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procurando di tirarvi vicini de’ soldi. Prima si fa la cónta; e a colui al quale tocca il punto al conto, getta il ciololetto detto bóccia o maróne, e poi vi
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circolo. Destinato il posto dal quale ciascuno scaglierà la sua piastrella vicino al santuccio e fatto l’ordine di successione al tirare, colui che con
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È quasi identico al giuoco precedente. Avvi soltanto qualche piccola differenza. A la guerra francese i prigionieri sono, a mo’ d’esempio, rinchiusi
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Al matarazzaro, figura grave e maestosa, per farsi udire bastava battere le bacchette.
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Anche questa figura scomparsa totalmente, andava in giro, offrendo la sua merce al grido di: — Anticaje e ppietrèlle!
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(scarpa vecchia e logora) e la passa nascostamente al giocatore vicino, il quale la passa a sua volta al terzo, al quarto, al quinto per poi
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Va anch’esso per le strade, con la sua merce affastellata sopra un carrettino, e l’offre al grido: — Er pilaro donnee!
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Si fa a ppiastrèlla con cocci di mattoni possibilmente arrotondati. Si giuoca in quante persone si vuole e si fa il tócco. Colui al quale è toccato
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Al rimedio n.\Cap\ 4, La cura de d’occhi aggiungere: "Pe’ gguarì’ qualunque male a ll’occhi, fa ppuro bbene a sciacquàsseli in de la tinozza indove
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invece va più distante, tocca di nuovo a battere alla conta, o se sono più di due, al terzo, al quarto, successivamente.
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Passatempo fra due bambini. Il primo dice al compagno — Sei stato alla vigna? Questo risponde: — Sì. E l’altro: — Hai visto la scimmia? E il secondo
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Si mostra per lo più d’inverno, nelle ore pomeridiane. Come il suo collega l’ovaro, entra in tutte le bettole ed offre la sua merce al grido di
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volta una forma di cacio), attorno al quale disco si avvolge una funicella, la cui estremità è tenuta in mano dal giocatore, per lanciarlo con più
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imitava le antiche ggiostre che si rappresentavano al Corèa.
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sarebbe guadagnato la persona la quale vinceva alla Riffa o al Nummeretto.
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Al N. 93, La mano, ecc., aggiungere: "Quele pèllétte ciuche ciuche, che ccerte vorte cé créscheno intorno all’orlo de ll’ogna de le deta, so’ ttutte
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al secondo, al terzo, al quarto giocatore e così via via.
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dai varii giocatori; se al contrario i soldi caduti in terra mostrano il santo, ossia l’esergo della moneta, allora il giocatore perde e fa come si
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precedentemente assegnato dalle autorità municipali. Al suo acutissimo fischio, con cui si segnalava, le donne di casa scendevano in istrada, quali con una
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, nelle quali eranvi o agnelli o capretti di latte, vivi, che offeriva per quaranta, cinquanta o al massimo sessanta bajocchi l’uno.
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che si davano al bujo, alcuni de’ più zelanti, uscivano dall’oratorio e seguìti da altri bizzochi si sparpagliavano per la città, recitando il rosario
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, dicendo ad ogni consegna: "Ben venga e bben vada il signor Don Alonzo Che viaggia a ppiedi e a ccavallo al bigonzo". Con molta fretta si cerca di
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È un giuoco identico al precedente. La differenza sta solo in questo, che cioè il mucchio di soldi invece di porlo in terra si pone in bilico sul
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Va attorno con un gran canestro appeso al braccio, o con un carrettino a mano, e urla come un dannato: — Le pataaate! Le cucuzzee! — A 20 a ppavolo
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Un certo numero di ragazzi si mettono tutti allineati, a un dato punto. Poi al segnale del capo-giuoco si pongono a correre; e colui che giunge per
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Si piglia una manina al bambino, e mentre gli si fa il solletico in mezzo alla pianta, lungo il braccino e fin sotto il mento, si canticchia: "Bèlla
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, occupavano vie e piazze, come i pollaroli e trippaioli, intorno al Pantheon e lungo la via dei Crescenzi; ferravecchi, rigattieri, in piazza Navona
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seguente: Si fa prima la conta. A colui cui tocca il punto al conto convien bendarsi gli occhi con un fazzoletto: così bendato si chiama Gatta-céca. Il capo
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nel profferire queste ultime parole si torce alquanto il mignolo al bambino.
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A chi va la conta, prende il mazzaròcco o la mazzaròcca (vedila al gioco Morè- morè); poi invita il compagno a tirare a pari e caffo; se questo nel
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sedere quello che dalla sorte fu condannato a star per primo in berlina. Il capo-giuoco va attorno al circolo, e, ad uno ad uno, domanda a tutti perchè
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Uno dei giuocatori chiude nel pugno una certa quantità di brecciolini, di vaghe di caffè, di riso o altro; mostra la mano al compagno e gli chiede
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quale tutte le volte che si presenta davanti al re è obbligato a salutarlo, battendo la mano sinistra nel braccio destro, il quale deve correre anch
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. Cinque: la mia bbella se fa dipigne Se fa ddipigne e ritrattà’, ecc. Sei: al giardin ti porterei, Al giardino a spasseggià, ecc. Sette: la mia bbella
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li vegga, da una mano all’altra, presenta al compagno i due pugni chiusi chiedendogli — A la mano de Papà; indove stanno, o qui o qua? Se quello
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altro al paradiso. Per esempio, riso all’inferno, e céci al paradiso. Quindi si pigliano per le mani, tenendole tese e alzandole in alto per lasciarvi
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Un ragazzo grandicello si carica sulla schiena un bambino, tenendone le braccia attorno al collo, e sorreggendogli con ciascuna mano le cosce e le
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possessore chiede al compagno: — Lo vôi? — Magara! — Allora vedemo a cchi ttocca. E avvicinando il confetto alla sua bocca, dice: "Bocca mia, poi alla bocca
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piccole; e quann’è pprimavera, me fa certi mazzetti de frutti piccoli piccoli..., e nel dire così dà l’estremità sottile della mazzarócca al primo
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, per non essere oltre molestato. Allorchè esso ricomincia a giuocare grida invece: Co’ le càccole! Se al giocatore rincorso gli falla un piede e cade
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nocchie o di osse di albicocche, di pesche, ecc. Uno dei giocatori, al quale tocca di tirare pel primo (dalla distanza stabilita con un segno in
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"Arrestandoci soltanto alla vecchia Roma anteriore di poco al 1870, quante altre figure singolari impresse nella memoria, quante altre voci rimaste
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, frullare, onde si tolga il sospetto di arte nella caduta favorevole a chi la lanciò. Mentre la moneta sta per lanciarsi, sino al punto in cui ritocca
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presso schierata. Rizzatosi allora sulla persona, dice al giudice l’offeso: Monsignore, ecc. ecc. Pijatelo pe’ ’n’orecchia, e pporatelo qui. Con questo
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affittavano al grido: — Chi vô ssedie? Chi vô llochi pe’ vvede’ la pricissione?
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uno dei due uovi si rompe, quello rotto diviene proprietà di colui al quale è rimasto sano il suo uovo. Il Belli, in una nota del sonetto: Er
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nascondiglio. Allorchè si sono nascosti, gridano al compagno che li deve trovare: Ti vedoo! Questo si mette in cerca, ed appena ne scorge uno, grida: É rotto
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10: — Perchè, 10? Ve sarete sbajato; saranno state 7, ecc. Insomma: chi non risponde subito al nominare che si fa del suo numero, è costretto a
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cristiano; e presso a poco significava: Male incolga al primo cristiano che incontro. Segno di croce degli israeliti secondo i cristiani: In nome di
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libro sui giuochi de’ Greci), al giorno d’oggi se ne sono stampati di questi libri tanti da formarne una bibliotecola. Non sarà dunque discaro ai cultori