USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA
Così gridava, ancora pochi anni or sono, il venditore di focaccine all’essenza di rosmarino.
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rubato all’estremità della piazza, in un momento arrivava all’estremità opposta.
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Andava attorno la sera, portando la sua merce in una specie di scalda vivande appeso a un braccio, vestiva all’uso dei cuochi, e diceva: — Caldi
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Lacero, con il sacco sulle spalle, si fermava ad ogni tratto di strada, poneva la mano all’orecchio, e con voce gutturale, gridava: — Aèoo! Grida che
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Passatempo che si fa tra due fanciulli, i quali stando seduti uno di fronte all’altro, si guardano fissi l’uno negli occhi, dell’altro, conservando
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I due capi-giuoco, per esempio, la conta e la mamma, si mettono prima d’accordo, ma in segreto, per dare un nome convenzionale all’inferno ed un
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Contro le còliche, le tirature, li dolori e er calore all’ùtero fanno bbène le lavanne d’acqua de marva bbollite co’ la capomilla e un tantino de
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Scherzo che fra due ragazzi il piú furbo fa all’altro, dicendogli: Io dico mi’ padre è ggale 1; tu dì mi’ padre è gale 2, infino a 8. E proseguono
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Due ragazzi, tenendo un pezzo di corda uno a una estremità e uno all’altra, o formando con lo spago una specie di sega che ricavano dalla prima
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nun fai t’ammazzo qui". Colui che è pizzicato, all’ultima parola della canzoncina, leva dalla colonna la mano pizzicata e si comincia da capo; finchè
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La canoffièna è formata da due funi che in alto sono raccomandate a una trave, o anche all’architrave d’una porta, od altrove, e in basso sono legate
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Al N. 93, La mano, ecc., aggiungere: "Quele pèllétte ciuche ciuche, che ccerte vorte cé créscheno intorno all’orlo de ll’ogna de le deta, so’ ttutte
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li vegga, da una mano all’altra, presenta al compagno i due pugni chiusi chiedendogli — A la mano de Papà; indove stanno, o qui o qua? Se quello
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rimpetto all’altra, si comincia il giuoco così: Un giocatore della squadra A abbandona la tana e s’incammina verso la squadra nemica; da questa parte un
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anche Un déto e nel dir così si mostra all’incantatore il póllice.
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allora la conta lascia andare il primo per correre dietro all’importuno. Colui che viene preso è tenuto a prendere il posto della conta o di bùzzico
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nelle non infime società, è questo, pel quale molti uomini e donne pongonsi in circolo, e fanno girare dall’uno all’altro un pezzetto di cerino acceso
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ppiastrèlla Cor fijo de’ re, Tira su questo piede Che ttocca a tte!" Il bambino toccato nel piede all’ultima parola deve ritirarlo; e si ritorna da
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’un uovo simile che tiene in mano l’avversario. Colui, il cui uovo si frange all’urto, perde il giuoco; e ciò dicesi fare a scoccétto".
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il giocatore destinato a fare il cucuzzaro, e inventa una storiella qualunque. Per esempio, dirà — ’Stammattina so’ ito all’orto, e ho visto che mm
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tiene gli avversari all’erta e in Roma specialmente li appassiona all’eccesso. Esso consiste nel gettare subitamente davanti al compagno di giuoco la
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del Folk-Lore aggiungere alle altre anche questa raccolta, la quale, ripeto, sebbene fatta senza pretese, potrà all’occorrenza riuscire egualmente di
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bizzarri disegni interamente rivestita di lunghe file di tagliolini, di savoiardi, di tortelle, di paste all’uovo, il tutto intramezzato da uno sciame di
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per le campagne che poi seppelliva nel suo Oratorio. I due confratelli incaricati di ricevere all’ingresso dell’Oratorio le elemosine dei visitatori
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una brecciolina, un anello o qualcosa di simile, e passa per ordine, dall’uno all’altro giocatore per deporre nelle mani di essi l’oggetto ch’essa serra
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mano. Nell’andarsi all’incontro, prima gli uni e poi gli altri, canticchiano: — Ecco l’imbasciatori Ombrill’ombrill’ombrèlla! — Cosa volete, Ombrill
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de galline, fettuccine de pasta all’ôva, eccetra et eccetra. Certi pe’ quant’èreno grossi s’aveveno da portà’ in carozza. A li gran signori de l
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all’ultima risposta del portiere, p. es. Se sta a mmette’ la mantella, la mamma e il coro ripetono: "Se sta a mmette’ la mantella: Che sse possi
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er nome e er casato de loro scritto sopra un tabbellone o cartellone de fôra de la cchiesa de San Bartolomeo all’Isola. Ma sse capisce che cciannàveno
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’ da padre Arsènigo a San Bartolomeo all’Isola, e de fasse mette’ la radica ar sole. (Vedi: Pe’ guarì’ la tignola à li denti. N. 110).
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ora piano ora forte, a seconda che la conta si allontana o si avvicina alla persona o all’oggetto che deve prendere. Se vi si avvicina allora il
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e Ssanta ’Lisabbetta contro li furmini e ll’antre porcherie. Santa Bónósa contro er vajòlo. Santa Lucia contro tutti li malanni all’occhi. Sant’Anna
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, alle preghiere, alternavano qualche bestemmia all’indirizzo magari di tutti i santi del paradiso. Spesso la sera dall’oratorio del Caravita, ove
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: Affamato. Allumà’: Vedere, osservare. Allungà’ la vita: Essere appiccato. Amico: Spia. Amido (Esse all’): Essere in bolletta. Ancinèllo: Attaccabrighe
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deridono i compagni che sono condannati all’inferno, loro dicendo: Tappo de cacatore, o altre parole di scherno.
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le più strepitose, che da oltre un secolo la Roma papale ricordasse. Egli ha infatti assistito all’apertura dell’ultimo Concilio ecumenico vaticano
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essere rappresentate da due soldi da due; colui che li tira deve tenerli uno sovrapposto all’altro, in modo che essi mostrino le due armi. Se i due
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ranocchie co’ la giacca: Fritte all’olio con la pastella. Le patate in gran tenuta: Lesse con tutta la buccia. Er salame a spìnte: A spinte: affettato
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Muse pe’ bburattini, in via de la Renèlla, c’era poi Corea a via de li Pontefici e un antro teatrino de Burattini sotto all’Arco de Saponari; er teatro
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pallina da colpire fosse un poco interrata e il giocatore di essa, per averne vantaggio, grida all’avversario, o a colui che la deve battere: Bòtto
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tirato da una parte all’antra d’un vicolo pe’ ffa’ inciampicà’ quarcuno e ffaje magara sbatte er muso sur serciato... Vassallate — me direte; lo so; ma
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portarsi in giro le francesche, specie di scarpette per donna fatte all’uso di Francia; le cornacchie, le scarpe di cordovano, gli scarferoni o scarferotti e
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ddetti Regnanti. Er Padrone se po bbeve, si je capacita, tutt’er vino; er Sotto, quann’er Padrone vô ddispensà’ le bbevute all’antri, le pô ddà, a
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. Azzicaromme: Commemorazione. Badanai: Interiezione: dall’ebraico Badonai, perdio! Baragaìmme: Andare a Baragaìmm: andarsene all’altro mondo
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interessare, all’infuori di me, altra persona: ed anche perchè ignoravo che già dotti ed illustri scienziati, quali il Pitrè, il d’Ancona, Salomone Marino, il
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ddeve arichiamallo all’ordine dicennoje: Chiedete bbene la bbevuta, e si er giocatore ciariòca co’ la stessa risposta, er Sótto bbeve lui. Certe vorte er