Turandot
Le mura della grande Città Violetta: la Città Imperiale. Gli spalti massicci chiudono quasi tutta la scena in semicerchio. Soltanto a destra il giro
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Tornano a sedere. Solo Ping rimane in piedi, quasi a dar più valore alla sua invocazione.
Turandot
Numerosi servi collocano in ogni dove lanterne variopinte. La folla, a poco a poco, invade la piazza.
Turandot
Bellissima, impassibile, guarda con freddissimi occhi il Principe, il quale, abbacinato sulle prime, a poco a poco riacquista il dominio di sé stesso
Turandot
A destra sorge un padiglione a cui si accede per cinque gradini, e limitato da una tenda riccamente ricamata. Il padiglione è l’avancorpo d’uno dei
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impazienza feroce il cielo che a poco a poco s’è oscurato.
Turandot
La scala è a tre larghi ripiani.
Turandot
La folla si prostra, faccia a terra.
Turandot
Allora i tre ministri si stringono intorno a lui disperatamente.
Turandot
Incensi cominciano a salire dai tripodi che sono sulla sommità della scala.
Turandot
Stringe a sé il caduto, e lo accarezza, mentre Liù, arretrando, esclama:
Turandot
I tre Ministri stendono a terra un manto d’oro mentre Turandot ascende la scala.
Turandot
Appena il Mandarino si è ritirato, s’avanza Turandot che va a porsi davanti al trono.
Turandot
Il vecchio si avvicina, stringe teneramente una mano della morta e cammina vicino a lei, dicendo:
Turandot
Il Principe Ignoto è ai piedi della scala. Timur e Liù a sinistra, confusi tra la folla.
Turandot
Turandot appare sul limite del padiglione. Tutti si prosternano a terra. Solo Ping, avanzando con estrema umiltà, dice:
Turandot
Poi tornano, insieme, a sedere. Nella folla corre un mormorio di stupore, subito represso dal gesto d’un dignitario.
Turandot
Ping fa capolino dal centro. E rivolgendosi prima a destra, poi a sinistra, chiama i compagni. Essi entrano seguiti da tre servi che reggono ciascuno
Turandot
Ed ecco nel silenzio dei giardini dove le ultime ombre già accennano a dileguare, delle voci sommesse sorgono lievi e si diffondono quasi irreali.
Turandot
E allora, quasi per affascinare e stordire il Principe, scende rapida fino a metà della scala. E di là propone il secondo enigma.
Turandot
Ma, dall’interno, il rumore della Reggia che si risveglia, richiama i tre ministri alla triste realtà. E allora Ping, balzando a terra, esclama:
Turandot
A un cenno di Ping gli sgherri l’afferrano, le torcono le braccia. Liù grida. Ed ecco Timur si scuote dal suo terribile silenzio.
Turandot
, ghermita dai suo torturatori, è caduta a terra in ginocchio.
Turandot
La Corte si alza. Squillano le trombe. Ondeggiano le bandiere. Il Principe, a testa alta, con passo sicuro, sale la scalèa; mentre l’inno imperiale
Turandot
Il Principe che s’era dominato per non tradirsi, ora, a udir lo scherno crudele e la minaccia, ha un movimento di impetuosa ribellione. Ma Turandot
Turandot
’enorme spada, che affilano su una immensa cote. Timur, sempre a terra, al figlio curvo su lui, sommessamente dice:
Turandot
Sugli spalti sono piantati i pali che reggono i teschi dei giustiziati. A sinistra e nel fondo, s’aprono nelle mura tre gigantesche porte. Quando si
Turandot
Turandot fissa Liù stesa a terra; poi con gesto pieno di collera strappa ad un aiutante del boia che le è vicino una verga e percuote con essa in
Turandot
tra le nuvole. Tutta la folla si prosterna a terra in attitudine di grande rispetto.