Turandot
Squillano più alte le trombe. Il cielo ora è tutto soffuso di luce. Voci sempre più vicine si diffondono.
Turandot
– sotto tanto impeto – non ha più resistenza, non ha più forza, non ha più volontà. Il contatto incredibile l’ha trasfigurata. Con accento di supplica
Turandot
E sghignazzano, stringendo sempre più da presso al Principe.
Turandot
Le loro voci si perdono. Turandot non c’è più.
Turandot
Tornano a sedere. Solo Ping rimane in piedi, quasi a dar più valore alla sua invocazione.
Turandot
Il Principe non ha quasi più la forza di reagire. Ma ecco richiami incerti, non voci ma ombre di voci, si diffondono dall’oscurità degli spalti. E
Turandot
Fra l’attesa più intensa Turandot piega il capo annuendo. Allora il vecchio Imperatore si erge e con accorata commozione dice:
Turandot
Adagiato sui gradini del padiglione è il Principe. Nel grande silenzio notturno egli ascolta i richiami degli Araldi, come se quasi più non vivesse
Turandot
Ed ecco alcune ombre appariscono strisciando fra i cespugli: figure confuse col buio della notte, che si fanno sempre più numerose e finiranno col
Turandot
apre il velario siamo nell’ora più sfolgorante del tramonto. Pekino, che va digradando nella lontananza, scintilla dorata.