USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
I ragazzi mettono un asse in bilico su di una trave o altro corpo elevato, e si siedono alle due estremità; cosicchè quando l’uno va in terra, l
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Giuoco che si fa da due soli ragazzi, i quali si volgono le spalle, l’un l’altro, e intrecciate scambievolmente le braccia, s’alzano a vicenda
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Passatempo che si fa tra due fanciulli, i quali stando seduti uno di fronte all’altro, si guardano fissi l’uno negli occhi, dell’altro, conservando
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Passatempo fra due bambini. Il primo dice al compagno — Sei stato alla vigna? Questo risponde: — Sì. E l’altro: — Hai visto la scimmia? E il secondo
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Passatempo che si usa fare ai fanciulletti per trastullarli. S’indica prima un occhio del bambino, poi l’altro; poi un orecchio, quindi l’altro; poi
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I giocatori si pongono ciascuno ad uno spigolo di muro, o ad un cantone o altro. Quello cui è andata la conta si pianta nel mezzo. I giocatori di
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Uno dei giuocatori chiude nel pugno una certa quantità di brecciolini, di vaghe di caffè, di riso o altro; mostra la mano al compagno e gli chiede
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Fanno a gara fra ragazzi o ragazze, a chi salta più scalini della scala di casa, di un palazzo, di una chiesa o di altro.
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Gli antichi Tripparoli, con il loro schifo in testa ripieno di trippe, zampi, pezzi di testa di vitello e di vaccina, e d’altro: — Trippa, pieducci e
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ora ha cambiato con l’altro: — Ròbbi-véecchii!
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Uno fa da cavallo con la bocca passata da un laccio che fa da freno e da redini. L’altro compagno fa da cocchiere, tiene quindi le redini e frusta il
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Si fa da due o anche tre fanciulli, avvolgendosi in sulle mani del filo e l’un dall’altro ripigliandolo in varie figure, come per esempio: la cùnnola
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immediatamente tenuto a rispondere con un proverbio; e dettolo deve ripetere: "L’ucello mio voló voló Sopra un albero de cerase (o d’altro) se posó: E nel
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Due fanno a pari e caffo. Il perditore, ogni volta che sbaglia, riceve dall’altro un tuzzo, cioè un forte colpo dato sulle spalle, prima con la punta
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Scherzo che fra due ragazzi il piú furbo fa all’altro, dicendogli: Io dico mi’ padre è ggale 1; tu dì mi’ padre è gale 2, infino a 8. E proseguono
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I giocatori, disposti in fila uno dietro l’altro, a una certa distanza, s’incurvano alquanto, appoggiando le mani sulle ginocchia; meno quello che
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novembre, a tre a tre. Uno suonava il piffero o cennamella, l’altro la cornamusa, e il terzo cantava canzoni inintelligibili, per la novena di Natale, ai
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Si prendono, un dopo l’altro, i ditini del bambino, e per ciascuno di essi si dice: Questo (il pollice) dice: Ho fame; Questo (l’indice) dice: Nun c
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figura dell’altro giuoco detto: Acchiapparèlla, fingono di segare una tavola, ripetendo: "Séga, séga, Mastro Tilta, ’Na pagnotta e ’na sarciccia; Un’a mme
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ad un asse trasversale, o ad un bastone sul quale si siede una o più persone; e mentre quello seduto oscilla, un altro spinge la canoffièna
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numero delle dita alzate, l’altro gli deve somministrare tanti pugni sul dosso, per quante sillabe contengono le seguenti parole: "Si tu ddicevi cinque (o
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zucca a prova. Egli stringe tra le due mani, uno dopo l’altro, il capo dei giocatori; e quella cocuzza che gli pare buona da comperare, pattuisce
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Uno dei giuocatori chiude nel pugno, come nel giuoco precedente, una certa quantità di ceci, bruscolini o altro; poi passandoseli dietro, che nessuno
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; altrimenti, sta ai primi quattro a ricominciare con un altro mestiere. Si comincia il giuoco con questa formola: — A la muta a la muta, chi pparla è
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altro al paradiso. Per esempio, riso all’inferno, e céci al paradiso. Quindi si pigliano per le mani, tenendole tese e alzandole in alto per lasciarvi
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altro giocatore che lo rincorre, e se lo tocca lo fa prigioniero. Ognuno di questi vale un punto; e il giuoco si vince a capo di dodici punti.
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Altro passatempo che si fa tra due fanciulli. Per esempio uno di essi ha in mano qualcosa di buono, supponiamo un confetto. Colui che ne è il
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Dei quattro giocatori più grandi, uno fa da capo-giuoco, un altro da Madonna, il terzo da Angelo e il quarto da Diavolo. Il capo-giuoco dà a ciascuno
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o altro.
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compagno che è sotto deve situarsi circa un altro passo distante dal punto in cui si trova. Se l’ultimo giocatore che deve saltare dimentica di dire la
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Giuoco che si fa con le uova lesse. Uno de’ giocatori stringe in pugno l’uovo, e l’altro vi batte sopra con una delle estremità del proprio uovo. Se
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e di alcune cibarie ed altro. Funtan-te-crèpi: Fontana di Trevi. Santa Maria nun campi’n’ora: (?) Piazza Stròzzete: Piazza Strozzi. Santa Lucia in
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al lécco. Gli altri giocatori, l’uno dopo l’altro, lanciano la loro, sempre con lo stesso scopo; e chi si avvicina di più al lécco vince. Questo
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una brecciolina, un anello o qualcosa di simile, e passa per ordine, dall’uno all’altro giocatore per deporre nelle mani di essi l’oggetto ch’essa serra
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il pegno. Quando la mamma vede che non può trarre in fallo un giocatore, passa avanti e fa lo stesso con un altro, anche, se lo crede, cambiando
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còccia di melone o altro, e la tira nella nicchia numero 1. Se il sassetto andasse a cadere nel primo spazio chiamato poco pulitamente dei cacatori
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È un giuoco che si fa da due o più ragazzi con un ciotoletto o altro pezzo di sasso rotondo detto maróne, tirandolo ad una certa distanza, e
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compagni partono tutti insieme e vanno a rimpiattarsi chi in un posto, chi in un altro. Quando non han dato ancora nessun segno d’essersi nascosti, il
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venuta? Arza l’occhi al cèlo, Fa un salto, fann’un altro. Fa la riverenza, Fa la penitenza; Lèvete el cappelletto, E dà un bacio a cchi tte l’ha ddetto
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altro ladro, nel passargli vicino, riesce a toccarlo, il prigioniero s’intende liberato. Se i ladri vengono raggiunti tutti prima di toccar la tana
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"Parecchi bambini mettono alternativamente i pugni chiusi uno sopra l’altro, in modo da formare una colonna; e uno di loro, che rimane con la destra
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Uno dei fanciulli o fanciulle che fa da mamma, si mette a sedere; un altro destinato a sorte per via della conta s’inginocchia davanti a lui, e mette
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quel tale sta in berlina. Ciascuno gli dice la sua a bassa voce. Uno, per esempio, gli dirà che sta in berlina perchè è cattivo, un altro perchè
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palma della mano, e farlo ricadere con forza sull’altro picchio posto in terra. Ad ogni colpo il giocatore esclama: Ammàzzete che cammera! o anche
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questi s’ingegna d’indovinare, la cosa che deve eseguire è costantemente seguìta dal suono di un campanello o da altro suono che il capo-giuoco farà
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non esser preso fa giravolte, cavallette, come si dice, e corre a precipizio. Spesse volte un altro giocatore viene a traversare loro il cammino, ed
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nelle non infime società, è questo, pel quale molti uomini e donne pongonsi in circolo, e fanno girare dall’uno all’altro un pezzetto di cerino acceso
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: — Spero che domani ch’è la festa nostra, non me farete el torto de nun favorire un boccone da me. — Avrete un bon pranzo? — Altro! V’abbasti a ddì’ che dda
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che il nonno percorre; ed a lcuni si fingono muratori, altri giocatori di morra, od altro. Intanto, p. e., che i giocatori di morra gridano: Cinque la
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. Azzicaromme: Commemorazione. Badanai: Interiezione: dall’ebraico Badonai, perdio! Baragaìmme: Andare a Baragaìmm: andarsene all’altro mondo