spalle, si fermava ad ogni tratto di strada, poneva la mano all’orecchio, e con voce gutturale, gridava: — Aèoo! Grida che
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Andava con la sua ruota, si soffermava ogni breve tratto, e con voce squillante gridava: — Arrotinoo, signori!
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Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua
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che si vuol lanciare. Il giocatore, tenendo l’estremità inferiore del ramo con la sinistra, con la mano destra tende la corda come se fosse quella dell
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Nella stagione primaverile, ancora fino a pochi anni fa, il capraio, con il suo gregge, si partiva, nella notte, da parecchie miglia lontano, per
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"Trastullo fanciullesco, fatto con carta ripiegata, in modo che, ad una agitazione di braccio, uscendone una parte per l’aria che vi s’interna, si
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Gira con la sua caldaia colma di castagne e grida: — So’ ccalle che bbùlleno!
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Più bambini si mettono a sedere in fila con le gambe stese ed i piedi pari, mentre uno di loro, il capo-giuoco, resta diritto con una bacchetta in
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Va attorno con un gran canestro appeso al braccio, o con un carrettino a mano, e urla come un dannato: — Le pataaate! Le cucuzzee! — A 20 a ppavolo
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Con uno o due canestri appesi alle braccia, grida a squarciagola: — Ce ll’ho dde vigna le lumaachee !
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Il tagliatore di legna da fuoco, che andava per Roma, cercando lavoro con la scure in collo.
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È per lo più abruzzese. Egli canticchia nel suo dialetto e con voce monotona: — Campobasse, cortelle, signorine!
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Va in giro nelle ore della notte fino ai primi albori. Egli con voce sommessa, dice: — Acquavitaa, acquavitaroo!
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. Concertino de la pedacchia: Cruyère. La sora Checca a ppanza per aria: Gallina lessa o arrosto. Er merluzzo co’ li ggendarmi: Baccalà con le patate. Le
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Gira la notte, nell’inverno, con una marmitta di rame stagnato, sostenuta da una tracolla: — Pettorali! - Bollenti - Mela cotte!
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Andavano attorno con la loro merce infilata in un bastone o in un canestro, e gridavano: — Di Lucca le ciambelle! El ciambellaro!
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Con la sua vocetta acuta è penetrante, grida: — Com’è bbianca ’sta lattuca! — La riccetta, l’indivioletta, la rughettaa! — Come ce ll’ho riccia!
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Va anch’esso per le strade, con la sua merce affastellata sopra un carrettino, e l’offre al grido: — Er pilaro donnee!
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I piccoli e macilenti spazzacamini lombardi o tirolesi che sembravano rivestiti di fuliggine, con i piedi nudi, il viso nero: — Spazzacamii
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Va attorno nelle ore stesse del suo collega l’acquavitaio, e su per giù, con lo stesso tono di voce, dice: — Caffè, per un soldo!
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Scherzo che si fa ad altri prendendogli il mento fra il pollice e il medio, e premendogli intanto le labbra con l’indice.
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Si fa a ppiastrèlla con cocci di mattoni possibilmente arrotondati. Si giuoca in quante persone si vuole e si fa il tócco. Colui al quale è toccato
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Latterano je domanna co’ quer su’ vócióne: — Con ché? con ché? con ché?". E la campanella de Santa Croce in Gerusalemme dice che j’arispónne: — Co’ le
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mazzieri pettoruti con le loro divise nere, intenti a mostrare la loro bravura di giocolare con le mazze sormontate da grossi pomi d’argento. Seguono in
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Va spingendo un carrettino tutto adorno di specchi, di carta fiorata, di immagini di sovrani, ecc. Egli grida con voce nasale: — Nocciuoline
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; altrimenti, sta ai primi quattro a ricominciare con un altro mestiere. Si comincia il giuoco con questa formola: — A la muta a la muta, chi pparla è
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le strade di Roma, spingendo un carrettino, ricolmo di lanterne di carta a varii colori (con suvvi stampato il Santo o la Madonna festeggiati
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L’antico rivenditore degli avanzi delle cucine signorili e delle trattorie, andava con un grande schifo sulla spalla, pieno di ogni sorta di cibarie
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Si trascina dietro un piccolo carrozzino sul quale sono riposti gli utensili del suo mestiere, e grida con voce lamentosa: — Chi ccià ttigami
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Gli antichi Tripparoli, con il loro schifo in testa ripieno di trippe, zampi, pezzi di testa di vitello e di vaccina, e d’altro: — Trippa, pieducci e
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, un bastone, ecc. E tutti disposti in fila fanno le manovre. In questi ultimi tempi era molto in voga fare li soldati in Africa, con i relativi
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Va in giro per la città, appena è l’alba, e guidando un somarello o un magro ronzino che si trascina dietro un carretto con alcune ceste piene di
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’Na vorta Napoleone Primo mannò a Roma tre ggenerali francesi. E ssentite, si vvolete ride, come (parlanno con poco rispetto) se chiamaveno: uno Cacò
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"Riusciti inefficaci i soccorsi della medicina, e principiandosi a curare un infermo con le divozioni, mandavansi di notte delle donne scalze
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Uno fa da cavallo con la bocca passata da un laccio che fa da freno e da redini. L’altro compagno fa da cocchiere, tiene quindi le redini e frusta il
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occhiello che si accomoda sulla rilevatura opposta alla punta di ferro, sulla parte superiore del picchio; e l’altra con un grosso nodo o con un
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Giuoco che si fa con le uova lesse. Uno de’ giocatori stringe in pugno l’uovo, e l’altro vi batte sopra con una delle estremità del proprio uovo. Se
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Il venditore di abacchi, nella stagione autunnale, e di capretti, in primavera, percorreva la città con la sua cavalcatura munita di due grandi ceste
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Il giuoco consiste nel nominare, invitati che si è a rispondere, un oggetto qualunque che cominci con la lettera C o D o A, lettera che deve
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giocatore) si lasciano distesi. L’altra mano segna i punti guadagnati. Bisogna che l’avversario colga l’intenzione con destrezza per formulare lo stesso
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Due fanno a pari e caffo. Il perditore, ogni volta che sbaglia, riceve dall’altro un tuzzo, cioè un forte colpo dato sulle spalle, prima con la punta
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Nelle rappresentazioni sacre che si facevano con statue di cera di grandezza naturale, nei varii cemeteri delle confraternite, come a Santa Maria in
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’ dde tempo ve sentirete arifiatato. Va con sé, che avete d’avè’ ccura de coprivve li réni co’ ’na pezza de lana ariscallata.
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Pigliano un bicchiere con un po’ d’acqua, vi sciolgono del sapone, v’intingono un pezzetto di canna, chiamato cannéllo, e vi soffiano dentro
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, il tiro non è valido e bisogna ricominciare. Tirato che ha il sassetto nella nicchia numero 1, il giocatore salta con un piede dentro la nicchia stessa
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tavolo, stando naturalmente seduti. Quindi chi l’ha prima, cioè più in fondo, la tira fuori, e la posa sulla mano più alta; così con movimento continuo
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Giuoco che consiste nel ripigliare col dorso della mano o le nocciuole o le noci o le monete che si son tirate in aria con la stessa mano. Colui che
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pignatta (pilaccia); e, giunta ove la pignatta si trova, percuotere questa con un bastone. Quando la Gatta-céca, smarrita la traccia, va a percuotere in
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Due ragazzi, tenendo un pezzo di corda uno a una estremità e uno all’altra, o formando con lo spago una specie di sega che ricavano dalla prima
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. Andava poi per Roma con un paro di bilancie, attaccate ad un bastone, in cima del quale era una testa di morto, dicendo che havea mal pesato. Gli fu